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Acqua, padre Zanotelli lancia il referendum nel Sannio: “Difendiamo un bene preziosissimo”
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Un referendum comunale per la gestione pubblica dell’acqua nel Sannio. E’ l’obiettivo del Comitato Acqua Bene Comune che nel pomeriggio ha promosso un incontro pubblico con la partecipazione di padre Alex Zanotelli, il professore Alberto Lucarelli e Marco Apostoli del Comitato Acqua Pubblica Brescia, promotore della consultazione sull’argomento che si svolgerà il prossimo ottobre in 54 comuni della provincia bresciana. Tra il pubblico anche il deputato del M5S, Pasquale Maglione.
“Lo scopo del referendum – ha spiegato il presidente del comitato sannita, Giannicola Seneca – è quello di risvegliare le coscienze dei sanniti su un tema delicatissimo e fondamentale come quello dell’acqua. Nel 2011 i cittadini italiani hanno chiaramente affermato che la risorsa idrica è un bene comune sul quale non si può lucrare e che deve essere gestito in maniera pubblica. Una decisione – ha concluso – completamente disattesa fino ad ora”.
Le cose, però, potrebbero cambiare come ha commentato padre Zanotelli: “Ritorno nel Sannio con una buona notizia. Il presidente della Camera, Roberto Fico, nel corso di un incontro a Napoli ci ha assicurato che partirà subito con una legge per far rispettare il referendum del 2011. Per questo è importante che anche il Sannio si svegli e faccia la sua parte per difendere un bene preziosissimo come l’acqua”.
Il Comitato Acqua Bene Comune sta raccogliendo le firme per proporre la consultazione. Un referendum che se approvato metterebbe Palazzo Mosti di fronte necessità di adottare degli atti consequenziali alla scelta dei cittadini e quindi nella direzione della pubblicizzazione della gestione del ciclo integrato dell’acqua.
“Anche altre realtà in Italia stanno andando in questa direzione – ha dichiarato Alberto Lucarelli, l’autore del quesito referendario del 2011 -. E’ una partita importante sulla quale, però, bisognerà anche individuare i corretti strumenti di finanza a sostegno dell’eventuale scelta dei cittadini. Il problema è che manca la legge attuativa del referendum”.