POLITICA
Che beffa per i lavoratori dei consorzi rifiuti: lo Stato si era impegnato a pagarli ma poi è ‘scomparso’. L’appello a istituzioni e parlamentari: “Fate qualcosa”
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Una storia che sarebbe certamente tornata utile a Kafka. Ma in realtà è semplicemente una storia tutta italiana. E peraltro già conosciuta nel Sannio. Ma solo fino a un certo punto. Perché sulla vertenza degli ex dipendenti dei Consorzi rifiuti si è scritto tanto. Tanto quante le manifestazioni di protesta portate avanti negli anni dei lavoratori. Estromessi da un sistema fallimentare – quello legato all’emergenza rifiuti in Campania – che prima li ha messi al mondo e poi abbandonati. Contenzioso dopo contenzioso la vicenda arrivava all’attenzione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. A Strasburgo, finalmente, l’Italia alzava le mani, riconoscendo – nel novembre 2022 -le ragioni dei dipendenti e impegnandosi – a fronte dello stralcio della causa – a corrispondere un risarcimento per l’equo processo e l’applicazione di tutte le sentenze emesse dai tribunali italiani. “Entro tre mesi il governo pagherà tutto” – metteva nero su bianco, in un atto pubblico, l’Avvocatura dello Stato. “Pagamento ed esecuzione delle sentenze – aggiungeva – costituiranno la definitiva risoluzione del caso”. Insomma, il lieto fine. Così almeno sembrava. Perché di mesi non ne sono trascorsi tre bensì dodici. Un anni, Il pagamento non è avvenuto e lo Stato non si è fatto più sentire. Una ulteriore e clamorosa beffa per settantadue famiglie. A riassumere il tutto è il loro legale, l’avvocato Pasquale Biondi: “L’Avvocatura dello Stato, per evitare la condanna dell’Italia in sede di Corte Europea dei Diritti dell’uomo, ha effettuato una dichiarazione unilaterale con la quale si impegnava a pagare i lavoratori entro novanta giorni. Ma non l’ha fatto: una cosa gravissima, una elusione dei trattati internazionali che uno Stato non può permettersi”.
Ed è sempre l’avvocato Biondi a puntare l’attenzione sul paradosso che caratterizza questa vicenda. Perché qui è lo Stato che viene meno ai propri obblighi. In barba al principio della correttezza, del rispetto delle regole e del senso delle istituzioni: “Parliamo di cittadini che hanno vinto tutte le cause, in ogni sede, dal 2010 a oggi: come possono nutrire ancora fiducia nei confronti delle istituzioni e della giustizia?.
Comprensibile la delusione e lo scoramento dei lavoratori, che oggi si sentono traditi proprio da quello Stato che a loro impone diritti e doveri. L’auspicio è che dalle istituzioni sannite possa giungere un contributo per la risoluzione della vicenda. Appello che investe innanzitutto i due parlamentari sanniti, entrambi parte della maggioranza di governo (nel video le interviste).