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Giro della Valle d’Aosta, ottima prova per il Team Vejus

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Altissimo livello tecnico per il 54° Giro Internazionale della Valle d’Aosta, conclusosi domenica nella spettacolare maestosità della diga di Beauregard, con fondale le aspre montagne della Valgrisenche. La vittoria è andata al russo Pavel Sivakov (Bmc), un nome da segnarsi sul taccuino per futuro. Aggiunge il Valle d’Aosta, al Giro d’Italia, Ronde de l’Isard già vinti in questa stagione. Anche il secondo e terzo della generale il belga Lambrecht (Lotto Saudal) e Storer (Michelton Scott) saranno sicuri protagonisti nel professionismo nei prossimi anni.

La Vejus ha onorato al meglio la prestigiosa manifestazione, in particolare con lo scalatore colombiano Einer Rubio che ha corso sempre a ridosso dei migliori, piazzandosi al diciannovesimo posto nella generale finale.

Rubio ha strenuamente lottato, in ogni tappa, per la maglia bianca di miglior giovane (riservata ai corridori nati nel 1998), riuscendo ad indossarla al termine della terza tappa con arrivo a Les Combes d’Introd. Il giorno dopo nella durissima  Valtournenche – Breuil Cervinia, di 172 chilometri con quasi 5000 metri di dislivello, purtroppo accusava un cedimento negli ultimi cinque chilometri, che gli pregiudicavano la conquista della maglia bianca e un piazzamento nei primi quindici. Troppa generosità tattica, un’alimentazione non perfetta, ovvero errori di inesperienza da cui è d’obbligo trarre insegnamento per il futuro. Di certo Rubio tornerà per essere un pretendente per la vittoria.

Anche gli altri componenti della squadra, Andrea Calabrese, Andrea Collodoro, Mirko Necci e Francesco Pilicano hanno ben figurato, con un finale in crescendo. Da segnalare la corsa del siciliano Collodoro, che nella prima tappa, la cronoscalata svoltasi a Sain Gervais Mont Blanc, è stato vittima di un incidente assurdo, scontrandosi frontalmente con un ciclista che avendo terminato la propria prova, stava ridiscendendo non tenendo la destra. Nonostante la profonda ferita all’arcata sopraciliare il corridore ha portato a termina la tappa e l’intero giro.

Aver corso una gara del livello del Valle d’Aosta, con, lo ricordiamo, la presenza di ben sette squadre satelliti di formazioni Pro-Tour, oltre che motivo di prestigio è stato anche un arricchimento tecnico per l’intera squadra, che tornerà utile nell’immediato prosieguo della stagione agonistica.

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