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Il giornalista Gad Lerner a Benevento per parlare di immigrazione e diritti umani
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Il giornalista di origine ebraiche Gad Lerner chiude il ciclo di conferenze organizzate dal dipartimento Demm dell’Università del Sannio in collaborazione con Mediteranneo sociale, finalizzato alla discussione su temi utili a costruire un modello di sviluppo e di società diverso, incentrato sulla persona, sulle comunità locali e su dimensioni economiche che oltrepassino l’obiettivo, risultato fallimentare, del profitto.
Una sfida alla globalizzazione, dunque, snodatasi attraverso confronti e ospiti su temi utili a costruire una nuova forma di economia civile e che ha promosso l’istituzione di un master di II livello in Manager di imprese Agro-sociali e di reti territoriali che partirà a Ottobre prossimo.
In questo senso non poteva che concludersi con un dibattito sul tema dei migranti e diritti umani violati con la presenza di un personaggio che è egli stesso simbolo di transito per la sua storia personale che ingloba il Medio Oriente, l’Europa e l’Italia.
Gad Lerner ha introdotto il dibattito interrogando la platea dall’aula Ciardiello della SEA sul perché della tragedia che ogni giorno vivono migliaia di persone che scelgono di lasciare le loro terre d’Africa e mediorentiali, in fuga da guerre civili e situazioni politiche disastrate, che incidono sulla vita dei singoli in maniera preponderante, per trovare un posto in cui costruire un nuovo futuro, di fronte a “un continuo processo di indifferenza collettiva per il quale – ha detto Lerner, facendo un excursus storico dell’ultimo secolo sulle vicende che hanno determinato l’emigrazione dalla sponda sud alla sonda nord del Mediterraneo – non si assiste a un intervento adeguato da parte dei funzionari UE per evitare la frequente morte certa condizionata dal potere delle mafie e dei trafficanti del mare”.
Lasciano le loro terre perché la famiglia viene uccisa, la loro casa distrutta e raggiungono l’Italia, non sempre meta prescelta, attraverso un’odissea che li mette di fronte alla morte nel mare, al carcere duro in Libia, a giorni di fame e sete nel deserto del Sahara, alle ruberie di sciacalli del dolore umano. Si ripetono quasi allo stesso modo le storie personali, come quelle raccontate e testimoniate dal nigeriano Samuel Iduorobo, ospite a Roccabascerana e da Sekuba Mane proveniente dalla Nuova Guinea e ospite a Napoli del Centro Sant’Antonio La Palma.