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Migranti nel Sannio, il dossier sulle criticità dei centri d’accoglienza
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Sono quasi 2mila i migranti ospitati nei centri d’accoglienza del Sannio. Un numero che, molto probabilmente, è destinato a salire nei prossimi mesi. Ma qual è la condizione delle strutture che ospitano i rifugiati? Una domanda alla quale hanno risposto i volontari e gli attivisti dell’iniziativa nazionale” Lasciatecientrare” (www.lasciatecientrare.it). Si tratta di una rete di associazioni che operano sul territorio e che, negli scorsi mesi, ha censito i centri e parlato con i dipendenti, le cooperative e, soprattutto, con i cittadini stranieri ospiti nel Sannio.
Il risultato finale è il dossier “I centri di accoglienza in provincia di Benevento. Situazione e proposte”, che è stato presentato questa mattina nella sala consiliare della Rocca dei Rettori.
“La situazione dell’accoglienza nel Sannio è eterogenea”, si legge nel dossier. In sostanza ci sono alcuni centri che rispettano quasi completamente il contratto d’appalto, mentre in altri sono state riscontrate delle inadempienze. Le criticità principali riguardano il sovraffollamento e la distanza di molte strutture dai centri abitati. Due elementi che tendono ad ostacolare l’integrazione tra i migranti e le popolazioni locali e “creano – secondo il dossier – anche problematiche in merito alla convivenza degli stessi ospiti”.
Va meglio per quanto riguarda il vitto: in alcuni centri sono gli stessi ospiti a cucinare, mentre in quelli dove i pasti vengono serviti dalla struttura proseguono le lamentele per la poca varietà dei cibi, ma in sostanza non sono presenti gravi carenze. Regolare dappertutto, invece, l’erogazione del pocket money giornaliero.
Accanto agli aspetti strettamente legati alla vita nei centri d’accoglienza, il dossier analizza anche il rapporto con le istituzioni e gli iter burocratici da affrontare. Un aspetto abbastanza vario e che muta a seconda dei Comuni di riferimento: “Alcuni – sottolinea il documento – iscrivono i richiedenti asilo nelle liste anagrafiche e quindi rilasciano la carta d’identità; In altre amministrazioni invece per ottenere un documento bisogna superare non poche difficoltà. Il permesso di soggiorno semestrale, infine, viene rilasciato regolarmente, ma spesso è consegnato in ritardo dalla Questura”.
Complessa anche la questione relativa all’integrazione economica: “Nessun richiedente – si legge nel dossier – ha un lavoro regolare”. Un fattore legato essenzialmente alla lunga attesa – in media circa 2 anni – per ottenere l’eventuale riconoscimento della protezione internazionale. Nel frattempo i migranti restano in un limbo legale che rappresenta un ostacolo quasi sempre insormontabile nella ricerca di un lavoro stabile.
Il dossier, però, non è solo un atto di denuncia, ma anche la base sulla quale lanciare nuove proposte sia alla Prefettura che ai Comuni.
La fotografia scattata dai volontari di “Lasciatecientrare” restituisce un quadro tra luci e ombre. Il Sannio resta un territorio ospitale, ma che all’interno di un sistema d’accoglienza nazionale non riesce a garantire – tranne in qualche caso isolato – l’effettiva integrazione dei migranti.
Alla presentazione del dossier erano presenti anche l’assessore Comunale alle Politiche sociali, Patrizia Maio, i rappresentanti della Caritas e del Palazzo del Governo. Si tratta dei protagonisti principali dell’ospitalità sul territorio e, forse, il primo risultato dello studio è già arrivato: il confronto tra le diverse tessere che compongono l’articolato e complesso mosaico dell’accoglienza potrebbe essere un piccolo passo verso il cambiamento dell’attuale sistema.