Museo del Sannio, il Chronicon di S.Sophia diventa digitale

Nei pregevoli locali della Badia di Santa Sofia, di Benevento, lo studioso della Confraternita Beneventana Isacco Luongo, consegna all’amministrazione del Museo del Sannio un gentile omaggio, in segno di stima e rispetto per la gloriosa storia che ci rende tutti sannitamente italiani.

L’idea di digitalizzare il Chronicon beneventano d’autore ignoto, e di caratteristiche ughelliane, assimilabile al Cod. Vat. Lat. 4939, ovvero noto localmente come: Cod.42 Ex 15, non è frutto d’improvvisazione momentanea di uno studioso appassionato di storia.

E sebbene non fosse un’operazione mirata e progettata da lungo tempo, si armonizza nel contesto di una ricerca che, lo stesso Isacco Luongo svolge per conto della Confraternita della Madonna del Santissimo Rosario di Santa Paolina (in Diocesi di Benevento), di cui egli stesso fa parte, e nella quale, cura gli aspetti relativi alle pubbliche relazioni e con la stampa locale.

“Prima di cominciare con la presentazione di questa piccola ma splendida iniziativa – commenta Luongo – desidero ringraziare vivamente il Resp. Dell’U.O. Museo del Sannio Rito Martignetti le operatrici esperte del Museo del Sannio: Alessandra Mogavero, Mariarosaria Lapalorcia, Silvana Ficociello e Angela Garofano per la loro professionalità, cortesia e soprattutto per la loro spiccata sensibilità dimostrata sul campo, nell’ambito del difficile compito di amministratori addetti alla diffusione e fruizione di cultura.

Insieme a loro – prosegue la nota – ringrazio tutti gli operatori che con il loro lavoro contribuiscono a mantenere fruibili i contenuti offerti da questa struttura e rendono possibile la conservazione di beni storici d’inestimabile valore. Estendo quindi il mio ringraziamento anche a quegli operatori del settore, che non hanno contatto col pubblico e per tanto non ho avuto modo di poter, a costoro stringere la mano”.

… Detto in prima persona …

Mentre ero alla ricerca d’informazioni storiche sulla Chiesa Arcipretale di Santa Paolina, perso fra lunghi androni dei vari archivi locali, mi ritrovai tra le mani, alcuni numeri della rivista storica Samniun dello studioso gi. noto in epoca fascista Alfredo Zazo. (Samnium Gen.- Giu. ’64 n.1-2)

Leggendo con attenzione quelle pagine, notai con vivo interesse che, parlavano diffusamente delle Cronache di Santa Sofia, che non devono essere confuse con quelle di Falcon Judex Beneventano.

Era chiaro che non potevo disturbare il Museo del Sannio per una ricerca su una chiesa di campagna e posta tra l’altro fuori provincia. Però, quello che oggi è campagna … una volta era capoluogo del Principato Ultra! E quella Chiesa si trovava a soli due kilometri dal centro della Baronia dei Montefuscolo.

Così in quella tarda mattinata di fine estate, mi presentai al portale dell’Antica Abbazia, varcai la soglia, e dopo soltanto poche ore, avevo gi.àuna mole imponente d’informazioni
storiche che riguardavano la mia ricerca.

Non scriverò qui cosa ho scoperto, perchè la prossima estate ci sarà la pubblicazione del frutto dei miei lunghi studi, però posso dire già da ora che il
Museo di Santa Sofia è stato per me, l’Hagia Sophia. [Αγια Σοφια:fonte leggendaria greco-antica di sapienza infinita]

Così a risultato quasi ottenuto, Pensai: non è giusto che si arrivi a Benevento solo per prendere, senza dar nulla. Chi fa ricerche, porta con sé (antiche nuove) ma non lascia nulla di sé in loco.

E sinceramente io non me la sento di prendere e basta, senza contribuire in nessun modo a mantenere questa preziosa struttura. Così deciso, interruppi un attimo la mia ricerca, e presi ladecisione di fare quatto foto per loro, per ringraziare quelle belle persone che gestiscono questo museo.

Certo le foto non erano proprio quattro, in breve divennero quattrocento come gli anni
della Confraternita del Rosario. Però per farle non ho impiegato così tanto, e dopo aver chiesto il consenso di poter fotografare l’intero volume, con l’impegno di non divulgare le stesse, e di non chiedere nessun compenso per il lavoro svolto, mi ritrovo artefice – dell’eternazione – in digitale di quest’opera d’immenso valore storico, che riconsegno nelle vostre esperte mani allo scopo di fornire una copia del volume, magari stampata su carta, da utilizzare qualora sia possibile, al posto dell’originale, in modo tale da poter offrire continuità nella fruizione e nella consultazione, anche nei casi in cui l’originale dovesse trovarsi in sede di restauro.

In sintesi, con l’auspicio d’aver fornito un incentivo ad un approccio nuovo verso il tema della cultura che ci è propria, auguro a voi tutti buon lavoro e buona lettura, con una riflessione che ho maturato nei miei primi quarant’anni. Per fare grandi cose, non c’è bisogno d’aver grandi risorse, o muti titoli.

Perchè quello che ci fa grandi, son tanti piccoli gesti d’amore. Amore per la cultura!

Isacco Luongo