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Calcio

La prima avventura dei Giovanissimi nazionali

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Non solo coordinatore del Settore Giovanile, ma anche allenatore dei Giovanissimi Nazionali che prenderanno il via domenica 18 settembre ore 11,00, all’antistadio. Un gruppo che nell’ambito del Benevento Calcio si affaccia per la prima volta sulla ribalta nazionale e l’esordio non poteva essere più difficile visto che sarà ospitata la blasonata formazione del Napoli, vice campione d’Italia (sconfitta per 0-3 dalla Fiorentina) e vincitrice del “Viareggio Junior Cup 2011” (l’omologa della coppa Carnevale).

Fabio Calcaterra, ex difensore quale calciatore dell’Inter, Siena, Lazio, Cesena, Bari ed altre società di prestigio, che ha mosso i primi passi di allenatore con le giovanili del Cesena, per poi rientrare nello staff tecnico dei nerazzurri dove vi rimane per diverse stagioni, con tutte le categorie: Esordienti, Primavera, Allievi e Giovanissimi, è nel Benevento da un biennio ed oggi ha un obiettivo difficile da raggiungere, quello di mirare a far crescere i ragazzi non solo sul campo, ma anche nella vita quotidiana.

Da qualche giorno nel ruolo di coordinatore, è coadiuvato da Diego Palermo, da questa stagione ex fluidificante sulla fascia sinistra dei giallorossi, che nel decidere di appendere le scarpe al chiodo, ha assunto il ruolo di responsabile dell’Area Scouting e dei rapporti con le scuole calcio. Palermo e Calcaterra, hanno le idee molto chiare per quanto attiene il settore giovanile, dove il principio dominante deve essere quello di preparare giovani calciatori da avviare verso il professionismo.

“Il Benevento da questa stagione ha cambiato strategia – afferma Fabio Calcaterra –, non più basato sulla squadra, bensì sul singolo elemento. Insieme a Diego abbiamo visitato due grandi società ed è emerso che i risultati di prestigio per la società non devono essere mai anteposti al ruolo formativo che deve avere il settore giovanile. La nostra società è un’azienda l’unica cosa che può produrre è il giovane calciatore. In Italia, su questo aspetto, siamo lontani almeno 10 anni. Noi siamo campioni del niente. In Spagna c’è la formazione del ragazzo, non il raggiungimento del risultato agonistico.

Certo, è una strada impervia e difficile, noi stiamo all’anno zero. Non è semplice, ma è l’unica strada che l’azienda calcio deve percorrere, però bisogna crederci e riuscirci.

Il Benevento come mentalità ha un presidente da serie A, c’è Massimo Mariotto persona capace con idee lungimiranti, Diego Palermo ma ha favorevolmente sorpreso, già si è calato nella nuova realtà. Il famoso detto “parliamo bene e razzoliamo male” ci calza a pennello.

La professionalità e le doti umane di coloro che operano nel settore giovanile (dirigenti, allenatori, ecc.) devono essere oltre che un punto di partenza, un punto fermo; chi opera nel settore giovanile deve sempre ricordare che il tutto è finalizzato alla crescita della persona come presupposto fondamentale per poi ottenere dei buoni calciatori.

Perché, oltre all’incarico di coordinatore, anche quello di allenare i giovanissimi.

“Ho voluto questa categoria per affrontare dei veri parametri con società professionistiche. E’ l’età, quella del ’98, che proviene dalla scuola calcio, dove è possibile iniziare a plasmare il giovane calciatore, iniziare a poter fare una selezione, per far porre la massima attenzione alle società professionistiche verso questi ragazzi. Inoltre bisogna subito capire quello che abbiamo fra le mani.

La cosa principale per noi preparatori, è quella di chiedere all’allenatore di una squadra, non il risultato, ma bensì come ha giocato tizio, perché interessa il resoconto di crescita. E su questo noi del Benevento faremo riunioni mensili specifiche. E’ vero non è semplice, ma è l’unica strada che porta alla crescita dell’azienda.

Sul torneo che inizia domenica 18 settembre, dico solo che i risultati non rappresentano per noi il raggiungimento della massima gioia, l’apice per noi è rappresentato dalla crescita del singolo, perché bisogna annullare questo grosso gap esistente e puntare con decisione sulla formazione e crescita individuale del calciatore.

Il calciatore argentino dell’Inter, Esteban Cambiasso una volta disse: “voi pensate a formare i ragazzi del domani, per vincere ci pensiamo noi”.

L’importante è che i ragazzi sanno di essere seguiti dai vertici societari, si lavora con impegno e passione ed i risultati di cresciuta alla lunga arriveranno”.

Fonte | www.beneventospa.it

 

 

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