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SANNIO

“Presepi nel centro storico”: l’I.C. “De Blasio” commuove e si classifica secondo

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A Guardia Sanframondi si è conclusa la terza rassegna-concorso “Presepi nel centro storico”, promossa dal consorzio “Il Guardiolo” con il sostegno dell’Amministrazione comunale e di numerosi altri enti ed esercizi commerciali.

L’Istituto Comprensivo “Abele De Blasio” ha vinto il secondo premio con un presepe legato alla storia della propria comunità, elaborato dagli alunni delle classi terze nel corso di “Arte e immagine” tenuto dalla prof.ssa Angela Garofano. I pastori erano infatti due persone del ceto popolare di Guardia Sanframondi, una postina e un sacrestano vissuti nel secolo scorso, di nome Teresa Mancini e Silvio Sanzari, i quali sono rimasti nella memoria collettiva per la loro umanità, dolcezza, simpatia, disponibilità e forza d’animo. Per queste loro qualità, per questo loro essere, come i pastori dei Vangeli, dei popolani puri di cuore, Teresa e Silvio sono diventati i protagonisti di un presepe che è stato ambientato nel secolo in cui hanno vissuto.

Le immagini di Teresa e Silvio come pastori sono state rielaborate in modo dolcemente fiabesco per interpretare quei sentimenti di tenerezza e nostalgia che la collettività nutre nei loro confronti.

Attraverso un rigoroso lavoro storiografico, ispirato ai principi democratici della microstoria – che ricostruisce la vita della gente comune – e basato su interviste e consultazione di materiale vario, gli alunni hanno anche definito il profilo sociale, economico, culturale e umano della postina e del sacrestano e messo in evidenza le ragioni della popolarità di entrambi, legate sostanzialmente alla loro empatia e a quanto hanno fatto per il prossimo. I “giovani storiografi”, sempre più interessati e affascinati da questo lavoro di riscoperta e di riavvicinamento alle proprie radici, hanno così iniziato a concretizzare quel desiderio di costruire una testimonianza scritta che la comunità guardiese esprimeva da tempo non solo per Teresa e Silvio, ma anche per diverse altre figure popolari del passato recente del paese, e che la scuola realizzerà più compiutamente nel tempo attraverso la composizione di una galleria di personaggi.

Per tutte queste ragioni il presepe ha creato un particolare clima emotivo e di consenso. Le persone che avevano conosciuto Teresa e Silvio si sono commosse a ritrovarli lì, in scala reale, e hanno confermato la loro bontà e il ruolo che essi hanno avuto nel paese. Molti si sono proposti spontaneamente per altre interviste o hanno offerto, tirandole fuori dai loro piccoli musei familiari, tante testimonianze utili alla ricostruzione avviata dagli alunni. In tanti hanno proposto invece di inserire altri personaggi – alcuni dei quali già individuati dagli alunni – o di allestire una esposizione permanente. Infine, i visitatori venuti da fuori, che hanno “scoperto” in quel momento Teresa e Silvio, hanno ascoltato con viva partecipazione le loro storie. Tantissimi sono stati i complimenti agli alunni per la presentazione vivace e precisa del presepe ai visitatori, la quale è stata fatta in compagnia dei genitori, che sono stati un sostegno importante, attento e partecipe.

Il presepe di Teresa e Silvio è stato allestito in un antico e suggestivo frantoio che ha ospitato anche, fuori concorso e su iniziativa delle ex classi 3A e 3B, il “Presepe del XXI secolo” con il quale lo scorso anno l’Istituto Comprensivo ha partecipato alla stessa manifestazione conseguendo la menzione speciale di “Presepe innovativo”. Quest’ultimo, realizzato dagli alunni con la guida delle docenti Angela Garofano e Daniela Tomaselli, attualizzava il messaggio universale di salvezza della nascita di Cristo e trovava i volti e i corpi della sacra rappresentazione tra i diseredati, gli oppressi e le vittime della nostra società.

I due presepi sono stati volutamente affiancati per i loro messaggi complementari: quello dolce e fiabesco di Teresa e Silvio non poteva escludere il messaggio più che mai attuale dell’altro, perché soprusi, guerre e fame dilagano quotidianamente nel nostro mondo; viceversa, la crudezza di quest’ultimo non poteva ignorare l’impegno di quelle persone che, come la postina e il sacrestano, nella loro vita hanno agito per la costruzione del bene comune, seppure in un orizzonte limitato.

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