Comune di Benevento
Sabariani, l’archeologo Marazzi in città: “Tutelare la cripta da umidità e infiltrazioni”
Nel pomeriggio sopralluogo dell'assessore alla Cultura, Oberdan Picucci: "Lavoreremo al recupero dell'intera area"Ascolta la lettura dell'articolo
Si accendono nuovamente i riflettori sugli affreschi della Cripta di San Marco dei Sabariani. Questo pomeriggio, infatti, c’è stato un sopralluogo dell’assessore comunale alla Cultura, Oberdan Picucci, e del professor Federico Marazzi del Laboratorio di Archeologia Tardoantica e Medievale dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.
Una visita alla cripta cittadina che è servita a fare il punto della situazione e iniziare ad immaginare una “road map” sulla quale l’amministrazione dovrà muoversi per il restauro. “Bisogna tutelare la cripta da luce e umidità – ha spiegato il docente dell’ateneo partenopeo -. E’ necessario evitare di arrecare danni ad una delle testimonianze più preziose di epoca longobarda che sono presenti a Benevento e che con un attento lavoro di restauro può essere recuperata”.
“Rispetto all’ultimo sopralluogo – ha aggiunto Marazzi – la situazione non è peggiorata in maniera significativa. E’ chiaro, però, che bisogna ridurre al massimo il tempo che ci separa dal restauro”.
A breve, dunque, Palazzo Mosti dovrà iniziare a programmare l’iter per la realizzazione degli interventi. “Dovremo predisporre un piano – ha detto l’assessore Picucci – che dovrà essere approvato dalla Soprintendenza prima di dare il via alla fase attuativa”. I fondi, dopo la bocciatura del primo progetto, saranno recuperati con parte delle somme per la compensazione ambientale corrisposte da Terna per il potenziamento dell’elettrodotto nelle contrade Pantano-San Vitale.
La sfida, però, non è solo il recupero strutturale dei dipinti, ma la valorizzazione di un’intera area del centro storico che potrebbe rappresentare un’ulteriore attrattore culturale per la città anche in vista di una mostra internazionale sui Longobardi che, alla fine di quest’anno, farà tappa a Napoli prima di raggiungere la Russia. Un’occasione da non perdere per rendere finalmente il nostro patrimonio culturale un reale volano di sviluppo.