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CULTURA

“Ntr24 for mission” in Tanzania: l’ospedale di Itigi

Seconda puntata dello speciale della web tv sannita per conoscere i progetti umanitari realizzati in Africa dai Missionari del Preziosissimo Sangue

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“Matumaini”…“Speranza”. Tutto ha inizio con una puntura, un’azione indolore. La zanzara arriva di notte, si posa su una parte del corpo lasciata scoperta e assume la posizione incurvata e con la testa bassa tipica di un corridore ai blocchi di partenza. Poi affonda la sua bocca a punta nella carne. Ha zampe esili e ali chiazzate: è del genere Anofele, l’unico insetto capace di trasportare il parassita umano della malaria. Mary, Joseph e Said non sanno molto di zanzare, ma nonostante la giovanissima età, hanno imparato ben presto ad affrontarle lottando tra la vita e la morte. Quando si sono manifestati i primi sintomi della malattia, quella che uccide un milione di persone ogni anno, le loro famiglie hanno venduto gran parte del poco che possedevano per pagare il viaggio verso Itigi e dare loro una speranza per il futuro.

Sì, perché l’ospedale San Gaspare di Itigi fa proprio questo: dona una speranza in più a chi, altrimenti, avrebbe un’aspettativa e una qualità della vita troppo basse. Mary, Joseph e Said ce la faranno. Hanno vinto la loro battaglia e potranno tornare salvi a casa.

Nato negli anni Ottanta, grazie all’opera dei Missionari del Preziosissimo Sangue, il St. Gaspar Hospital è diventato ben presto il motore trainante di Itigi, una città da 20mila abitanti circondata da villaggi rurali e sorta nella parte occidentale della Tanzania, in un’area poco sviluppata e completamente immersa nella savana.

Oggi il nosocomio dei padri di San Gaspare del Bufalo è divenuto un punto di riferimento sanitario per tutta la zona nord del Paese. Non solo: dà lavoro fisso a buona parte della popolazione della zona e ha stimolato negli anni lo sviluppo di tutta l’area circostante, tramite progetti agricoli e zootecnici per l’autosostentamento del complesso sanitario e per gli agricoltori del posto.

La struttura si occupa a 360° della popolazione, rispondendo alle necessità non solo mediche e offrendo servizi specializzati e di qualità. Tutti, adulti e bambini, arrivano da ogni parte della nazione per farsi visitare, spesso percorrendo distanze molto lunghe e con mezzi di fortuna.

“Nel 2015 – spiega il missionario e direttore amministrativo Seraphino Leonard Lesiriam – abbiamo curato circa 4300 bambini sotto i 5 anni. Dai 5 anni in su, abbiamo curato invece 26500 persone: è un buon numero, anche se non è sufficiente perché è fondamentale far capire alla popolazione l’importanza di recarsi in ospedale.

Molti genitori – continua – non comprendono l’importanza di portare i figli in ospedale per i problemi di salute: il primo motivo è la mancanza di istruzione; il secondo è la paura dei costi per le cure e noi dobbiamo eliminare questo timore. Questo è quello che abbiamo realizzato nel 2015: ringraziamo tutti quelli che ci hanno aiutato a curare i bambini con grande amore, in particolare il personale, i missionari del Preziosissimo Sangue e tutti i benefattori”.

I NUMERI – Oltre 350 i posti letto, più di 250 gli addetti tra medici e parasanitari. Migliaia i ricoveri, le visite a pazienti esterni e gli esami di laboratorio: questi i numeri di un ospedale che è ai primi posti nella nazione per gestione, qualità dei macchinari, specializzazione e funzionalità. Grande attenzione è rivolta anche alla formazione grazie alla creazione di una scuola per infermieri: durante gli anni di studio gli allievi non solo acquisiscono competenze teorica, ma possono utilizzare dei laboratori attrezzati con strumenti recenti. A questo si aggiunge la possibilità di fare pratica nell’ospedale migliorando sempre di più nelle competenze e nella manualità.

Nonostante i grandi risultati ottenuti negli anni, le sfide da affrontare quotidianamente in un posto poco sviluppato sono davvero tante.

“L’ospedale San Gaspare – prosegue il manager Lesiriam – ha davanti a sé grandi sfide: la prima riguarda la carenza di specialisti. Ci sono specialisti medici, insieme con dottori generici, ma abbiamo bisogno di professionisti di grande esperienza e competenza per i casi che arrivano nel nosocomio. Un altro problema sono la necessità di medicine e la difficoltà di approvvigionamento: anche quando andiamo a cercarli, spesso non sono farmaci appropriati.

Il terzo punto – continua – riguarda il personale e le attrezzature: quello che abbiamo non è sempre specializzato per utilizzarle. Ad esempio, in magazzino abbiamo un endoscopio ma non abbiamo chi lo sa usare a pieno.

Altro esempio è la TC Scan, che usiamo, ma ci manca un esperto per la lettura delle immagini. Insieme a questi disagi, abbiamo molti malati che non hanno la possibilità di pagarsi le cure. Questo è un grosso problema: o vanno via lasciando qui i degenti o lasciano l’ospedale senza permesso e prima della fine delle cure. Questa per noi è una sfida quotidiana: cercare di trovare una soluzione in un modo o nell’altro”.

Dal reparto di maternità a quello di chirurgia, dal pronto soccorso alla medicina generale: ogni area del Saint Gaspar Hospital è identificata con una parola in swahili per esortare i pazienti, sia grandi che piccini, che varcano la porta di ingresso per ricevere le cure.

Cuore della struttura è Pediatria, un’ala che può accogliere fino a 150 tra bambini e adolescenti, nata nel 2014 in collaborazione con il Bambin Gesù di Roma. Una corsia altamente specializzata, composta da un blocco operatorio, dagli ambulatori di odontoiatria, otorino e oculistica e dalla terapia intensiva.

“In questo momento – evidenzia il direttore amministrativo Seraphino Leonard Lesiriam – l’ospedale San Gaspare fornisce un servizio di qualità se paragonato alle altre realtà, in particolare quelle della zona centrale del Paese. Vogliamo migliorare ancora, in particolare con i laboratori dove abbiamo bisogno di aumentare le analisi, per curare velocemente, con cognizione e in modo più efficiente.

L’obiettivo per il futuro è aumentare gli specialisti: non è necessario che siano dipendenti fissi dell’ospedale, ma possono essere anche quelli che vengono ad aiutarci per un breve periodo, in modo tale da far arrivare gente dalle aree limitrofe. Per il futuro – conclude il dirigente – vogliamo offrire un servizio migliore, ascoltare di più i pazienti, migliorare l’ambiente, continuando a gestire un posto pulito. Vogliamo fare un discorso di qualità: questa è la nostra mission per andare avanti nel futuro”.

UN VIAGGIO SPECIALE – Itigi e il suo ospedale sono uno di quei viaggi dai quali non torni. Quei posti che ti rivoluzionano l’esistenza, quelli che dopo non è più uguale. Quei posti che dopo è diverso, perché tu sei diverso.

Amare e tendere la mano. Queste sono le due cose che ti riportano a fare Itigi e il suo ospedale. Insegnandoti che la felicità è starsene in un luogo in cui anche un piatto di riso con fagioli al giorno ti dà serenità, se vivi in un posto dove dall’alba al tramonto fai quello che desideri fare e spendi il tempo per gli altri. Toccando con mano la sofferenza dei malati, Itigi e il suo ospedale ti consegnano un dono per la vita: la consapevolezza dell’essenziale, dei valori importanti, il piacere per le piccole cose, che per quanto minuscole e insignificanti, lì sono in grado di strappare ad un bambino e ad un adulto il sorriso più radioso in cui ti sia mai imbattuto. Il lavoro dei medici e dei padri missionari lì, nel nulla del nulla, dà senso a tutto: in un posto dove scarseggiano i farmaci, sarà facile trovare l’antidoto efficace per imparare ad accettare ciò che la vita ci offre, nel bene e nel male, dando il giusto peso ai nostri problemi e alle nostre gioie.

“Non ci abbandonate, non vi stancate di noi anche quando tutto il contorno può spingervi alla sfiducia. Insegnateci a usare le macchine. Insegnateci soprattutto a saperle riparare; insegnateci a saper preparare da noi stessi le medicine, così che possiamo dipendere il meno possibile dagli aiuti all’estero, che spesso siamo costretti a pagare con moneta che noi non abbiamo…” (dal discorso dell’ex presidente della Tanzania, Alì Hassan Mwinji)

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