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CRONACA

Morì sui binari di Pantano, la mamma di Piero Maio: “Abbandonati dalle istituzioni”

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Il giorno dopo il disastro ferroviario in Puglia si fa la conta dei morti, si tenta di recuperare, non i dispersi ma i resti difficilmente identificabili, come li ha definiti il capo della protezione civile Curcio, dei numerosi pendolari che quotidianamente percorrevano la tratta tra Andria e Corato per raggiungere i luoghi di lavoro, di studio, le famiglie e che stavolta li ha portati dritto verso la morte.

Ventisette, per ora, le vittime accertate e oltre cinquanta i feriti di cui alcuni in codice rosso, ma il bilancio è solo parziale.

Tratta a binario unico e priva di automatizzazione: nel 2016 su quel percorso immerso in aperta campagna dove solo il ronfo delle rotaie rompe il silenzio è previsto ancora un sistema a chiamata tra le stazioni: il cosiddetto “blocco telefonico”. Sono le stazioni a dover, quindi, avvisare dell’arrivo dei treni e trasmettere le informazioni ai macchinisti.

Un’operazione che avviene quotidianamente non solo in Puglia ma in diverse regioni del Sud e nel Sannio: con la tragedia di ieri è tornato il dolore che la nostra terra ha vissuto per la morte di Piero Maio, il 25enne laureato sannita che lavorava a Roma e in procinto di sposarsi, che ha perso la vita sulla linea Benevento – Napoli, in località Pantano a Benevento, a pochi passi dall’abitazione della sua ragazza, il 2 novembre 2015.

A ricordare quella tragica vicenda è proprio la mamma di Piero, Adele Caputo, che oggi vuole riaccendere l’attenzione non solo sulla morte del figlio ma anche sul degrado e sull’obsolescenza di questa tratta ferroviaria.

“Sono dieci i passaggi a livello scoperti – ci dice la donna – che dovrebbero essere chiusi: mio figlio è la terza vittima di una tragedia annunciata.” “Per la manutenzione e la messa in sicurezza di quel passaggio – ci dice ancora la donna – sono arrivati fondi europei mai utilizzati e il nostro obiettivo è quello di batterci per farlo chiudere per evitare altre morti.”

Situazioni che accomunano i meridionali costretti a costruirsi una corazza per affrontare la consapevolezza dell’assenza della volontà politica di orientarsi al Sud Italia, costretti a subire negli ultimi anni, ad esempio, il flusso verso il Centro – Nord del 98,8% dei finanziamenti per il settore ferroviario.

La signora Caputo ci rivela che solo qualche giorno fa, a otto mesi dalla vicenda, ha ricevuto l’esito dell’autopsia: shock emorragico per trauma plurimo da schiacciamento.

Quando l’abbiamo contattata, Adele Caputo si trovava al cimitero, il luogo dove il dialogo con suo figlio continua. Ma la rabbia e il dolore sono ancora tanti, soprattutto perché le indagini ancora non hanno individuato alcun responsabile e fanno cadere nel vuoto l’istanza di giustizia della famiglia.

Il suo dolore si amplifica oggi ancor di più a vedere le tante rappresentanze istituzionali scendere in Puglia: “Dopo otto messi – dice la mamma di Piero – nulla è cambiato, tranne la nostra condanna a vita per la perdita del nostro amato figlio ed una battaglia legale in atto per rendergli giustizia; non abbiamo avuto supporto della istituzioni locali, dalla Regione né dalla società concessionaria Eav. Al momento dell’incidente ho avuto solo il sostegno di un medico del pronto soccorso.”

“Tutto questo – dice la Caputo – forse perché la vittima è unica o si vuole celare l’accaduto e la condanna di una tragedia inammissibile con un trasporto pubblico allo stato di degrado e a tutt’oggi su una rete di cartone spetta solo a noi per errori altrui.”

Il suo appello è ancora rivolto alle istituzioni, secondo lei latitanti, “a chiudere subito la tratta a binario unico e provvederne la messa in sicurezza necessaria – dice – per evitare altre possibili vittime allo sbaraglio.”

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1 Commento

1 Commento

  1. de lauro enrico

    14 Lug, 2016 a 1:08

    QUEL MALEDETTO PASSAGGIO A LIVELLO, SENZA BARRIERE, AVEVA QUALCHE RAGIONE DI ESISTERE QUANDO, IN ORIGINE, NELLA ZONA ESISTEVANO POCHISSIME ABITAZIONI. CON LA DENSITA’ ABITATIVA ATTUALE, E’ A MIO PARERE,UN VERO ATTENTATO ALLA PRIVATA E PUBBLICA INCOLUMITA’. EPPURE SERVONO SOLO DUE MOTORINI ELETTRICI PER MANOVRARE DUE SBARRE DI PLASTICA O DI LEGA LEGGERA ED APPENA UN PIZZICO DI COSCIENZA!!! E COSI’ PER RISPARMIARE QUALCHE MIGLIAIO DI EURO ABBIAMO UCCISO UN RAGAZZO NEL PIENO DELLA GIOVENTU’! MI SBAGLIO SE AFFERMO CHE LA MADRE DEGLI INCOSCIENTI E’ SEMPRE INCINTA?

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