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Liceo Classico “Giannone”: chiusa la seconda sessione su “Il lavoro in Italia tra il dopoguerra e gli anni settanta”

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Tema della seconda sessione della V edizione delle ‘Giornate Giannoniane’, in corso di svolgimento al Liceo Classico “Giannone” di Benevento, è stato “Il lavoro in Italia tra il dopoguerra e gli anni settanta”.
Il primo intervento è stato di Michele Colucci, ricercatore CNR e storico del lavoro, che ha presentato una relazione su “Lavoro e migrazioni in età contemporanea”.
Quest’ultima, nasce dall’intreccio di lavoro e migrazione, esplosa in Italia tra gli anni ’50 e ’70 con flussi verso l’estero ma anche con mobilitazioni interne.
Avere confidenza con la storia della mobilità ci fa comprendere la contemporaneità dell’Italia. A seguire Monica Pacini, rappresentante della Società Italiana delle Storiche.
La Pacini ha elaborato una storia del lavoro femminile da quando le donne venivano considerate invisibili, valutate solo per la loro capacità di essere madri, all’epoca del “boom economico”, periodo decisivo per il cambiamento del lavoro femminile in Italia, segnato da innovazioni tecnologiche, dalla possibilità di utilizzare i propri titoli di studio, dalla presenza delle donne in settori fino a quel momento per loro inaccessibili, sebbene fossero comunque sottopagate rispetto agli uomini e negli anni di crisi furono le prime ad essere tagliate dal mondo del lavoro.
Il terzo discorso è stato di Gloria Chianese, storica della Fondazione ‘Giuseppe di Vittorio’. La sua relazione ha avuto come titolo “La cultura sindacale nell’Italia del lungo dopoguerra”. Si è occupata delle conseguenze per le donne nel sindacato, che aveva sempre avuto come personaggio principale il lavoratore maschio. “Bisogna studiare la storia sindacale per avere sempre presente il rapporto tra il sindacato e il contesto in cui opera”.
In seguito ha preso poi la parola Carmen Vita, docente dell’Unisannio, che ha posto il problema sul mercato del lavoro meridionale e il dualismo economico tra Nord e Sud, spiegando che quest’ultimo “implica l’esistenza di realtà che svolgono percorsi differenti di sviluppo,sia in termini di tassi di crescita del reddito reale pro capite, sia in termini di trasformazioni socio-economiche, tali da lasciare sostanzialmente inalterate, nel tempo, le differenze tra le relative specificità.”
L’ultimo intervento è stato di Rosario Santucci, docente dell’ Università del Sannio, che ha trattato “ Il diritto del lavoro e la svolta dello Statuto dei lavoratori” dagli anni ’40 agli anni ’60″. Nella sua relazione ha chiarito i diritti dell’uomo partendo dalle pari dignità sociali e non solo dell’uomo, citando l’articolo 3 comma 2 della Costituzione, fino ad arrivare alla libertà di iniziativa economica privata, citando l’articolo 41.