Scuola
Liceo “Giannone”, studenti al cinema “Massimo” per lezioni alternative. Gli occupanti: “Non cediamo”
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La platea del cinema “Massimo” di Benevento si è trasformata per un giorno in un’aula del liceo classico “Giannone”. Nella sala cinematografica, infatti, numerosi studenti si sono ritrovati per discutere dell’occupazione dell’istituto e per proporre nuove forme di protesta. Insieme ai più giovani c’era anche una folta rappresentanza di docenti.
Diverse le ipotesi emerse dall’incontro, si è parlato di autogestione e cogestione, ma anche di corsi da organizzare in collaborazione tra professori e allievi. Al “Giannone”, come in altri istituti si vive una situazione complessa, con metà degli studenti a favore dell’occupazione e l’altra metà contraria.
“La nota positiva di questa divisione – ha commentato la dirigente scolastica Norma Pedicini – sta nel dibattito che si sta venendo a creare tra tutti i gli studenti. Un modo per i ragazzi– ha aggiunto – per crescere e sviluppare una vera e propria coscienza critica”.
Intanto mentre gli studenti contrari all’occupazione erano impegnati nella visione del film “Will Hunting – Genio ribelle”, un gruppo di occupanti ha esposto uno striscione di fronte le porte del Massimo.
Le posizioni delle due “fazioni” del liceo classico restano distanti. Gli occupanti, che intanto incassano anche i complimenti della preside Pedicini sulla civiltà della protesta che stanno portando avanti, non vogliono cedere.
“L’autogestione e la cogestione sono solo dei contentini creati ad hoc per interrompere la nostra protesta”, hanno dichiarato alcuni studenti.
Dal liceo classico a quello scientifico. Il collegio dei docenti del docenti del “Rummo” riunitosi in via straordinaria nella palestra attigua alla struttura di via Santa Colomba chiede di “liberare al più presto l’istituto per consentire la ripresa del dialogo educativo bruscamente interrotto”.
Nella nota gli insegnanti condannano le modalità di effettuazione dell’occupazione e fanno presente che “questo modo di agire favorisce il disegno dei nemici della scuola pubblica teso a squalificarla a vantaggio del settore privato”.