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Monitoraggio discarica Sant’Arcangelo Trimonte: allarme nitrati nelle acque dei pozzi limitrofi

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Nitrati. Ma anche arsenico e urani. Sono alcune delle sostanze emerse in quantità anomala a seguito del monitoraggio geochimico effettuato dal dott. Cicchella per la Provincia di Benevento, nelle acque dei pozzi di proprietà privata circostanti la discarica per un’area di 10 km quadrati. Ad essere analizzati sono stati anche campioni di acque superficiali del torrente Pazzano, situato a valle della discarica di sant’arcangelo trimonte. Le analisi, condotte con l’aiuto degli uomini della protezione civile di Paduli, erano finalizzate ad accertare che lo sversatoio di contrada Nocecchie non comportasse rischi per la salute e ad ottenere dei valori chimici di riferimento per comparare future indagini chimiche.

La raccolta dei dati scientifici sul versante e sulle contaminazioni, curata dall’Ateneo sannita e dal Marsec, Società partecipata dalla Provincia, con la verifica, per quanto concerne la eventuale presenza di inquinanti nelle acque, affidata ad un Laboratorio canadese, dotato di Certificazione di Qualità Internazionale, e calibrati sui parametri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre che, ovviamente, su quelli previste dalle leggi italiane, è stata una “precisa scelta politica” – ha detto Aceto: “non avevamo alcun obbligo dettato dalla legge per ordinare queste rilevazioni, ma ritenevamo di doverlo fare perché la discarica di contrada Nocecchie è un insediamento che deve essere tenuto costantemente sotto controllo”.

Le analisi non hanno registrato un inquinamento da agenti prodotti dalla discarica. Ma 9 dei pozzi analizzati hanno dato però come risultato acque compromesse. Il 99% della contaminazione deriva dalle attività agricole della zona e dall’uso massiccio di fitofarmaci fatto negli anni. Interessante e allarmante è il dato su di un pozzo sito a fontana Pilla, nel comune di Paduli, utilizzato dalla gente del posto come fonte per attingere acqua da bere. Una sorgente che si è rivelata essere piena di nitrati, arsenico e uranio.

Il monitoraggio ha riguardato sole le acque. Anche se un’analisi del suolo sarebbe stata utile per rintracciare l’eventuale presenza di benzene e idrocarburi. Questi elementi non sono stati analizzati del monitoraggio delle acque promosso dalla Provincia. Soprattutto per l’elevato costo, ma anche perchè non si sono più registrati sforamenti di queste elementi nelle analisi che la Daneco effettua dentro la discarica. Escludono inoltre i tecnici della Samte fuoriuscita di percolato.

Eppure proprio il percolato e la sua infiltrazione dei terreni limitrofi, ci riferiamo alle vecchie discariche gestite in passato dalla Fibe, sono state la causa principale del sequestro del sito da parte della magistratura. Anche la discarica della Daneco è ad oggi ancora sottosequestro. Si aspetta il 28 febbraio, data nella quale il Gip si pronuncerà sul dissequestro del sito.

Il monitoraggio della discarica ha dato dei risultati sostanzialmente rassicuranti, ha commentato l’assessore all’ambiente Gialuca Aceto, che invita a mantenere alta l’attenzione sull’inquinamento dei pozzi causato dalla attività agricole e dall’uso di fitofarmaci.

Continua intanto l’attività di monitoraggio della discarica da parte del Marsec, che attraverso l’analisi dei dati degli inclinometri sta ricostruendo la storia del sito. Per quanto riguarda la stabilità del versante, soltanto uno dei numerosi sensori a terra collegati, tramite una Stazione installata nell’area, alla rete dei satelliti, ha rilevato, nell’arco temporale delle misurazioni fissato con cadenza mensile, uno scostamento lievissimo e, comunque, definito dai tecnici “non preoccupante”. Attivato anche un monitoraggio termico che consente di vedere la vita dei lotti, ma anche il movimento franoso registratosi l’8 agosto del 2008. Per tenere sotto controllo i movimenti della discarica, saranno ampliati i pozzi piezometrici, i pozzi spia e gli inclinometri.

Erika Farese

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