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Valle Telesina

Gianluca Aceto: “Perché l’esperienza di Vinci Telese si è conclusa”

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“Sono consapevole di aver rappresentato una voce scomoda: ho sempre espresso con autenticità le mie posizioni, e fino all’estate del 2013 (vicenda biodigestore) ritenevo che tale schiettezza, posta alla valutazione di persone intelligenti, potesse rappresentare un valore aggiunto per il gruppo di cui ero parte. Ho dovuto progressivamente accettare il fatto che non era (né sarebbe mai stato) così.

Nonostante non ricopra più incarichi esecutivi, continuerò ad avanzare proposte per attuare i punti programmatici non conclusi o ancora da avviare. A causa di un accordo preelettorale con l’ex sindaco Gennaro Capasso – accordo tenuto segreto al sottoscritto e a molti altri – il sindaco ha evitato, come alcuni di noi pure gli chiedevano, di agire sui seguenti punti: verifica delle reali condizioni di bilancio, il cui equilibrio formale apparve da subito perlomeno azzardato; verifica dello stato dei contenziosi in atto, la cui massa totale si appalesava nella sua enormità; riorganizzazione della macchina amministrativa, che necessitava di una immediata e radicale ristrutturazione.

Fu chiaro che non era possibile intervenire su questi aspetti vitali. Si affacciava il rischio concreto di svilire la richiesta di svolta e di rinnovamento che ci era stata notificata con l’investitura popolare. Ed infatti numerose furono le imposizioni che il sindaco subì e fece subire a tutti noi: il bilancio continuava ad essere un esercizio esoterico e ricco di fantasia numerologica, fino all’ultima operazione di serietà (30 ototbre 2014).

Svanito il tempo della chiarezza economico-finanziaria, da effettuarsi mediante una verifica reale dei conti, i debiti passati cominciarono a riversarsi implacabili sulla nostra gestione.

Clamoroso risultò il dato dei contenziosi, che “maturavano” sotto la nostra amministrazione: milioni di euro che poco alla volta arrivarono a bloccare ogni possibilità di manovra gestionale. Non solo. Molti dei contenziosi più importanti erano stati affidati ad un solo avvocato, talvolta anche quando sarebbe stato conveniente risparmiare le spese legali, visto il certo esito negativo. A questo unico avvocato, a partire dal 2004-2005, il Comune di Telese Terme ha pagato parcelle per importi che potrebbero essere superiori ai 200 mila euro.

Sul ruolo di Telese nel comprensorio, mi pare emergere un dato: un sostanziale isolamento politico di Telese, o comunque una difficoltà di relazione con una parte significativa del comprensorio. In queste condizioni, risulta impossibile immaginare, condividere e attuare una strategia a medio e lungo termine. Camminare a vista è stato l’esito ineluttabile.

Una prova ulteriore è da rilevare nella mancata attivazione del cosiddetto Consorzio lago, costituito con il comune di Solopaca. Noi non siamo riusciti nemmeno a nominare i nostri delegati. Perché? Perché il sindaco non ha voluto

Riguardo alla possibilità di disporre di progettazione qualificata, ricordo quello che – a mio avviso – è stato un altro grave errore: non si è voluto costituire un gruppo di progettazione che sviluppassero ai sensi del codice degli appalti i progetti disponibili, che spesso non meritavano nemmeno l’appellativo di “preliminari”.

Altrettanto sbagliata si è rivelata la scelta, interamente in capo al sindaco, di non procedere con l’approvazione del PUC. Dopo innumerevoli incontri – tecnici e politici – dopo aver prodotto idee e anche osservazioni, per motivi che sfuggono alla mia comprensione il sindaco ha deciso di bloccare tutto. Perché? Perché un’amministrazione che voleva ricandidarsi ad una seconda consiliatura ha dovuto rinunciare – per volontà individuale del sindaco – a questo straordinario e irripetibile strumento di pianificazione, di confronto, di dialogo con le forze produttive e sociali della comunità?

A quasi cinque anni dall’insediamento, e dopo la revoca del 5 dicembre 2014, sono persuaso che la mancata risoluzione di alcuni problemi è da ricercare nell’insieme di concause ricadenti tanto nella deliberata volontà quanto nei limiti complessivi della compagine. Alcuni esempi che possono aiutare a capire perché un percorso che aveva suscitato tante aspettative possa caratterizzarsi in maniera molto differente dalle attese: a. Problemi procedurali sono da rilevare nel campo dei rifiuti, dove a uno straordinario impegno politico e programmatico – si veda relazione di fine mandato – ha fatto da contrappunto lo sfortunato esito di una prima gara (2012) e il tormentato iter della seconda, aperta a valle di un ampio lavoro di approfondimento tecnico e del conseguente piano industriale. Come è ovvio che sia, un assessore non deve entrare nelle procedure. Fatto sta che le ricadute politiche degli esiti delle medesime procedure sono tutte a suo carico. Stesso discorso vale per la mancanza dei sacchi per la raccolta differenziata, registratasi nelle ultime settimane per scelte indipendenti dalla volontà del sottoscritto; b. Per alcuni incarichi si è proceduto ad affidamenti diretti, per altri, riguardanti peraltro cifre irrisorie, il sindaco avrebbe preferito l’evidenza pubblica. Forse perché a proporre questi ultimi era il sottoscritto. È stata soltanto la valutazione tecnica della segretaria comunale a far capire al sindaco quello che a me pareva autoevidente: l’ingiustificabilità dei diversi criteri ipotizzati dal sindaco; c. La presenza del sottoscritto in Provincia (argomento sul quale ritornerò), lungi dall’essere percepita come un’opportunità per il comune, è stata interpretata come un fastidioso ingombro Basti pensare a due vicende emblematiche: – Depurazione. Sul territorio di Telese vengono utilizzate risorse per circa 11 milioni di euro, destinate al completamento della rete fognante sulla Piana, al rifacimento della fognatura principale di via Roma e all’apertura di un nuovo depuratore, in sostituzione dell’attuale. Si tratta di opere destinate a risolvere antichi problemi; − Allargamento dell’Istituto “Telesi@”. Al centro di mesi e mesi di polemiche strumentali e capziose, sta per essere approvato il progetto definitivo e l’opera è stata inserita nel Piano pluriennale provinciale.

Entrambi questi progetti strategici nascono anche e soprattutto dall’azione del sottoscritto, che ha firmato (depurazione) o promosso (Telesi@) gli atti essenziali, seguendo personalmente le vicende. Ebbene, nei tanti comunicati stampa a firma del sindaco, diramati negli anni, è stata spesso ringraziata la Provincia per la disponibilità e il lavoro in favore della nostra comunità. Mai è stato citato, nemmeno per sbaglio, il nome del sottoscritto. In ultimo, lo scorso 6 dicembre, sono state ringraziate le persone di Aniello Cimitile e Claudio Ricci. Ognuno è libero di farsi l’idea che vuole. d. Un impegno disatteso: parlare con la persone, renderle partecipi, anche attraverso incontri di quartiere, di quello che si provava a fare per la comunità tutta. Qui non c’è scusa che tenga, non ci volevano soldi né grandi strategie: bastava la volontà. Si è scelta una strada diversa, di chiusura in noi stessi.

Vicenda biodigestore. Dopo l’incontro pubblico del 16 maggio 2013 fu adottata una delibera di giunta che istituiva un gruppo tecnico – aperto a tutti – che potesse esprimere una valutazione sulla tecnologia e sullo studio di fattibilità approvato dalla Provincia di Benevento. Come al solito, si deve alla sensibilità e alla responsabilità del sottoscritto aver intuito dei problemi nella maggioranza e aver chiesto la convocazione di una riunione.
Presi atto delle mutate opinioni di una parte della maggioranza, affermando che avrei portato a termine il lavoro del tavolo tecnico accettando che – a prescindere dalla risultanze dello stesso – l’impianto non si sarebbe realizzato sul sito oggetto della fattibilità su cui nel frattempo erano emersi reali problemi amministrativi, imputabili alla pessima gestione Capasso.

Con la chiarezza di sempre, aggiunsi che, ritenendo il più grave degli errori politici quello di fermarsi a metà del guado, dopo aver approfondito tra noi tutti gli aspetti della vicenda, avrei riflettuto sulla mia permanenza in amministrazione. La franchezza e la correttezza che può avere soltanto chi è a posto con la propria coscienza e disgiunge il proprio parere personale dalle condizioni politiche di contesto: se parte della maggioranza si era sentita in difficoltà, a me spettava il dovere di riflettere seriamente sulle mie responsabilità.

Fu pertanto una vera sorpresa – una delle tante – apprendere dalla stampa che il sindaco anticipava che il biodigestore non si sarebbe comunque realizzato. Fu un gravissimo errore: con quella mossa, il sindaco tendeva ad evidenziare l’isolamento del sottoscritto, a cui imputare la “colpa” dei fatti accaduti.

Seguirono mesi di riflessione, fin quasi alle dimissioni, preparate nell’autunno del 2013. Perché non furono presentate? Per due motivi molto semplici, che naturalmente il sindaco e altri non hanno afferrato: a. le dimissioni del vicesindaco, il più votato in assoluto, subito dopo quelle di Gennaro Capasso, avrebbero probabilmente causato la fine politica dell’amministrazione Carofano, in cui tanti cittadini avevano creduto; b. era assolutamente necessario realizzare alcune importanti azioni di programma, prima di gettare la spugna, e dare prova – ancora una volta – delle motivazioni per le quali il sottoscritto ha spesso dovuto accettare di interloquire ad un livello che non considerava e non considera consono alla città di Telese Terme.

A scanso di equivoci, si ricorda che il sottoscritto ha da sempre rinunciato alla indennità di carica destinandola alla spesa sociale (circa 70.000 euro), come dettagliato nel consiglio comunale del 30 ottobre 2014.

Prima di decidere sulle dimissioni, avendo fatto tesoro di quanto accaduto in precedenza, inviai ripetutamente al sindaco i punti programmatici su cui chiedevo di poter agire, essendo stato impedito, fino ad allora, da discutibili e inintellegibili assetti di bilancio. Ne nacque un documento programmatico molto stringente, accettato – per quanto di malavoglia – dal sindaco. Un vero e proprio aut-aut fu la questione della scuola elementare, su cui tornerò a breve.

Si sintetizzano i risultati raggiunti nel 2014, a valle dell’azione testé ricordata (il dettaglio può essere ricavato dalla relazione di fine mandato): a. pacchetto Smart City; b. sottoscrizione Mayors Adapt; c. predisposizione atti per istituzione energy manager; d. avvio Piano per la localizzazione dei ripetitori e delle antenne; e. progetto Hachikō; f. istituzione servizio di guardie ambientali e zoofile; g. protocollo educazione ambientale: sottoscrizione e avvio attività; h. sperimentazione isola pedonale area circumlacuale; i. rimodulazione e implementazione servizi rifiuti a costi invariati (vetro porta a porta, olio, pile, farmaci); j. consolidamento raccolta differenziata, con il premio “Comuni ricicloni”; k. monitoraggio aree oggetto di abbandono e rogo dei rifiuti; l. partenza progetto riduzione a monte dei rifiuti; m. progetto “Non più Leonia”; n. piano industriale e nuovo appalto rifiuti (attualmente oggetto di ricorso al TAR); o. regolamento comunale gestione rifiuti; p. regolamento per l’assimilazione dei rifiuti speciali agli urbani; q. delibera di Giunta, dibattito consiliare e mozione per la bonifica della discarica di Sotto la Ripa; r. prosecuzione dello smaltimento dei rifiuti accumulati presso la discarica Sotto la Ripa nel 2007; s. interlocuzione con il CONI per l’analisi dell’impiantistica sportiva e la predisposizione di uno studio di fattibilità finalizzato alla riqualificazione energetica degli stessi.

L’intervenuta revoca ha ritardato la discussione dei seguenti provvedimenti: a. progetto preliminare Smart House; b. piano GPP (acquisti verdi); c. regolamento polizia ambientale e rurale; d. regolamento diritti animali; e. aggiornamento PAES; f. proposta per tetti fotovoltaici; g. studio di fattibilità per l’integrale passaggio alla tecnologia LED nella pubblica illuminazione; h. Ordinanza “Telese città accogliente” e marchio di sostenibiità ambientale “2020: Telese smart&green”; i. Piano di gestione “Le vie dell’acqua”.

Oltre alle tematiche di competenza, i due principali risultati, raggiunti dopo la sofferta decisione di non rassegnare le dimissioni, riguardano l’edilizia scolastica. L’atavico problema del Telesi@, aggravatosi dopo la disdetta del proprietario privato, è in via di risoluzione grazie ad una costante azione di sollecitazione portata avanti dal sottoscritto, spesso persino recuperando incidenti diplomatici e incomprensioni derivanti da un atteggiamento del sindaco a dir poco ondivago e spigoloso. Dopo l’approvazione del preliminare, siamo in attesa del definitivo. Intanto, l’intera opera, per un importo complessivo di 4,5 milioni di euro, è stata inserita nella programmazione provinciale.
Altrettanto significativa può essere la ricostruzione di come si è arrivati a finanziare la messa in sicurezza sismica dell’edificio adibito a scuola elementare.

In seguito al terremoto che nel 2002 fece crollare la scuola di San Giuliano di Puglia, in Molise, ci fu un vasto movimento che chiese all’amministrazione dell’epoca di verificare la sicurezza dello stabile di viale Minieri. Il sottoscritto, Gianluca Serafini e Pasquale Carofano – allora aventi diversi ruoli all’opposizione – furono tra gli animatori del movimento.

Ebbene, se non fosse stato per il sottoscritto, quella giusta battaglia sarebbe stata totalmente dimenticata dall’amministrazione di oggi. Solo con un autentico aut-aut è stato possibile candidare in via prioritaria questo progetto nell’accelerazione della spesa, dopo che ripetutamente il sindaco ha chiesto di non presentarlo, visto che avrebbe dovuto necessariamente ricevere quella priorità che l’avrebbe anteposto oggettivamente al rifacimento di qualche marciapiede, opera sicuramente più visibile. Salvo poi manifestare, il sindaco, la preoccupazione che non si riuscisse a ultimare il progetto entro il termine del 15 gennaio 2014. Il 29 dicembre 2013, infatti, si erano avvertite le scosse telluriche nel Matese, che provocarono molti danni in alcuni centri vicini.

Le elezioni provinciali rappresentano un capitolo particolarmente interessante, esemplare. Nel corso del 2014 – vale a dire l’anno precedente a quello delle elezioni comunali e regionali – la maggioranza non si era mai riunita. Le prime due occasioni sono venute dalla richiesta del sottoscritto allo scopo di discutere proprio delle provinciali.

Preliminarmente, occorre riflettere sulla grande occasione mancata dal sindaco e dalla maggioranza. Infatti il comune di Telese Terme, vista la fascia di appartenenza, avrebbe potuto aspirare ad eleggere un proprio rappresentante. Sarebbe stato anche il modo – come è palmare anche ai bambini – per rinsaldare la maggioranza in vista delle elezioni comunali, coordinando i ruoli da dare a ciascun componente e garantendosi un rappresentate provinciale. Niente di tutto questo. Le provinciali sono divenute l’ennesimo teatro di scontro, a causa dei colossali errori politici commessi da molti protagonisti. Emerge chiaramente la balcanizzazione dell’amministrazione telesina, incapace di avere uno straccio di strategia collegiale e concentratissima – tanto per cambiare – nel tentativo di affossare chi provava ad elevare il livello della discussione.

Le perplessità e le preoccupazioni manifestate dal sottoscritto sono molto più diffuse di quanto si voglia far credere. Ma la chiarezza e la sincerità sono state ripagate con l’accusa di non aver mai sostenuto il sindaco in cinque anni di consiliatura.

Mi toccava pertanto ricordare, al sindaco e all’intera maggioranza, che l’unico difendere il sindaco nelle giunte in cui Capasso lo metteva in difficoltà, delegittimandolo sistematicamente, e talvolta anche davanti ai dipendenti, era stato proprio ed esclusivamente il vicesindaco. E sempre quest’ultimo separò Capasso e Carofano in un’accesa riunione in seguito alla liquidazione, avvenuta il 30 dicembre 2012, di ben 86.000 euro al solito avvocato. In quegli stessi giorni il comune non era in grado di dare contributi alla famiglie bisognose. Fu il vicesindaco, anche in quella occasione, a sostenere il sindaco, senza se e senza ma, e ad argomentare politicamente contro Capasso, facendone emergere le contraddizioni e l’incompatibilità politica con il nostro percorso.

Non era la prima volta che accadeva questo: io ero sempre stato l’unico e solo a difendere apertamente il sindaco. Anche in quella circostanza, tuttavia, quest’ultimo pensò bene di tirarsi fuori dalla mischia, che lui aveva voluto e cercato, e il sottoscritto si trovò a scontrarsi – da solo – con Capasso. Questo il clima imperante, questi i fatti. Nella riunione di sabato 14 novembre 2014 il sindaco, costretto a ritirare la sua affermazione sulla condotta del vicesindaco, alla presenza di tutta la maggioranza che ne è testimone, chiese tuttavia la sottoscrizione di un documento politico contenente l’impegno a sostenerne la candidatura. Solo quattro consiglieri si dichiararono disponibili alla sottoscrizione, pertanto il documento fu ritirato e mai più proposto. Ne nacque un acceso dibattito, con alcuni consiglieri che reclamavano l’entrata in giunta, attaccando gli assessori.

Il problema non era più solo Gianluca Aceto, che continuava a chiedere proposte politiche concrete, ma la guerra di tutti contro tutti.

Né prima e né dopo quelle discussioni il sindaco ha ritenuto di verificare con il sottoscritto se si potevano creare – insieme – le condizioni per ristabilire modalità politiche produttive, a vantaggio certamente della coalizione ma soprattutto di Telese. Mai una telefonata, mai una richiesta di incontro, mai una proposta. Le strade c’erano, ma il sindaco non le ha nemmeno volute cercare.

Di qui la scelta della revoca, un atto talmente forte e dirompente che poche volte (forse una soltanto?) si era verificato nel passato recente. L’ennesimo colpo contra personam, con il belletto politico. L’ultimo di una lunga serie.

Il sindaco era a conoscenza del fatto che – in mancanza di novità – sarei stato io stesso a trarne le conseguenze, dimettendomi prima dell’incipiente Natale. A differenza di molti altri, infatti, il sottoscritto è in grado di comprendere quando è necessario o perlomeno opportuno un passo indietro.

È del tutto evidente che il sindaco ritiene circoscritto allo scrivente i problemi politici della maggioranza, e che la revoca è stata ritenuta atto indispensabile al rilancio della sua coalizione. Solo il tempo potrà essere giudice imparziale.

Ho sempre affermato con lealtà che l’attuale maggioranza, evitando di cullarsi sulle difficoltà degli avversari storici, marcasse profondi problemi interni ed esterni, tali da compromettere l’esito elettorale. Ho anche aggiunto che comunque, pur nell’ipotesi di vittoria, vivere altri cinque anni di amministrazione come i precedenti era un esito assolutamente lontano dalla mia impostazione politica e personale.

I fatti degli ultimissimi giorni – saldo TARI, accertamenti ICI annualità pregresse, mancanza dei sacchi per la raccolta differenziata e conseguente variazione di bilancio – hanno causato grave disagio ai cittadini e confermato la percezione di una sostanziale perdita di controllo da parte del decisore politico, che sembra chiuso in se stesso e avvitato nella propria autoreferenzialità.

Spero sia abbastanza evidente l’assoluta mancanza – nella mia posizione – di acredine o di risentimento personale. Le mie valutazioni rivestono carattere squisitamente politico. Per lo stesso motivo – come pubblicamente affermato anche in passato – valuterò con serenità gli atti futuri della maggioranza, contro la quale non avrò certamente spirito distruttivo. Anche in questo – spero – si potrà riconoscere una certa distinzione rispetto ad altri attori politici.

Se avessi voluto tenere un atteggiamento opportunistico, avrei lasciato la maggioranza da tempo, scaricando sugli altri il peso delle conseguenze politiche e amministrative che ho cercato sin qui di analizzare. Ero e sono consapevole che il mio senso di responsabilità – e di lealtà – nei confronti dell’elettorato e della maggioranza mi avrebbe fatto pagare un prezzo salato, minando l’unica dote di cui ero portatore: la credibilità politica acquisita in tanni anni di battaglie coerenti e consequenziali.

Riconosco al sindaco di aver ricoperto l’incarico con grandissima onestà e grandissimo impegno. Ma questo non è bastato. Qualunque sia il futuro, mi pare evidente che l’esperienza di Vinci Telese – intesa come contenitore politico nato in una determinata fase e con determinati protagonisti – può dirsi conclusa. Com’è ovvio, le presenti osservazioni costituiscono solo un punto di vista, che si sottopone al vaglio critico di chi la pensa diversamente.

Resta l’amarezza per l’occasione perduta: costruire un forte gruppo sociale e politico, un gruppo che, sulla base dell’onestà e della trasparenza, sapesse darsi un orizzonte temporale tanto ampio da consentire, attraverso grandi scelte strategiche, di trasformare Telese e il comprensorio telesino. Un gruppo che sapesse ricomporre una parte delle fratture sociali che tuttora vivono tra i nostri concittadini. Un gruppo, infine, vocato alla politica, non al chiacchiericcio o al tifo da stadio.

Occorre lavorare ad una proposta politica seria, che faccia tesoro degli errori commessi per elaborare un percorso avveduto e di ampio respiro, che sappia coinvolgere forze innovative, anche nei nomi e nelle biografie. Occorre far nascere un gruppo coeso e determinato, che lavori innanzitutto sulle strategie e sulle scelte di fondo. Penso che Telese meriti questo. Se l’accusa è di averlo detto con schiettezza, mi dichiaro irrimediabilmente colpevole”.

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