CRONACA
Dopo il crollo del ponte ad Apice: pompieri sospesi sul fiume per ridare acqua ai cittadini
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Sono iniziati questa mattina i lavori di messa in sicurezza della condotta idrica che attraversa il ponte di Apice. Sospesi nel vuoto, assicurati con le imbracature a dei cavi, un vigile del fuoco e un tecnico saldatore dell’Alto Calore sono scesi sotto il ponte per riparare il guasto creato nella tubatura dopo il crollo del pilone centrale del viadotto, avvenuto due giorni fa.
A causa del danno subito dalla condotta dell’Alto Calore, 9 comuni del Sannio sono rimasti senza acqua. Sul posto sono intervenuti anche i vigili urbani di Apice, per gestire il traffico, ed i tecnici della Telecom: una cavo di fibra ottica attraversa il ponte che collega i paesi di Apice e Sant’Arcangelo Trimonte. Assente intanto la linea telefonica nella case di contrada Iscalonga.
Un lavoro incredibile quello dei caschi rossi di Benevento. 15 i vigili del fuoco intervenuti per questa operazione di messa in sicurezza. Tra loro anche gli uomini del GOS e del nucleo SAF (Speleo Alpino Fluviale). Intorno alle 10 di questa mattina sono iniziate le operazioni per permettere l’intervento di manutenzione alla linea idrica. Dopo aver assicurato un cavo di acciaio e tre corde, ed aver messo in sicurezza la zona, intorno alle ore 13 è iniziata l’operazione di discesa per effettuare i lavori di riparazione. Ad assistere ai lavori anche il sindaco di Apice, Ida Albanese, reduce da una riunione di 5 ore svoltasi ieri in Prefettura.
Sul fiume il pilone di cemento caduto, giace ancora inerme. A sorreggere il ponte resta sono un altro pilastro e le due basi laterali. Sono questi elementi, che risalgono agli anni ’40, le parti più vecchie del ponte. Su questi piloni, 11 anni fa, era stato realizzato il nuovo viadotto. Ad oggi se il pericolo di restare senza acqua sembra scongiurato, restano ancora i molti disagi alla viabilità della zona.
In attesa da sapere quando e se la Provincia di Benevento abbia intenzione di intervenire per ripristinare il ponte, resta ancora la paura per un possibile cedimento della struttura. Il crollo del ponte determinerebbe la rottura definitiva della conduttura idrica, che trasporta acqua ad una pressione elevatissima: se si spezzasse, l’acqua potrebbe esplodere per una distanza di anche 300 metri, provocando un aumento della portata del fiume, con pericolo anche di drammatici allagamenti.