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CRONACA

Nel Sannio prezzi al consumo +0,94%. Aumentano soprattutto trasporti e prodotti per la casa

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A partire dal 2008 la Camera di Commercio di Benevento ha istituito un sistema di monitoraggio periodico dei prezzi al consumo al fine di valutarne l’andamento temporale per una serie di capitoli di spesa e per il territorio nella sua interezza (con una differenziazione fra comune capoluogo ed altri comuni della Provincia) senza limitarsi quindi a prendere in considerazione il solo capoluogo di provincia come usualmente viene fatto nelle rilevazioni ufficiali correntemente realizzate dall’Istat (la cui assenza nel comune capoluogo continua a perdurare visto che l’ultimo rilascio del numero indice dei prezzo al consumo relativo all’intera collettività realizzato dall’Istituto di Statistica risale al mese di giugno 2007).

 

Tale sistema ha già vissuto due stagioni di vita con pieno apprezzamento da parte degli attori locali: la prima fra la seconda metà del 2008 e l’inizio del 2009 e la seconda che ha interessato tutto il 2010. I risultati oggetto del presente comunicato fanno riferimento all’evoluzione dei prezzi per quel che concerne il secondo semestre del 2011 o meglio ancora fra i mesi di luglio e novembre 2011. La scelta di un intervallo di tempo non coincidente con i consueti intervalli trimestrali e semestrali è legata da un lato all’esigenza di poter disporre un quadro informativo entro la fine dell’anno solare e dall’altro con il fine di verificare se l’aumento dell’IVA dal 20 al 21% deciso dalla Manovra economica approvata nello scorso mese di settembre possa avere avuto delle ricadute sull’aumento dei prezzi. Questa breve nota rappresenta quindi il secondo e ultimo momento di sintesi per l’anno 2011.

 

Principali risultati
Nell’arco temporale preso in considerazione, i prezzi al consumo rilevati sull’intero territorio della provincia di Benevento sono aumentati in media dello 0,94% rispetto alla fine del primo semestre 2011. Un livello quindi piuttosto simile a quello registrato nella precedente tornata di rilevazione (+0,89%) che però viene tenuto sotto controllo da una sostanziale tenuta (se non anche un lieve calo) degli affitti le cui quotazioni sembrano essere nel complesso piuttosto ferme. Depurando questa componente l’aumento dei prezzi schizza all’1,10% facendo scattare quindi la spia sul fatto che un qualche “effetto IVA” possa esserci stato. Considerando la variazione complessiva (ovvero il +0,94% summenzionato) si conferma il fenomeno che vede l’aumento complessivo dei prezzi estendersi in modo non uniforme nelle due sub aree in cui è stata segmentata la provincia. E a differenza della scorsa rilevazione è questa volta il resto della provincia a manifestare una maggiore tendenza inflattiva con un aumento pari a +1,22%, mentre per quel che riguarda il capoluogo si registra una crescita pari a +0,68%.

 

L’aumento dei prezzi ha riguardato praticamente tutto quello che può essere riconducibile ai beni commercializzati. Infatti gli unici capitoli che mostrano una contrazione dei prezzi sono gli affitti (soprattutto a causa del ridimensionamento che si è registrato nei confini del comune capoluogo) e il poco significativo (in termini di incidenza di consumi) comparto delle bevande alcoliche che rispettivamente fanno segnare contrazioni stimabili nell’ordine dell’1,72% e dello 0,70%. Al di fuori di questi due ambiti si osservano soltanto livelli di crescita.

 

Una impennata che in questa tornata di osservazioni è guidata dai trasporti (al netto delle tariffe) e dai prodotti per la casa che sono le uniche due categorie di consumo che fanno segnare variazioni di ordine superiore al 2%. Sopra la media complessiva si issano anche abbigliamento e calzature (+1,04%) e prodotti alimentari e bevande analcoliche che raggiungono un incremento dello 0,96%. Chiudono infine ricreazione sport e cultura il cui livello cresce dello 0,81% e il comparto residuale che si muove di un modesto 0,17%. 

 

E’ interessante notare come la scomposizione del valore complessivo della variazione nei singoli capitoli di spesa nelle due sotto aree in cui è stata suddivisa la provincia riveli come siano piuttosto numerosi i casi gli andamenti fra le due zone siano piuttosto dissimili. Sono, infatti, solamente quattro le voci merceologiche in cui il segno della variazione è uguale (nonché positivo) nelle due zone. Si tratta di prodotti alimentari e bevande analcoliche, mobili, articoli e servizi per la casa e ricreazione sport e cultura, comparto che presentano la comune caratteristica di vedere tendenze inflattive maggiori in provincia rispetto al comune capoluogo. A questi si aggiungono i trasporti in cui i rapporti tra i territori si rovesciano. Entrando maggiormente nel particolare, i generi alimentari crescono di oltre un punto percentuale in provincia e si fermano ad un più contenuto +0,86% in città, i mobili, articoli e servizi per la casa vedono la provincia prevalere in modo decisamente più netto (+2,73 contro +1,45%) mentre ricreazione, spettacoli e cultura mettono in evidenza uno scostamento territoriale molto simile a quello fatto osservare dai prodotti alimentari (+0,88 in provincia e +0,67 in città). Il comparto dei trasporti vede invece la provincia su livelli di quasi totale stazionarietà (+0,07%) mentre a Benevento città si assiste alla variazione più significativa fra quelle osservate (+4,47%). Per quanto riguarda gli altri capitoli che vedono divergenze di andamenti, al di la delle spese per abitazione (di fatto coincidenti con gli affitti) di cui si è già detto in precedenza, si nota la presenza di due capitoli che fanno segnare prezzi più “freddi” in provincia piuttosto che nel capoluogo e solamente uno in cui si evidenzia la tendenza inversa. Partiamo da quest’ultimo. Si tratta di abbigliamento e calzature che fanno segnare una lieve contrazione nel capoluogo (-0,20%) e una marcata crescita in provincia (+2,43%). Per quanto riguarda invece le altre due voci, le bevande analcoliche devono il loro complessivo segno “-“ al calo di quasi due punti percentuali che si osserva in provincia che non viene bilanciato dal +0,59% del comune di maggiore ampiezza demografica mentre gli altri beni e servizi flettono dello 0,13% in provincia a cui risponde il capoluogo con un +0,47%.

 

Avvertenze metodologiche
I dati presentati in questa nota si riferiscono alle variazioni dei prezzi al consumo per voce merceologica rilevate fra i mesi di luglio e novembre 2011 differenziando fra il comune capoluogo ed altri comuni della provincia di Benevento. La ricerca è stata realizzata attraverso rilevazioni dirette realizzate da operatori gestiti dalla Camera di Commercio di Benevento su un campione di circa 460 punti di campionamento di cui 256 facenti riferimento al commercio al dettaglio individuati tenendo conto di tutte le diverse possibilità di organizzazione di strutture di vendita/erogazione di servizi presenti sul territorio (centri commerciali, grandi magazzini, supermercati, esercizi di vicinato ecc.) e dislocati nei seguenti comuni scelti in base alla loro dimensione demografica e alla loro capacità di attrarre flussi di persone per vari motivi: Benevento, Colle Sannita, Montesarchio, Pietrelcina, San Giorgio del Sannio e Telese Terme.

 

L’osservatorio dei prezzi al consumo della provincia di Benevento, si basa su un paniere non altrettanto ampio come quello dell’Istat ma si concentra solamente sui beni e servizi di maggiore impatto sui consumi delle famiglie beneventane e sulle voci di prodotto/servizio le cui dinamiche dei prezzi possono essere ascrivibili al territorio. Più in particolare, la selezione delle singole voci è stata effettuata partendo dal paniere che l’Istat ha utilizzato per la rilevazione riferito ai prezzi al consumo per l’intera collettività. Dalle 205 voci si è passati a 124 escludendo quelle con incidenza inferiore all’uno per mille (perdendo in termini di peso il 20 per mille). Una ulteriore selezione si è ottenuta eliminando, le voci le cui variazioni di prezzo non erano imputabili, se non marginalmente, alla dimensione locale, trattandosi di prezzi e tariffe riferiti all’intero Paese (ad esempio sigarette, le automobili, i pedaggi autostradali e i medicinali). Per ciascuna di queste voci sono stati rilevati una serie di prezzi, il cui numero varia da prodotto a prodotto a seconda dell’offerta complessivamente presente sul mercato di quella determinata tipologia di prodotto.

 

I dati presentati rappresentano dunque il confronto, effettuato al livello di esercizio/punto di erogazione del servizio, tra livelli medi di prezzi dei prodotti considerati. L’aggregazione dei dati elementari è stata effettuata tenendo conto di coefficienti di ponderazione (ovvero i pesi con i quali le voci contribuiscono alla determinazione delle variazioni più aggregate). Le elaborazioni presentate in questa nota si riferiscono a circa 3.500 quotazioni, armonizzate, archiviate ed elaborate mediante procedure create appositamente, e sottoposte ad approfondite operazioni di verifica e controllo.

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