POLITICA
Spuntano i primi manifesti in città. E’ la campagna elettorale, bellezza!
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Tempo di elezioni, tempo di manifesti. Malgrado la politica stia diventando sempre più 2.0, i candidati con difficoltà rinunciano a quello che ormai è una tradizione del marketing politico: il manifesto elettorale.
A più di un mese dall’appuntamento con le urne, ecco spuntare in città i primi sei per tre. Il primo manifesto elettorale per le prossime elezioni politiche del 24 e 25 febbraio, la cui uscita è stata però ancticpata attraverso twitter, è di Pier Luigi Bersani, segretario del PD e candidato premier del centrosinistra. Nel manifesto compare un primo piano di Bersani accanto allo slogan “L’Italia giusta”. Sotto, un invito a votare per il PD. Ma da ieri Bersani a Benevento è in compagnia.
In via Posillipo, una delle strade che costeggiano il fiume Calore, è apparso un nuovo manifesto elettorale. E’ quello del MIR, il movimento “Moderati in Rivoluzione” di Gianpiero Samorì. Una neo formazione politica che correrà nel centrodestra di Silvio Berlusconi con proprie liste sia alla Camera che al Senato in tutte le circoscrizioni. “Se i moderati si arrabbiano… dagli una mano: vota Mir”. Questo lo slogan scelto da Giampiero Samorì per il posterone della lista.
Se vi state chiedendo Samorì, chi è costui? Eccovi accontentati. Professore e avvocato modenese, Samorì è diventato relativamente conosciuto in seguito alla sua partecipazione in società finanziarie e bancarie nella sua terra d’origine. Alcune fonti lo danno vicino a Mercello dell’Utri. Sicuramente ricorderete il suo nome apparso sulle pagine di cronaca, in occasione della convention di Chianciano, dove furono dirottati i tre pullman di anziani, che pensando di andare in gita si ritrovarono, loro insaputa, a firmare per la candidatura di Samorì alle primarie del Pdl. Ma i vertici del movimento dichiararono di essere all’oscuro della vicenda e di voler denunciare gli autori della truffa. Niente di scioccate, non è la prima volta che anziani si ritrovano, senza saperlo, a meeting politici.
Tra poco, come consuetudine, spunteranno altri faccioni e simboli incollati in ogni angolo della città. Si sa già che non vedremo Monti, che, come annunciato anche da lui via twitter, ha optato per il solo slogan, tralasciando l’immagine del suo volto. Non ci saranno, a quanto sembra, manifesti elettorali del Pdl. Berlusconi ha pensato di evitare faccione incollate per le le strade, in modo così da far risultare spendaccioni i rivali e mettersi anche un po’ al riparo dal vento dell’antipolitica. Perchè a soffiare è sempre lui, Beppe Grillo, che dal suo blog lancia la crociata contro i manifesti elettorali con una domanda: Chi li paga? Pensando alla risposta, chissà perchè, ci viene alla mente sempre la famosa frase di Totò.
Erika Farese