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“Next Generation Campania” e il Sannio, la riflessione di Giovanni Barretta

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“Il documento predisposto dal Presidente della Giunta Regionale, denominato “NEXT GENERATION CAMPANIA” ed inviato il 30 aprile scorso al Governo, per il tramite del Ministro per il Sud (On.le Mara Carfagna), ricomprende gli interventi ritenuti strategici per il futuro della Campania, che si traducono in idee e progetti secondo un disegno unitario, che dovrebbe assicurare una trasformazione radicale del nostro territorio e del sistema socio-economico”. Inizia così la riflessione del sannita Giovanni Barretta, Consulente di sviluppo locale e programmi complessi.

“L’intervento – prosegue – non ha alcuna vena polemica, né pregiudiziale verso chi si è interessato e/o ha avuto il compito o la funzione istituzionale di inserire nel Piano gli interventi e le misure qui esplicitati, ma  risponde solo ad un’esigenza informativa, che in verità pare che finora non sia avvenuta con la giusta intensità,  ed a quella  di tutelare legittimamente gli interessi  di un territorio, il nostro Sannio, per troppo tempo escluso ingiustamente dai circuiti economici nazionali e regionali.

Il documento strategico, che la Campania ha chiesto di inserire nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si sviluppa attraverso SEI MISSIONI PER LA CRESCITA E LO SVILUPPO, prevedendo, tra le priorità progettuali, n.30 interventi, per un importo complessivo di €17.200.761.164,63. Si tratta, evidentemente, di un intervento poderoso, da realizzarsi in circa 4 anni, probabilmente di portata superiore anche a quella che, per la nostra regione, ebbe il “Piano Marshall ” nel secondo dopoguerra. Proprio per queste ragioni di strategicità e assoluta rilevanza per le prossime generazioni e per il futuro dei nostri territori, ci saremmo aspettati che sul tema si fosse aperto un ampio e serio dibattito, pur nella consapevolezza della necessità impellente di dover rispondere alle scadenze fissate dall’Europa per l’utilizzo dei fondi del Recovery Plan. Invece, nulla di tutto questo è avvenuto nella nostra comunità! Il Piano ha, sicuramente, il merito di proporre al Governo nazionale un’indicazione concreta di quelle che sono le principali esigenze delle direttrici dello sviluppo e della coesione economica e sociale e dell’ammodernamento delle infrastrutture materiali ed immateriali della nostra Regione.

Tuttavia, a ben guardare, esso non pare rispondere alle esigenze di coesione territoriale fra la fascia costiera e le aree interne, non riuscendo a riequilibrare quella frattura storica tra le terre della “polpa e quelle dell’osso”, così come le definiva lo storico ed economista, Manlio Rossi Doria. Gli squilibri tra le zone rurali e quelle urbane e delle aree metropolitane, tra l’entroterra e la costa, tra la montagna e la pianura sono andate, invece, progressivamente crescendo dal dopoguerra ad oggi, anche nella nostra Regione. Le aree interne, tra queste particolarmente quella del Sannio e della provincia di Benevento, sono state investite da una deriva i cui effetti principali sono stati: lo spopolamento, l’emigrazione, la rarefazione sociale e produttiva, l’abbandono della terra e le modificazioni del paesaggio. Negli ultimi quindici anni il fenomeno della desertificazione sociale, partito dalle aree più interne sub-appenniniche, ha investito più direttamente anche i capoluoghi delle province interne e, in particolare, la città di Benevento.

Ciò è stato, sicuramente, determinato da molteplici fattori; tuttavia, qui il gap infrastrutturale esistente ha assunto un peso decisivo più che altrove. La provincia di Benevento è, ancora oggi, l’unica provincia campana a non essere attraversata, direttamente, da alcun asse autostradale, pur trovandosi per vocazione “naturale” in un nodo nevralgico tra la dorsale tirrenica e quella adriatica, lungo il percorso dell’ “Appia”, la storica “regina viarum”. Il territorio è attraversato da una delle più importanti linee ferroviarie trasversali, da ovest ad est, costruite nell’800 per “unire” il Paese, la Napoli-Bari, realizzata in circa sei anni tra il 1864 e il 1870 e, da quell’epoca ad oggi, rimasta sostanzialmente immutata nel tracciato e nell’armamento rotabile. Su questo fronte già apparve alquanto miope, qualche anno fa (all’epoca del Governo Renzi), la decretazione dell’esclusione della provincia sannita dai circuiti regionali e nazionali con il progetto dell’Alta Velocità ferroviaria Napoli-Bari, prevedendo – inaspettatamente – in Flumeri (in luogo di Benevento), con la Stazione HIRPINIA, il suo nuovo nodo nevralgico fra Tirreno ed Adriatico.

All’attualità, non parrebbe neppure certo che il “treno” (emblema, ancora oggi, di modernità e sviluppo) possa “sostare” nella stazione di Benevento (interessata dal PNRR da un mero restyling di facciata) che, al contrario, rischierebbe, così, di esserne attraversata in corsa, a c.a. 300 km all’ora. Si tratterebbe dell’ennesimo tentativo di emarginazione territoriale perpetrato ai danni del Sannio. L’esclusione del territorio da tutti gli attraversamenti di tipo autostradale è, peraltro, una vicenda già nota da queste parti nella sua storia più recente; basti pensare allo “scippo” che si consumò all’inizio degli anni ’60 del secolo scorso con l’Autostrada Napoli- Bari. In quell’occasione una “manina diabolica”, cambiò all’ultimo momento il tracciato – in spregio della storia, della morfologia del territorio, della funzionalità dell’infrastruttura e dell’economicità della sua realizzazione, decidendo così le fortune di un territorio (l’Irpinia, nel caso di specie), relegando – al contrario – alla più cupa marginalità il Sannio, estromesso da allora da ogni circuito viario di tipo autostradale. L’allora Ministro dei LL.PP., Fiorentino Sullo, portò sul tavolo del Governo, come argomento per convincere a mutare il tracciato, il fatto che Benevento e Napoli avessero già un importante asse ferroviario, come la Napoli-Bari, che oggi, invece, viene di fatto abilmente dimenticato o peggio rinnegato. Così, è stato inventato dal nulla, quello che mai era esistito: il (supposto) nodo strategico di Flumeri, che oggi ha determinato la progettazione della Stazione dell’Alta Velocità/Capacità di FLUMERI, denominata poi HIRPINIA, onde evitare che l’ennesimo storico “scippo” suonasse ancora più “incredibile” ed amaro per le genti del Sannio.

Queste brevi riflessioni solo per ricordare come il Sannio abbia già pagato un prezzo altissimo per stare dentro questa Regione, che si è rivelata sempre “matrigna” verso questa comunità. Credo, però, che adesso la misura possa dirsi colma! Non si tratta, ahimè, di una sterile e tardiva rivendicazione campanilistica, ma soltanto dell’opportunità con questo “Piano” di riequilibrare il rapporto fra la fascia costiera e le c.d. “Aree interne” della Campania, che la Regione in questi ultimi anni, invece di risolvere o mitigare, ha contribuito ancor di più a rendere fragile e distante. Continuare ad ignorare le istanze delle zone interne, oltre a rendere sempre più fragile la coesione economico-territoriale fra le diverse aree della nostra Regione, contribuisce ad alimentare il clima di disaffezione, che da circa 40 anni qui si è sviluppato, anche – in qualche caso – con vere e proprie istanze separatistiche, mai del tutto sopite (il caso del progetto della Regione “MoliSannio” ne è un esempio), che dimostrano una sofferenza e, forse, anche un’indignazione verso la matrigna Regione. Oggi, invece, più che mai, il PNRR e il Piano Regionale (Next Generation) dovrebbe invertire la rotta e, soprattutto, i destini delle aree interne, consentendogli di uscire dalla marginalità economica e sociale in cui sono state per troppo tempo rilegate. Per recuperare il ritardo storico accumulato occorre ripartire proprio da qui, da un approccio diverso, che miri a colmare il gap infrastrutturale esistente. Parrebbe, però, al contrario, che le direttrici e le finalità del nostro (loro) NEXT GENERATION CAMPANIA ancora una volta tradiscano queste aspettative. Entrando rapidamente nel merito delle singole missioni e interventi, è opportuno riflettere su quanto riportato nel Piano (Next Generation), con riguardo agli interventi infrastrutturali di cui maggiormente si avverte il bisogno.

Per la MISSIONE PNRR n. 2: “Rivoluzione verde e transizione ecologica Progetto n. 5: Trasporto rapido di massa”, su una previsione di spesa di 2.109.300.000,00 €,alcun intervento è proposto nell’area della provincia di Benevento. Il territorio beneventano non è neppure citato nella misura, fatta eccezione per l’intervento denominato ”Soppressione PP.LL. ambito Comune di Atripalda sulla linea Benevento – Avellino –Mercato San Severino. Valore 20.000.000,00 €” riferito all’eliminazione di PP.LL. (passaggi a livello) per giunta nel comune di Atripalda/AVELLINO, che suona un po’ come un’altra beffa.

Sempre per la Missione 2 (Transizione ecologica), fatta eccezione per il poderoso intervento sull’invaso di Campolattaro (che di fatto è di servizio all’intera Regione per consolidare l’autosufficienza idrica), nulla di più; come se questo territorio e la sua popolazione non avessero alcuna impellente esigenza per i servizi di “trasporto rapido di massa”. Ma vie è PIU! Scorrendo l’elenco degli interventi allocati sulle altre missioni, la situazione si dimostra ancora peggiore, dal punto di vista della realizzazione delle opere infrastrutturali previste nel territorio sannita. Sarebbero, al contrario, proprio questi gli strumenti indispensabili per far uscire definitivamente il Sannio da questo obbligato “isolamento”, come se fosse ancora un’enclave pontificia incastonata nel Regno di Napoli.

Per la MISSIONE PNRR n. 3: MOBILITA’ SOSTENIBILE, Progetto n. 1: “Sviluppo tecnologico e ammodernamento delle infrastrutture ferroviarie regionali”, su una previsione di spesa di 875.000.000,00 €, per l’area della provincia di Benevento è previsto il solo intervento Benevento-Cancello che, peraltro, da circa trent’anni è riproposto tra le buone intenzioni della Regione e finanziato con altre misure. Altro intervento da considerare, sempre per la MISSIONE PNRR n. 3: MOBILITA’ SOSTENIBILE, riguarda il Progetto n.2 “Programma di manutenzione straordinaria delle strade statali, regionali, provinciali e comunali”, ove, rispetto ad una spesa finanziata prevista di ben 1.490.000.000,00 €, non si prevede alcun investimento per la provincia di Benevento. Oltre il 96% delle risorse sono destinate alle aree di NAPOLI e SALERNO e ai collegamenti SALERNO -AVELLINO. Si evidenzia, peraltro, che con il Piano si finanzia l’intervento: “Asse Nord/Sud Tirrenico Adriatico Lauria Contursi Grottaminarda Termoli Candela Tratta Lioni Grottaminarda V Stralcio: 80.000.000,00 € “, che – di fatto – esautora il collegamento già esistente da Benevento a Termoli (S.S. Bifernina), come asse di collegamento privilegiato sul corridoio Tirreno/Adriatico. Non solo, quindi, alcuna nuova opera infrastrutturale viene prevista per il Sannio, ma addirittura viene deciso “a tavolino” il suo definitivo isolamento, attraverso il finanziamento di infrastrutture stradali alternative a quelle più lineari e storicamente esistenti che, peraltro, raggiungono Termoli sull’Adriatico, attraversando longitudinalmente il Molise e lambendo i capoluoghi di Isernia e Campobasso. Con il Progetto n.4 si prevedono “Interventi per la valorizzazione delle aree ZES e per il riammagliamento con l’AV/AC NA-BA”. Quello che sorprende con l’intervento n.4 è che all’area di Benevento ZES Ponte Valentino (area attraversata longitudinalmente dal binario dell’Alta Velocità/Capacità) vengano destinati soltanto risorse per €21.000.000,00, a fronte di un fabbisogno complessivo della misura di €320.200.000,00. L’Alta Velocità NA/BA, per di più, attraversa anche le zone industriali della Valle Telesina in provincia di Benevento e anche l’ASI di Amorosi/Puglianello (che ricadono nell’ASI di BeneventoPonte Valentino) senza prevedere per esse alcun intervento diretto.

In definitiva, il documento strategico che la Campania ha chiesto di inserire nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), dovrebbe essere riformulato, almeno in sede di definizione dei progetti esecutivi, in modo da rispondere più incisivamente alle indifferibili esigenze di coesione territoriale fra la fascia costiera e le aree interne. Occorre, infatti, riequilibrare quella frattura storica tra le terre della “polpa e quelle dell’osso”, correggendo gli squilibri tra le zone rurali e quelle urbane e metropolitane, tra l’entroterra e la costa, tra la montagna e la pianura che, invece, sono andate crescendo dal dopoguerra ad oggi nella nostra Regione, con particolare riguardo al Sannio, colpito, inesorabilmente, dai fenomeni dello spopolamento, dell’emigrazione, della rarefazione sociale e produttiva, dell’abbandono della terra e delle modificazioni del paesaggio. Tutte conseguenze della grave carenza delle infrastrutture materiali ed immateriali qui esistente. Qualora non si possa addivenire ad una riformulazione del NEXT GENERATION CAMPANIA per progetti, sarebbe opportuno che le rappresentanze istituzionali locali chiedano che la distribuzione delle risorse del Piano avvenga in base a criteri diversi, rispetto a quelli sbrigativamente qui proposti, in ragione di parametri più obiettivi ed oggettivi, come l’estensione della superficie territoriale della provincia rispetto alla regione, tenendo conto di opere infrastrutturali destinate principalmente a determinare effetti diretti e misurabili sull’economia locale. Esistono numerosi progetti per interventi infrastrutturali, immediatamente cantierabili, che da tempo, per carenza di risorse, giacciono dimenticati “nei cassetti” degli Enti preposti alla programmazione, come la Provincia e i Comuni del Sannio, già ricompresi nei piani triennali delle OO.PP.. Parimenti importanti sarebbero gli investimenti per la valorizzazione del ruolo dell’Università del Sannio, degli Istituti di Formazione e dei Centri di Ricerca che devono divenire un nuovo punto di forza all’interno del sistema, dimostrando di riuscire a coniugare bene radicamento territoriale ed apertura al sapere, alla scienza nella sua dimensione internazionale (riuscendo effettivamente a porsi come un’istituzione “glocale”, che meglio sintetizza la confluenza della dimensione “globale” in quella “locale”).

Non da ultimo, il progetto che potrebbe essere all’attualità maggiormente strategico, lungo la linea dell’Alta Velocità/Capacità NAPOLI_BARI: la Stazione (passeggeri) dell’ALTA VELOCITA’ di BENEVENTO, da denominare “SANNIO”, con la realizzazione di un grande HUB/INTERPORTO – AREA INTERMODALE di scambio fra Campania/Puglia e Molise, restituendo a questa provincia il giusto ruolo di nodo nevralgico fra Tirreno e Adriatico che la storia, la morfologia del suolo, la vocazione economica ha dato naturalmente a questo territorio e che la storia più recente ha ingiustamente mortificato. Rispetto al silenzio assordante che si avverte sul tema da parte delle istituzioni locali (Comuni e Provincia), delle rappresentanze regionali e quelle nazionali, mentre nelle altre province campane si registra un dibattito vivace e costruttivo, sarebbe necessario aprire una discussione, franca ed indipendente e condividere con la comunità gli indirizzi che si intendono dare al futuro sviluppo del nostro territorio. Si tratta di scelte importanti, strategiche, irrinunciabili, che poi avranno effetto sulle nostre “next generations”, che non possono rassegnarsi, ancora, all’emarginazione economica e sociale, all’esclusione dai circuiti regionali e nazionali a cui, anche il Piano Regionale, sembra averle relegate”.

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