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ECONOMIA

Turismo nel Sannio, Fareambiente: “Poca rispondenza tra domanda e offerta”

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“Come un territorio può essere competitivo e attrarre turismo? Su quali variabili è necessario lavorare per rendere appetibile una meta? Questi sono alcuni quesiti che chi è addetto alla governance territoriale dovrebbe porsi e ai quali trovare soluzioni. Domande non di facile risposte, ma fondamentali al fine di creare una reputazione che sia continuativa nel tempo e che non porti criticità invece di vantaggi.

Oggigiorno, molto, se non tutto, – scrive in una nota Fareambiente Sannio – si basa sulla “land image reputation” ( basta vedere il caso Umbria a causa del terremoto, o la Terra di Lavoro a causa della terra dei fuochi et etc etc). Il turista oggi basa le sue scelte su quanto viene “recensito” e divulgato dalle diverse fonti di informazioni e comunicazioni (anche online, basti considerare l’uso di Instagram); molto si basa sulle esperienze rese indimenticabili dalle attività svolte e dalle emozioni provate, che diventano fattore discriminante nella decisione di ritornare nel luogo prescelto. Quindi non solo un bel paesaggio ma anche i servizi accessori che sono insiti nell’animo umano. Detto in gergo “aspettative latenti”.

Un ruolo fondamentale quindi è rappresentato dall’immagine (che poi crea l’immaginario)  che il fruitore ha di un luogo.

Il 2017 è stato proclamato l’anno internazionale del turismo sostenibile, e FareAmbiente ha avvitato una serie di studi / ricerche che hanno quale obiettivo quello di monitorare l’appeal di alcune aree a forte vocazione turistica, la prima è stata il Cilento per poi dedicarsi ad altre mete, fra cui il Sannio Beneventano, e Roma città eterna.

“Il Sannio – dice Vincenzo Pepe, presidente di Fareambiente -, ha una forte vocazione turistica, che però non è mai riuscita ad esprimere. Analizzando le diverse peculiarità è possibile constatare come l’area sia piena di arte storia, cultura, oltre ad essere ricca di prodotti enogastronomici e naturalistici, senza dimenticare i numerosi luoghi di culto. Troppo spesso, però, dimentichiamo tutto ciò per orientare le politiche territoriali su strategie vecchio stampo, che tra le altre cose risultate lesive per il nostro Bel Paese, è necessario ricordare che il vero giacimento di ricchezza non si trova sotto terra ma preservando e valorizzando le risorse sia ambientali che storico culturali oltre che enogastronomiche”.

Analizzando l’offerta sui territori è possibile constatare come fin troppo spesso questa, non collimi né con le richieste dei turisti né con la vocazione territoriale. Altra problematica che in questi ultimi anni si sta manifestando è quella della omologazione, se una proposta è vincente in un territorio allora lo deve essere anche sul proprio. Come fare quindi a capire la corrispondenza fra territorio e turisti? Come detto nella parte introduttiva è necessario verificare la corrispondenza fra immagine progettata e quindi proposta ed immagine percepita da chi sceglie un luogo come destinazione turistica.

Per verificare, quindi, se quanto proposto in termini di offerta turistica sia rispondente a quanto percepito dai fruitori, in considerazione delle diverse e nuove azioni che i diversi attori sociali hanno messo in campo, è necessario fare uno studio ( non inteso come la classica Analisi SWOT) calato sui turisti e per essere efficace, anche sui diversi attori che operano per promuovere in termini turistici i territori.

Nello specifico della ricerca posta in essere da Fareambiente in collaborazione con la testata giornalistica www.frodialimentari.it, è stato quello di usare quale strumento di indagine un questionario semi strutturato. Nella parte finale dell’indagine si è invece analizzato cosa le persone intervistate ne pensassero del territorio sannita, si è analizzata quindi l’immagine percepita del Sannio.

“Già in questa parte è possibile verificare – secondo Anna Zollo, responsabile dell’Ufficio studi e ricerche di Fareambiente oltre ad essere direttore editoriale di frodialimentari.it – come vi sia discrasia fra quanto percepito dai turisti e quanto progettato ( o promosso da parte degli enti preposti). I dati sottolineano come per il 39% l’area sia un comprensorio turistico mentre solo il 3% afferma che sia una meta ideale per visitare siti storici ed archeologici, per il 47% il Sannio è un’area a forte vocazione enogastronomica. Questo dato evidenzia come molto sia stato fatto per creare una tourism reputation nel campo naturalistico e enogastronomico ma poco sia stato fatto per il turismo religioso, culturale e termale”.

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