CULTURA
Il rapporto controverso tra scienza e teologia secondo Zichichi. Lo scienziato: “Le pietre unica strada per le stelle”
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La logica del creato, lo studio delle leggi che regolano la natura e il rapporto con la Teologia. Temi delicati che lo scienziato Antonio Zichichi ha affrontato ieri al Duomo di Benevento nel corso degli incontri “Testimoni della Fede”, promossi dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Redemptor Hominis”.
Davanti un numeroso pubblico, che ha affollato la cattedrale cittadina per ascoltare la lezione del fisico di Trapani, si è discusso di cultura aristotelica, di rivoluzione galileana, di pietre e di stelle.
Con esempi, esperimenti e qualche formula lo scienziato ha stregato i sanniti raccontando dei nessi che legano ricerca e spiritualità, prendendo spunto dal suo libro “Galilei, Divin Uomo”, edito nel 2001.
“La ricerca scientifica di Galileo – ha commentato Zichichi – è sempre stata travisata, le sue scoperte rappresentano un atto di fede verso colui che ha creato il mondo”.
La grande rivoluzione galileiana sta nell’approccio innovativo che ha avuto nei confronti della materia. “Cercare nelle pietre, all’epoca considerate dalle dottrine aristoteliche materia inanimata e volgare, le leggi fondamentali della natura – ha sottolineato Zichichi – è qualcosa di stupefacente per quei tempi”. Ma ancora più interessanti sono le scoperte dello scienziato pisano giunte fino a toccare le questioni più attuali di fisica, ecologia e biotecnologie.
Il fisico siciliano poi ha voluto sfatare il mito dell’ateismo di Galilei: “Uno scienziato non può essere ateo – ha spiegato Zichichi -, bisogna per forza credere in qualcosa, gli atei credono nel nulla e dal caos non si generano le leggi che governa questo mondo”.