Sindacati
Nel Sannio è emorragia di posti di lavoro: disoccupazione al 15,1%. Laureati costretti ad emigrare
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Diecimila posti di lavoro persi negli ultimi 4 anni ed un tasso di disoccupazione che ad aprile 2013 si è attestato al 15,1%.
Per la provincia sannita sono dati impietosi raccolti nel dossier curato dall’Osservatorio Cisl Irpinia Sannio e snocciolati nel corso di un incontro a Benevento dal segretario generale della sigla sindacale, Mario Melchionna.
Un’indagine che, partita dall’analisi del territorio, contiene numeri drammatici sulla crisi che Benevento, come del resto anche le altre province campane, vive.
“Un territorio che è sempre stato in crisi” tiene a precisare Melchionna per colpa di “una politica sbagliata fatta solo di spartizioni di poltrone e che non si è mai occupata dei problemi veri”.
A preoccupare non solo l’aumento vertiginoso delle ore di cassa integrazione che a maggio ha fatto segnare un totale di quasi 612mila, e le innumerevoli vertenze lavoro ancora aperte dal tessile alla sanità, ma anche il fatto che ad essere maggiormente colpiti sono soprattutto le fasce più giovani, dai 30 fino ai 50 anni.
“Altro aspetto rilevante – sottolinea la Cisl – è l’alto numero di iscritti al centro per l’impiego con una licenzia media circa 2.049”. E per assurdo nel Sannio più è elevato il titolo di studio, meno possibilità c’è di trovare un lavoro, alimentando così la fuga di cervelli da un territorio senza futuro.
Un quadro a tinte molto fosche reso ancor più incerto dalle nuove misure che il Governo nazionale ha da poco varato.
Interventi per la crescita e l’occupazione che – secondo il segretario Melchionna- “non favoriranno la provincia beneventana e l’intero Sud che necessitano invece – dice – di iniziative mirate”.