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Vertenza CMR di Sant’Agata de’ Goti, il Nursing Up: “Serve piano industriale per il rilancio”
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“La situazione, dopo la giornata di sciopero effettuata dai lavoratori il 21 marzo scorso, non è certamente migliorata. Il pagamento della tredicesima mensilità non è altro che uno stratagemma per prendere altro tempo e mantenere calmi i lavoratori. Secondo noi del Nursing-Up il problema vero da affrontare con la massima urgenza è la certezza del lavoro e dello stipendio”.
Lo scrive Gaetano Simeone, dirigente provinciale del Nursing Up, in merito alla vertenza in atto presso il Centro Medico Erre di Sant’Agata dei Goti.
Simeone ha scritto anche una lettera al prefetto Blasco, all’Asl, all’azienda e al Comune di Sant’Agata dei Goti, per far sentire la voce del suo sindacato.
“Lo sciopero dei lavoratori del Centro Medico Erre di Sant’Agata dei Goti tenutosi il giorno 21.03. con la partecipazione massiccia di tanti lavoratori – ha scritto – non può rappresentare la fine di un percorso fatto di proteste e di manifestazioni varie ma, viceversa, l’inizio di nuovi e più concreti risultati rispetto al semplice pagamento della tredicesima mensilità.
Occorre, a questo punto, responsabilmente, formulare un piano industriale per il rilancio certo e duraturo dell’azienda per poter dare certezze ai lavoratori ed alle loro famiglie. Le pezze, le toppe e quant’altro di precario non risolvono il problema vero: la certezza di percepire regolarmente lo stipendio.
Le mensilità arretrate – continua nella missiva – sono troppe, da troppo tempo i lavoratori percepiscono la giusta remunerazione, quando questa viene erogata, oltre la data prevista dal contratto di lavoro, ovvero oltre il 7° giorno lavorativo successivo alla fine di ciascun mese, e frazionato con acconti e saldi prorogati nel tempo con la motivazione che l’Asl non provvede alle relative rimesse.
E’ una vecchia canzone, ormai, – aggiunge – che la proprietà continua a propinare senza affrontare la vera questione (economico-finanziaria) in modo serio e concreto.
Pertanto questa organizzazione sindacale, fortemente radicata, con propri iscritti, in azienda – conclude Simeone – chiede di voler istituire un tavolo tecnico permanente che affronti con serietà e impegno la problematica e venga stilato un piano industriale per il rilancio delle attività con particolare attenzione al ridimensionamento di spese eccessive e superflue cosi da ridurre,in tempi certi,i debiti che l’azienda ha accumulato.
Solo così, probabilmente, i lavoratori riacquisteranno serenità e fiducia, altrimenti ci saranno ulteriori forme di lotta sempre più dure ed incisive”.