‘La figura del consigliere delegato non è prevista dallo Statuto’

E’ ovviamente diretta al sindaco di Benevento, Pepe, al segretario comunale e per conoscenza al Prefetto Mazza l’interrogazione che i gruppo consiliare di TèL ha inteso rivolgere in merito alla nomina, da parte del primo cittadino dei cosiddetti ‘consiglieri delegati’, ovvero quei membri del parlamentino della città trovatisi investiti di una superiore responsabilità su terreni amministrativi non coperti da deleghe assessoriali.

“Il nostro Gruppo, dopo attente valutazioni, – scrivono i consiglieri di TèL – ha ritenuto di presentare, conformemente all’art. 12 del vigente Statuto e agli artt. 70 e 71 del vigente Regolamento del Consiglio Comunale, interrogazione / interpellanza tendenti a conoscere i motivi in base ai quali Ella ha ritenuto di adottare n. 3 decreti del 2 e 5 Agosto 2011 per conferire deleghe ai Consiglieri Comunali Enrico Castiello sulle problematiche dello Sport e della Protezione Civile, Pasquale Fiore sulle problematiche concernenti l’attuazione del Piano della “perfomance” e Giuseppe Zollo sulle problematiche relative al Corpo di Polizia Municipale.

In proposito, consci che è “ius receptum” che lo Statuto, fatto salvo il rispetto dei principi e dei precetti legislativi in materia di organizzazione degli enti locali, ben possa prevedere la delegabilità ai Consiglieri, da parte del Sindaco, di alcune competenze, lo Statuto del Comune di Benevento, altresì, non prevede alcunché circa la possibilità di delegare da parte del Sindaco ai Consiglieri Comunali.

In aggiunta, avendo preso visione di detti decreti, abbiamo avuto modo di rilevare che tali atti, oltre ad essere privi di una sufficiente motivazione secondo legge, non danno per niente conto degli ambiti entro i quali tali deleghe avranno il loro svolgimento (ad esempio limitazione temporale delle deleghe, delimitazione della funzione della delega).

Di conseguenza, al di la’ della insormontabile pregiudiziale sfavorevole di cui innanzi (violazione art. 6 del TUEL), non ci sono dubbi, sia dal complesso della normativa che dai principi stessi cui si è informata la riforma delle autonomie locali, che i ruoli tra Assessori e Consiglieri debbano essere mantenuti ben distinti (violazione art. 64 del TUEL)”.

“La normativa attuale – prosegue la nota dei consiglieri – impone la separazione dei ruoli tra organo esecutivo e Consiglio, statuendo che il Consiglio svolge la funzione di indirizzo politico-amministrativo e di controllo sull’attività dell’Ente. Il Consigliere, quindi, non può essere chiamato direttamente a gestire un settore dell’Amministrazione per conto del Sindaco, perchè si troverebbe contemporaneamente nella posizione di controllato, in quanto Consigliere delegato, e di controllore, in quanto Consigliere Comunale. In più, il Consigliere delegato verrebbe a trovarsi in una posizione differenziata rispetto agli altri Consiglieri in seno allo stesso organo di appartenenza, in violazione dell’art. 3 della Costituzione. A nulla varrebbe, nella fattispecie dei n. 3 Consiglieri Comunali di Benevento, invocare l’autonomia statutaria di cui al menzionato art. 6 del TUEL, che, peraltro, non contiene alcuna previsione in merito, in quanto sarebbero, comunque, possibili solo deleghe interorganiche, ossia deleghe coerenti e connesse con le funzioni attribuite dall’ordinamento al Consigliere delegato.

Pertanto, solamente in questi termini, qualora il vigente Statuto, si ribadisce, ne avesse fatto espressa previsione, avrebbe potuto essere valutata la delegabilità di compiti ai Consiglieri Comunali (vedasi in tal senso Tar Puglia, sez. I, sentenza n. 4499/2006).

Dello stesso avviso risulta essere stato anche il competente Ministero dell’Interno che, richiesto da una Prefettura di specifico parere in una fattispecie analoga (vedasi sito riservato ai pareri), ha avuto modo di far osservare che il Consigliere Comunale svolge la sua attività istituzionale, in qualità di componente di un organo collegiale, il Consiglio Comunale, che è destinatario dei compiti individuati e prescritti dalle leggi e dallo statuto. Lo stesso Ministero condivideva anche nell’occasione che il Consiglio svolge attività di indirizzo e controllo politico-amministrativo, partecipando alla verifica periodica dell’attuazione delle linee programmatiche da parte del Sindaco e dei singoli assessori”(art. 42, comma 3, TUEL) e scaturendone, quindi, l’esigenza di evitare una incongrua commistione nell’ambito dell’attività di controllo.

Tale criterio generale può ritenersi derogabile solo in taluni casi previsti dalla legge, quali l’art. 54, comma 7, del TUEL – per le funzioni svolte dal Sindaco nella sua attività di Ufficiale di Governo – e l’art. 31 del citato testo unico, che consente al Sindaco di trasferire proprie attribuzioni ad altro organo in caso di partecipazione alle assemblee consortili, composte “dai rappresentati degli enti associati nella persona del Sindaco o di un suo delegato”.
Ebbene, tenuto conto dei vizi contenuti nei citati decreti, gli scriventi La invitano, nell’ambito del principio di autotutela, ad annullare i decreti stessi.

Nei termini di cui innanzi, gli scriventi chiedono anche, secondo quanto disposto da statuto e regolamento, risposta scritta con discussione in Consiglio Comunale”.