Titerno
Pontelandolfo. La costumanza folclorica apre il sipario sullo spettacolare lancio della Ruzzola del Formaggio
Ascolta la lettura dell'articolo
Quando il rintocco delle campane fenderà il buio intenso e freddo di gennaio, per segnare l’inizio del giorno 17, a Sant’Antonio Abate dedicato, che apre il sipario sullo spettacolo dei riti carnasciali, Pasquale, il contadino intelligente e forte e il ricco Barone, figli immortali della notte dei tempi, come la tradizione ha sancito nei secoli, inonderanno le strade silenti del paese dormiente a quell’ora notturna, del magico profumo dell’eterna competizione.
L’eco delle urla incitanti, trasportate in ogni angolo del paese dal vortice sferzante dell’indomabile bora, scandirà il ritmo inarrestabile dell’avvincente, interminabile sfida tra gli eterni amici nemici.
E le gare non conosceranno sosta per tutto il periodo di Carnevale. Ogni giorno, dalle prime ore pomeridiane fino al nascondersi del sole dietro le alture che si elevano dalle propaggini matesine, una forma di formaggio vero impazzerà su e giù per il paese fino ad assottigliare e rendere trasparente la sua crosta e poi coricarsi delicatamente sul selciato di pietra bianca ai piedi della “porticella” nell’angolo estremo della piazza grande del paese, un tempo all’imponente tiglio secolare dedicata, per terminare la corsa vincente: e una nuova pagina nella memoria delle memorie sarà scritta da Pasquale e il Barone.
E la storia di un formaggio che ruzzola non avrà mai fine. I figli dei figli di Pasquale e del Barone continueranno a rievocare le epocali sfide a colpi di “za’aglia”, il particolare attrezzo che consente di lanciare la forma. Altri giovani sfidanti si tufferanno nel mondo misterioso del tempo che fu, per emulare le gesta mitiche dei propri avi. Altre forme di formaggio integre spunteranno da ogni parte e si incroceranno veloci lungo il tradizionale percorso dalla monumentale Piazza Roma fino allo spigolo di pietra squadrata dell’eremo quattrocentesco della Cappella di San Rocco. E non ci saranno né vinti né vincitori. Tutti porteranno sulle tavole delle proprie case imbandite a festa, un pezzo dell’ambito trofeo. Quel pezzo di formaggio che ha un valore culturale importante, proiettato in una nuova prospettiva antropologica. Quel pezzo di formaggio che rappresenta l’essenza della vita degli antichi padri, che col sudore della fatica e la forza inesauribile delle possenti braccia, fecero grande Pontelandolfo e la sua gente.
Il tipico sport popolare del lancio di una forma di formaggio lungo le strade del centro, che caratterizza il Carnevale pontelandolfese, ancora oggi è motivo di incontro e di interazione tra la gente del posto. E’ un momento di profondi significati. E’ occasione perpetua di crescita sociale e di unione forte, pur nello scontro acceso, tra le squadre in competizione.
Tutti i giorni dal 17 gennaio fino al martedì grasso, dalle prime ore successive alla mezza e fino all’imbrunire del cielo, a Pontelandolfo, tra una ruzzolata, un tozzo di formaggio e un bicchiere di vino rosso il passato diventa presente e il presente diventa futuro.