POLITICA
Mario Pepe all’attacco: “Andrò alla Digos per l’imbroglio delle primarie. Nel Pd sono neostalinisti”
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Ha esordito dicendo: “Non vi aspettate discorsi rivoluzionari”. Eppure il deputato uscente Mario Pepe, riunendo la stampa e i suoi concittadini a San Giorgio del Sannio, non ha risparmiato parole di fuoco e attacchi durissimi. Il bersaglio principale chiaramente il suo ex partito, il Pd.
Ex da quando Mario Pepe, classe 1941, tre legislature alle spalle arrivato quinto su cinque candidati alle Primarie di novembre, denunciò l’imbroglio che secondo lui c’era stato.
Accuse che l’onorevole ripete ancora oggi: “Nell’urna – dichiara – le schede sono state buttate, non hanno partecipato i cittadini quindi c’è stato un imbroglio diffuso”.
Le primarie punto di rottura con i democratici e delle quali Pepe andrà a parlarne proprio domani con gli agenti della Digos.
Le sue critiche partono dal risultato elettorale. “Con un Pd che – dice – ha perso 17mila voti dal 2008 ad oggi e che non ha saputo parlare alla gente. E’ un partito che nel Sannio come nel resto d’Italia non funziona, autoreferenziale e neostalinista”, lo etichetta Pepe.
“Non rispettano l’eticità delle istituzioni”, dice poi a proposito dell’inchiesta giudiziaria del Comune di Benevento, mentre definisce “una recita delle comare” quella tra il Pd e il presidente della provincia Cimitile sulla faccenda “nomine alle partecipate”.
Dalle sue riflessioni Mario Pepe non esclude nessuno. Ne ha anche per il primo cittadino di San Giorgio del Sannio. A Claudio Ricci, esponente di spicco dei democratici, l’onorevole consiglia di dimettersi perchè – spiega – “è un sindaco facente funzioni ma senza il consenso elettorale”.
A chi si chiede cosa farà Mario Pepe uscito dal Parlamento, lui risponde: “Farò una politica teoretica, di riflessione, sarò tra la gente”. Forse preparando le prossime comunali, ma di sicuro, almeno per il momento, senza alcun apparentamento politico.