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Soluzioni contro la calvizie: ISHRS rivela delle interessanti statistiche a livello mondiale

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L’associazione ISHRS, International Society of Hair Restoration Surgery, punto di riferimento a livello mondiale per quel che riguarda le soluzioni contro la perdita dei capelli, ha pubblicato un interessante report relativo all’anno 2022.

Nello studio in questione sono specificate diverse statistiche relative ai trattamenti più eseguiti, ai profili dei pazienti e a molti altri aspetti ancora.

Tali dati hanno come fonte le molteplici realtà associate ad ISHRS, presenti in ben 70 nazioni in tutto il mondo, di conseguenza il quadro che emerge è assolutamente attendibile e merita di essere considerato una fedele “fotografia” del mondo delle soluzioni anti-calvizie a livello internazionale.

Non esitiamo, dunque, e scopriamo quali sono i principali aspetti emersi.

I dati relativi ai pazienti

Anzitutto, chi si rivolge a delle cliniche estetiche per porre rimedio a dei problemi di calvizie?

Per quanto riguarda le soluzioni chirurgiche, ISHRS rileva una netta predominanza della clientela maschile, 87,3%, sulla clientela femminile, 12,7%, tuttavia nelle soluzioni non chirurgiche il divario è molto meno marcato: i pazienti uomini sono il 62,5%, mentre le donne rappresentano il 37,5%.

Da queste percentuali, dunque, si evince in modo chiaro come a necessitare di soluzioni chirurgiche e non chirurgiche contro la calvizie non sono soltanto gli uomini, come si potrebbe essere portati a credere.

Per quanto riguarda le fasce di età più ricorrenti, vi è una differenza significativa tra uomini e donne.

La clientela maschile corrisponde prevalentemente alla fascia d’età compresa tra i 30 ed i 39 anni, con una percentuale del 29,3%, seguono la fascia dai 40 ai 49, con il 27,9%, e quella dai 20 ai 29 anni, con il 18,1%.

Per la clientela femminile, invece, primeggia la fascia d’età tra i 40 e i 49 anni, con il 28%, seguita da quella dai 30 ai 39, con il 26,8%, e da quella dai 50 ai 59, con il 19,3%.

Le procedure chirurgiche più frequenti

Per quanto riguarda le soluzioni chirurgiche più frequenti, primeggia sia per gli uomini che per le donne la tecnica FUE, acronimo di Follicolar Unit Excision.

Questa tecnica prevede che le unità follicolari siano prelevate singolarmente dalla zona donatrice, e ciò assicura molteplici vantaggi, come spiegato nel sito web della clinica Clinic Biorigeneral, www.clinicbiorigeneral.com, specializzata in trapianti di capelli in Italia e in medicina estetica.

Tra la clientela maschile, la tecnica FUT corrisponde al 75,4% delle procedure totali, tra quella femminile, invece, rappresenta il 57% del totale.

Al secondo posto troviamo la tecnica FUT, la quale prevede il prelievo, dalla zona donatrice, di piccole porzioni di cute, chiamate “strip”, contenenti più unità follicolari.

Nei pazienti uomini, questa tecnica è adottata nel 21,3% dei casi, mentre tra le donne nel 41,7%; a completare questa statistica vi sono inoltre interventi chirurgici eseguiti facendo ricorso sia alla tecnica FUE che alla tecnica FUT, i quali rappresentano il 3,3% degli interventi totali tra la clientela maschile e l’1,4% tra la clientela femminile.

Altre statistiche interessanti

Secondo ISHRS, nel 68,2% dei casi i pazienti che si sottopongono ad un intervento chirurgico di tipo tricologico sono alla loro prima procedura, il 28,6% sono alla loro seconda procedura, mentre il 3,3% alla terza.

Molto interessante è la statistica relativa alla quantità di capelli impiantati nell’ambito di un singolo intervento.

Per quanto riguarda le prime procedure, nel 58,1% dei casi si impiantano dai 2.000 ai 2.999 capelli, segue la fascia compresa tra i 1.000 e i 1.999, con il 26,7%, e quella compresa tra 3.000 e 3.999, con il 12,7%; solo nell’1,1% dei casi si impiantano meno di 1.000 capelli, mentre nell’1% si superano i 4.000.

Le percentuali sono diverse per quel che riguarda le procedure successive alla prima: in questo caso prevale la fascia compresa tra i 1.000 e i 1.999 capelli, con un netto 52,2%, seguono la fascia compresa tra i 2.000 e i 2.999, con il 38,9%, e quella inferiore a 1.000, con il 5,6%; la fascia compresa tra i 3.000 ed i 3.999 capelli rappresenta appena il 2,8% del totale, ancor più residua è quella superiore a 4.000, con lo 0,6%.

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