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Oasi del lago di Campolattaro, il WWF: “L’area è divenuta territorio di caccia. La Provincia affronti la situazione”

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“Nei giorni scorsi la stampa locale ha riportato un “allarme” lanciato dai cacciatori per i cinghiali ed altri animali selvatici catturati e uccisi mediante lacci ed altre pratiche nell’Oasi del Lago di Campolattaro la cui gestione è stata affidata alla nostra associazione nel 2003 dalla Provincia di Benevento”. Così il Wwf Sannio in una nota diffusa alla stampa in merito all’attività venatoria nell’Oasi di Campolattaro.

“Finalmente – prosegue il comunicato – se ne sono accorti anche i cacciatori, dopo anni di segnalazioni verbali e diverse denunce scritte effettuate da questa Associazione alle istituzioni e Forze dell’Ordine (Provincia, Polizia Provinciale, Corpo Forestale dello Stato, Carabinieri). Il fenomeno è ben noto, tanto è vero che nel febbraio 2011 la Provincia di Benevento convocò una riunione con il WWF e le associazioni venatorie per ‘esaminare la richiesta dei proprietari di terreni agricoli ricadenti nel perimetro dell’Oasi [… che] lamentano danni alle colture agricole causate dalla colonia di cinghiali che hanno trovato un habitat a loro congeniale proprio a ragione della zone umida dell’Oasi’.

Nella riunione – prosegue il Wwf – si concordò di effettuare un censimento per ottenere dei dati quantitativi ed obiettivi sui quali basare eventuali iniziative, ma tale censimento non fu mai effettuato ed i cinghiali hanno continuato a scorrazzare, anche nei campi coltivati. Si badi che il cinghiale è una specie particolarmente prolifica, che nelle nostre zone non ha praticamente predatori naturali e che è stata ripopolata fino a pochi anni fa (sembra ancora nel 2008-2009) con individui provenienti da allevamenti e ovviamente non da parte del WWF ma proprio dal settore venatorio.

Nel frattempo, invece, – sottolinea la nota – a causa delle note difficoltà finanziarie della Provincia di Benevento, il contributo previsto per la convenzione con la nostra Associazione non è stato più erogato, con il risultato dell’interruzione della vigilanza affidata all’unica guida prima in servizio. Da oltre tre anni la gestione dell’Oasi continua su base volontaria, le attività e gli eventi sono autofinanziati con i contributi dei visitatori che a stento coprono le spese. Non è possibile nemmeno la manutenzione delle poche strutture (centro visite e sentiero natura), figurarsi la sorveglianza di oltre 1000 ettari lungo la fascia di circa 10 km lungo le rive dell’invaso!

Tuttavia, proprio nei giorni scorsi il Settore Caccia e Pesca della Provincia di Benevento – proseguono i membri dell’associazione – ha ripreso l’iniziativa per eseguire il censimento dei cinghiali ed attendiamo con impazienza questo risultato in modo da debellare la triste pratica del bracconaggio, in genere mediante i lacci. Non si hanno segnalazioni, per fortuna, per “altri animali selvatici” né di “altre pratiche” (per esempio reti da uccellagione), probabilmente proprio grazie alla presenza costante, anche se non numerosa, di volontari e visitatori e ai frequenti articoli sulla stampa che riportano notizie ed informazioni positive relativamente alla ricca biodiversità dell’Oasi.

Ci auguriamo – conclude la nota – che il presidente della Provincia affronti con urgenza la questione, garantendo il giusto trattamento ad una delle Oasi più belle e importanti non solo della Campania ma anche del Mezzogiorno d’Italia, come ha dimostrato il recente premio come “Oasi più bella per il birdwatching” assegnato dall’associazione EBN con un concorso annuale”.

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