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La lettera di Zagarese: “Con Del Vecchio per una nuova primavera della città”

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“Un nuovo stile, una nuova primavera” è il titolo di un documento dell’Azione Cattolica della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Terlizzi che mi permetto di prendere in prestito ed immaginare come vorrei che fosse la mia città e soprattutto come vorrei che fosse “governata” la mia città.

 “Se vuoi fare del bene, devi fare politica”, diceva La Pira, oramai anziano, ai giovani. Per lui Politica non era sinonimo di furbizia, compromesso o calcoli elettorali. Era passione e amore per la verità̀. Per un radicato senso di giustizia che pervade ogni attimo della vita. Politica come “il modo più̀ efficace per aiutare il prossimo”. Ecco la carità̀, ecco la misericordia.

Senza fondamenti etici, la Democrazia rischia di deteriorarsi nel tempo. Come disse lo stesso La Pira, bisogna lasciare “l’orto chiuso dell’orazione, bisogna scendere in campo”.

Questa sua espressione potrebbe essere considerata come la “chiamata” dei cattolici a “scendere in campo”, ma non è così, perché proprio La Pira, poi, è stato tacciato di laicismo.

Se il Comune è il luogo “più̀ vicino al cittadino” dal punto di vista istituzionale, esso è anche il luogo “più̀ quotidiano”, nel quale lo stesso cittadino incontra lo Stato. Il che significa che compito precipuo di coloro che hanno la responsabilità̀ dell’amministrazione è quello di spingere tutti, e sempre di più̀, verso una cittadinanza compiuta che si fondi sul valore della persona e sul suo sviluppo integrale.

Per assolvere tale compito occorre che, chiunque aspiri a reggere la cosa pubblica, risponda a un insieme di requisiti previsti dalla Carta Costituzionale.

E’ fondamentale un alto comportamento etico sia nella vita pubblica che privata; è fondamentale formarsi per acquisire le competenze, le capacità e la necessaria esperienza, senza improvvisare mai nulla; vivere il proprio impegno amministrativo come “servizio” alla città, ossia come impegno disinteressato di tempo, di energie, di studio, come capacità di ascolto, come esercizio di onestà e di giustizia; rendere meno disuguale la città, pensando anzitutto ai più deboli.

Ricordare che se è giusto dare conto del proprio operato ai propri elettori, lo è ancora di più̀ darlo alla propria coscienza (Documento Azione Cattolica. Diocesi di Molfetta).

Questa è per me la “nuova primavera” un nuovo stile di chi crede di volerci governare e rappresentare. Rileggendo i contenuti del programma elettorale del candidato Raffaele Del Vecchio, devo dire che sono molto coerenti e che richiamano questi concetti che hanno sempre al centro la dignità dell’uomo, cosa che non mi è parso di sentire nel “dire” di altri candidati che hanno sempre vantato la loro estrazione culturale cattolica.

Un programma elettorale fatto di enunciati, e promesse non ha valore, non è credibile, è un semplice slogan strumentale. Siamo stanchi di personaggi che hanno fatto della politica una professione e ora, scoprono di “amare” la nostra Benevento. Mi domando se mai l’hanno vissuta. La speranza è che ciascun politico, in qualsiasi momento, di fronte a qualsiasi decisione, tenga sempre a mente questa frase di Giorgio La Pira, sindaco di Firenze, nella metà degli anni ’50: “Fino a quando starò a questo posto, mi opporrò̀ con energia massima a tutti i soprusi dei ricchi e dei potenti. Non lascerò̀ senza difesa la parte debole della città; chiusura di fabbriche, licenziamenti e sfratti troveranno in me una diga non facilmente abbattibile…il pane, il lavoro è sacro, la casa è sacra. Non si toccano impunemente.

La politica senza etica è cieca, l’etica senza la politica è vuota (Kant). Inviterei i nostri politici ad avere veramente rispetto di tutti noi che hanno l’onore di rappresentarci.

E’ sotto gli occhi di tutti lo spettacolo che giornalmente siamo costretti a guardare. Ben vengano allora candidati Sindaci “Giovani” proiettati verso la costruzione di un futuro diverso.

Preferisco terminare e “volare alto” ricordando il pensiero di Don Tonino Bello: “Il nostro modello di stato sociale, infatti, assomiglia proprio a un albero le cui radici sono costituite dal popolo e i cui rami sono dati dalle pubbliche istituzioni. Il compito del fusto, cioè dei partiti, è quello di raccogliere e coordinare le istanze vive della base per tradurle in domanda politica organica che vada a innervarsi sui rami”.

Coraggio Raffaele, so che credi veramente in questi valori, non fermarti, ma soprattutto continua a tenere “alto” il tuo pensiero politico, tu potrai essere una “nuova primavera” insieme alla tua futura giovane e giovanile giunta”. (Pasquale Zagarese – responsabile dell’Unità specializzata di Senologia all’ospedale “Rummo”)

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