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Problema cinghiali, anche il Movimento Animalista attacca Di Maria e il Consiglio Provinciale

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“Finalmente una buona notizia per chi come me è da sempre favorevole all’indipendenza della Provincia di Benevento, “staccarsi” finalmente dalla Regione Campania e di trasformare il territorio Sannita nel famoso Moli-Sannio ma il Presidente della Provincia Di Maria è riuscito a stupire anche me, ormai abituato a tutto. Il Sannio è diventato uno Stato indipendente al pari della Repubblica San Marino o del Vaticano! Una notizia incredibile e sembra strano che non sia su tutti i giornali e colgo l’occasione per rivolgere i miei sinceri complimenti al primo Presidente della Repubblica Sannita, A. Di Maria. In attesa di redigere una propria Costituzione, leggi, norme e regolamenti, «Il Presidente Di Maria ha chiesto al Consiglio di fare propria ed approvare la proposta di revisione normativa della legge sulla caccia avanzata dalla Coldiretti ed illustrata dal Vice Presidente Masiello (Coldiretti) che chiede in una forma assolutistica, tramite la risoluzione raccolta dall’Ente Provincia di Benevento, la modifica della Legge Nazionale n.157 del 1992, con l’obiettivo di autorizzare gli agricoltori ad utilizzare le armi da fuoco tutto l’anno, come risoluzione al problema dei cinghiali.)».

Inizia con ironia la nota di Vincenzo Signoriello, referente locale del Movimento Animalista, che aggiunge: “Cari compaesani, anzi, connazionali, visto che abbiamo soverchiato il Parlamento ed il Senato della nostra ex Repubblica, colgo l’occasione per lanciare un referendum sui colori da scegliere per la Nostra Bandiera che siamo sicuri, presto potrà sventolare assieme alle altre, sotto il “palazzo di vetro dell’ONU” in quel di New York…

Tornando un attimo seri (certo che è difficile con tutto quello che sta accadendo) in questi giorni si è tenuto il consiglio provinciale (o nazionale?) alla Rocca in cui sono stati discussi temi seri ed importanti, alcuni ci riguardano da vicino, altri meno ma quello che ci ha lasciato perplessi è stato l’invito di Masiello, Coldiretti che come hanno fatto già notare gli “amici” del Club di Benevento degli Amici della Terra, era legittima la presenza di Masiello? Se così fosse, perché a tale seduta non sono stati invitati anche le altre associazioni di categoria, come quelle venatorie, ambientaliste ed animaliste così come movimenti e partiti politici che da tempo si occupano di tale problematica? Come può essere una discussione democratica se si invita una sola sigla (che tra le altre cose, propone non-soluzioni stantie, vecchie, populistiche e prive di studi e fondamenta scientifiche, il cui unico scopo è approfittarne come sempre dell’emergenza per tentare di fare breccia nelle persone comuni anche con vere e proprie menzogne)?

Nessuno nega il problema dei cinghiali – prosegue l’animalista – ma assurgere a Coldiretti come la Bibbia senza ascoltare pareri altrui che forse qualcosa in più sanno, è davvero qualcosa che lascia senza parole (gli altri, io ormai ci sono abituato) a maggior ragione se tale seduta fosse pubblica; ancor più grave se non lo fosse visto che il Presidente Di Maria ed il Segretario generale Dovetto dovranno giustificare a quale titolo è stata chiamata esclusivamente Coldiretti e peraltro cosa si intende quando il presidente Di Maria chiede di approvare la revisione normativa sulla 157/92 avanzata da Masiello; per tale motivo sto già provvedendo ad informare il team legale e valutare le eventuali azioni da intraprendere sul piano giuridico ed amministrativo.

Colgo l’occasione per informare gli agricoltori sanniti e non solo che stamattina ho avuto un colloquio telefonico con un dirigente della Regione Campania che ha specificato che l’A.T.C. dovrebbe per legge contribuire al risarcimento dei danni da fauna selvatica ma essendo commissariata ed in base alla Legge Delrio, la Regione ha provveduto all’assunzione di personale per ovviare a questo problema delegando agli uffici regionali S.T.P. (Servizi Territoriali Provinciali) le pratiche per l’istruttoria, il sopralluogo ed il pagamento dei danni derivati dalla fauna, confermando che la copertura economica dovrebbe essere abbastanza cospicua da poter risarcire.

Quindi cari allevatori ed agricoltori sanniti e non solo, in parte è “colpa” dell’A.T.C. che erroneamente, mea culpa, credevo responsabile assoluta dei mancati pagamenti – conclude Signoriello – ma nella stragrande maggioranza dei casi è agli uffici S.T.P. delle vostre province di appartenenza s cui dovete rivolgervi ed è lì che dovete reclamare il dovuto”.

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