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Calcio

Strega, raccogli i ‘cocci’ degli ultimi disastri e reagisci. Su Caserta riflessioni e rimpianti

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L’uragano brianzolo abbattutosi con violenza sui derelitti resti di un Benevento allo sbando totale, non sembra aver avuto significative ripercussioni sull’immediato futuro giallorosso, con buona pace di chi si auspicava uno scossone, se non addirittura un terremoto tecnico, per dare una parvenza di senso e speranza a quest’orrido finale di stagione.

Scadute ampiamente le 24 ore di riflessione annunciate dal patron Vigorito in seguito allo scempio di Monza, brutale tracollo valso in un colpo solo addio aritmetico ai sogni di gloria e probabile compromissione della griglia spareggi, nulla è trapelato da via Santa Colomba, e la sensazione generale, almeno per il momento, è che mister Caserta rimarrà regolarmente al suo posto fino al termine dei giochi, decisione inevitabilmente controversa e destinata ad alimentare malumori e polemiche di una piazza che già da tempo ne invoca a gran voce la testa.

Da un lato, infatti, bisogna tener presente che un esonero a soli 90′ dalla fine della regular season avrebbe rappresentato un autentico azzardo, soprattutto per una questione di tempistiche, troppo strette per individuare un profilo adatto e dargli il tempo di inculcare il nuovo credo tattico nella squadra, nonché un inquietante remake di quanto accaduto con il famigerato avvicendamento Brini-Cinelli risalenti agli anni oscuri della terza serie.

Dall’altro, tuttavia, è anche vero che, alla luce di risultati e prestazioni, la scossa avrebbe potuto rivelarsi effettivamente utile, quasi doverosa. Il Benevento targato Caserta, al di là di qualche sporadica eccezione, non ha mai esibito quella manovra tanto decantata al momento del suo arrivo nel Sannio, per non parlare della pressoché totale assenza di continuità, condizione utile e necessaria per ambire al salto di categoria, e di carattere, handicap palesato puntualmente in ogni scontro diretto o appuntamento clou del campionato, e che non autorizza certo all’ottimismo in chiave playoff, al pari dell’allarmante disconnessione tra trainer e atleti constatata in quel di Monza.

Certo, qualcuno potrebbe obiettare che ai nastri di partenza del torneo nessuno abbia mai sbandierato ai quattro venti il ritorno in A, ma sappiamo tutti che si tratta di mera facciata: un organico dall’elevato tasso di qualità ed esperienza come quello giallorosso, calato in un campionato di livello piuttosto modesto, non può certo limitarsi alla conquista degli spareggi.

In ogni caso, il dado è tratto e arrovellarsi ulteriormente su quel che avrebbe potuto/dovuto essere rischia di rivelarsi deleterio. Meglio rimandare la questione e concentrarsi sulla necessità di migliorare la posizione in graduatoria, per quanto la missione appaia impossibile e l’accesso diretto alle semifinali una pura utopia.

Pur dando per scontato il successo contro una Spal già salva e pronta a scendere in campo piena di seconde linee e under, infatti, terzo e quarto gradino dipendono dal contemporaneo, triplice passo falso di Cremonese (ospite del Como senza obiettivi e tra l’altro ancora in piena corsa per la promozione diretta), Pisa (di scena a Frosinone, impegno decisamente ostico) e Brescia (che riceve la Reggina priva di stimoli). Al massimo, dunque, si riuscirà a recuperare una posizione sui toscani e centrare il quinto posto, poiché è francamente arduo ipotizzare un flop delle rondinelle, con cui siamo a pari punti ma in svantaggio negli scontri diretti, o dei grigiorossi, che con un pareggio sarebbero in semifinale.

Reagire, riprendere confidenza con il successo e incrociare le dita: in attesa di tempi migliori e del post season, ad oggi non rimane che raccogliere i cocci degli ultimi disastri.

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