SANNIO
Gemellaggio tra Telese e la palestra del maestro Maddaloni nel segno del Judo
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Dalla cittadina termale un aiuto concreto per la palestra del maestro Gianni Maddaloni a Scampia. Un avamposto di legalità in un territorio notoriamente difficile e che ora rischia di chiudere affogata nei debiti di una gestione più attenta all’aspetto sociale e solidale che propriamente economico dell’attività.
Un gemellaggio, nei fatti, che andrà a realizzarsi il prossimo 10 maggio quando a Telese Terme arriveranno lo stesso Gianni Maddaloni e il figlio Marco, già campione europeo under 23, per un’iniziativa promossa dal maestro Salvatore Di Paola e dall’assessore allo sport Guido Romano.
All’incontro, moderato dal giornalista Gianluca Brignola, prenderanno parte anche il primo cittadino Pasquale Carofano e il questore di Benevento Giuseppe Bellassai. Uno stato dell’arte che è balzato agli onori delle cronache nazionali solo di recente.
«Abbiamo appreso di quanto stesse accedendo e abbiamo sentito la necessità di esprimere la nostra solidarietà, la nostra vicinanza alla famiglia Maddaloni – le parole di Guido Romano sostenute anche dal sindaco Pasquale Carofano -. Daremo il nostro piccolo contributo, anche economico, ma di certo non riusciremo a risolvere i problemi della palestra. Crediamo sia particolarmente importante sensibilizzare i giovani, gli studenti, le comunità sull’attività svolta a poche decine di chilometri dalla nostra città». Dichiarazioni alle quali hanno fatto eco le parole del maestro Salvatore Di Paola. «Dalla palestra di Gianni Maddaloni sono venuti fuori i più grandi Judoki italiani negli ultimi 20 anni – ha affermato -.
Su tutti Pino Maddaloni, medaglia d’oro alle olimpiadi di Sidney del 2000, nonché tante altre giovani medaglie di bronzo, d’argento e d’oro in competizioni internazionali di Judo. È un onore poter legare il nostro nome a tale realtà. Un rapporto che contiamo possa rinsaldarsi ancora di più in futuro».
Dal 1992 la «StarJudo Club» rappresenta un’opportunità di riscatto per tanti giovani dell’area nord di Napoli attraverso un modello che prevede l’ingresso gratuito per figli di detenuti, giovani con disabilità e migranti. Soldi zero, dunque, ma tanta, tantissima energia umana. Il centro sportivo di 500 metri quadrati è frequentato da oltre 600 persone, ma solo 150 pagano l’esigua retta di 20 euro al mese utili, più o meno per la metà, a coprire le spese.
Un movimento popolare spontaneo che da nord al sud della penisola e anche in questa piccola parte di entroterra campano proverà a sostenere con forza un progetto così importante in un territorio così drammaticamente difficile.