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Lettera aperta del Codisam: “Istituzioni e cittadini iniziamo un percorso di liberazione dai rifiuti“

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Nicola Colangelo, presidente del Codisam, comitato salute e ambiente di Sant’Arcangelo Trimonte, ha inviato alla stampa la seguente lettera aperta.

“Vista l’emergenza rifiuti nella Regione Campania che dura dal 1994 e nel 2013 non è ancora finita;
Visto il D.L. 61/2007 convertito in Legge 87 del 5 luglio 2007, dove vengono individuate 5 discariche nella Regione Campania, tra cui quella di Sant’Arcangelo Trimonte;
Visto il deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia Europea per la cattiva gestione dei rifiuti in Campania nel 2010;
Vista la DGR 758 della Campania del 29/12/2011 (Assegnazione di contributi ai comuni per la riduzione della produzione dei rifiuti e l’incremento della raccolta differenziata), in cui si incentivano i sindaci a presentare progetti per la riduzione dei rifiuti, stanziando € 6.999.254, in favore delle cinque province della Campania (di questi € 413.300 sono stati assegnati alla provincia di Benevento, per i 78 comuni di cui è composta);
Vista la seconda DGR 384 del 31/07/2012 (Metodo per il calcolo della percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti urbani) che incentiva l’adozione della “buona prassi dell’autocompostaggio” e afferma che la produzione di compost, a livello familiare, rappresenta un valido sistema che premia i cittadini virtuosi e concorre alla riduzione dei conferimenti. Inoltre tale DRG dà la possibilità ai cittadini che trattengono l’umido tramite il compostaggio domestico (secondo le modalità di compostiera, cumulo, letamaio) di abbattere il quantitativo dei rifiuti e di risparmiare sulla Tarsu (attuale Tares), innalzando la percentuale di raccolta differenziata al di sopra della soglia prevista per legge;
Visto il Piano Regionale di Bonifica che mette in luce la presenza in alcune discariche autorizzate, compresa quella di Sant’Arcangelo Trimonte, di rifiuti industriali smaltiti illegalmente, oltre ai previsti rifiuti solidi urbani
(RSU);
Visto il secondo deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia Europea nel giugno 2013 e la multa di 25mln di euro “a causa del ritardo nelle adempienze nel ciclo di gestione dei rifiuti”;

Il CODISAM si chiede:
1. Quanti sindaci hanno aderito alla DGR 758? E quelli che non hanno aderito perché non l’hanno fatto?
2. In merito alla DGR 384, quanti sindaci hanno informato in maniera adeguata i cittadini su questa possibilità?
3. Perchè alcuni sindaci, di fronte alla richiesta ufficiale di alcuni cittadini di trattenere la frazione umida tramite il compostaggio domestico, come previsto dalla DGR 384, non hanno dato risposta?

Secondo quanto scrive Antonio Marfella, tossicologo e oncologo dell’istituto Pascale, sul sito paralleloquarantuno.it, i rifiuti si dividono in due grandi categorie: i rifiuti urbani (RSU) di cui tutti parlano, di responsabilità e gestione pubblica, e i rifiuti speciali e industriali, di cui nessuno parla, di responsabilità e gestione esclusivamente privata.

E’ importante sottolineare che in Italia i rifiuti urbani rappresentano poco meno della quinta parte dei rifiuti industriali. La creazione delle ripetute “emergenze rifiuti” in Campania, è stata purtroppo lo strumento strategico per riuscire a smaltire in maniera illegale i rifiuti industriali, tossici e velenosi, in gran parte provenienti dal “virtuoso Nord” (vedi “Intervista Ceglie” di T Avvenire – Youtube).

Alla luce di quanto esposto, il CODISAM propone di affrontare il problema rifiuti con un occhio diverso, avendo la consapevolezza che tutto ciò che produciamo è recuperabile e che, in realtà, il concetto di “rifiuto”non dovrebbe esistere. Meglio sarebbe parlare del concetto di “materia prima seconda”, ovvero tutto ciò che è costituito da scarti di lavorazione delle materie prime, oppure da materiali derivati dal recupero e dal riciclaggio dei rifiuti. Di conseguenza, attuando un’accurata raccolta differenziata, il materiale residuo non dovrebbe essere più sversato in discariche o inceneritori, ma potrebbe essere rimesso in circolo: un esempio magistrale è proposto dall’esperienza di Vedelago (TV) e di Ponte nelle Alpi (BL), dove anche i pannolini diventano plastica e cellulosa. Se si riuscisse ad
attuare una seria politica di gestione dei rifiuti basata sulla riduzione della materia prima utilizzata, sulla raccolta, il riciclo e il riuso e finalizzata all’eliminazione del residuo, cadrebbero i presupposti per le continue emergenze rifiuti, per la continua ricerca di siti da adibire a discariche o inceneritori, e cadrebbe la possibilità di smaltire in maniera illegale i rifiuti industriali.

Il CODISAM, vittima insieme alla popolazione di Sant’Arcangelo Trimonte di questa situazione, chiede alle istituzioni e ai cittadini di partecipare a questo percorso di “liberazione dai rifiuti”, un problema di cui tra qualche anno si vedranno gli esiti in termini di malattie gravi e tumori. E’ chiaro che è dovere istituzionale e di cittadino salvaguardare l’ambiente e la salute: porre fine a questa pratica incivile significa sgravare i nostri figli dalla triste realtà sanitaria che gli si presenterà.

Sant’Arcangelo Trimonte sta già pagando gli effetti di questa mala gestione del problema rifiuti: il CODISAM è preoccupato che altri comuni si possano trovare nella stessa situazione. Ancora oggi, dopo sei anni di attività, il CODISAM continua a portare avanti una campagna di sensibilizzazione e di informazione sulle problematiche su esposte e si augura che la difesa della salute e dell’ambiente non debba più essere solo appannaggio di un comitato, ma obbligo morale di ogni cittadino e delle istituzioni.

Può darsi che non siate responsabili della situazione in cui vi trovate, lo diventerete se non fate nulla per cambiarla (Martin Luther King).”

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