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CRONACA

‘Già nel lontano 2002 dedicai un capitolo di un mio libro al sindaco di Calvi…’

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“Anche il nostro territorio, sino a qualche tempo fa, tranquillo, oggi, ci fa assistere, con un ritmo sempre più incalzante, l’uno dopo l’altro, ad episodi che disgustano e spingono all’indignazione. Ed è ben grave e significativo il fatto – scrive in una nota l’ex assessore comunale di Benevento Giuseppe De Lorenzo – che ad essere interessati da eventi ai danni della pubblica amministrazione siano anche piccole comunità. E’ il caso di quanto si è verificato, solo qualche giorno fa, a Calvi.

Nel leggere la nota diffusa dall’Autorità Giudiziaria non si può che rimanere esterefatti. Tutto ciò ci induce a convincerci che, allo stato, credere nel rispetto delle regole costituisca una posizione che fa essere perdenti. E’ inutile illudersi. Questa, purtroppo, è l’avvilente realtà che ci circonda. Associazione per delinquere finalizzata ad eseguire concussioni, abusi d’ufficio, falsi e turbative di gare degli appalti pubblici, costituiscono un micidiale intreccio di interessi che fa rimanere sgomenti. O meglio, fa rimanere sgomenti chi tante volte non si accorge, o, forse, finge di non accorgersi, di quanto si verifica intorno a noi. Del resto, è significativo il fatto che i cittadini di Calvi non si siano meravigliati più di tanto, abituati come erano, ad essere ossequiosi al “piccolo signore medioevale”, così come si esprime il Gip, che trattava i suoi amministrati come sudditi da favorire od ostacolare in ragione della loro disponibilità ad obbedire o meno ai suoi comandi.

Ecco perchè l’attuale scenario politico, a sinistra come a destra, è desolante, avvilente. Ed è lecito chiedersi perchè ci sia voluto tanto tempo al fine che tale particolare modo di amministrare, noto ai più, sia emerso nella sua crudezza solo dopo tanti anni. C’è voluta, infatti, la caparbietà di due magistrati, Antonio Clemente e Sergio Pezza, con la preziosa collaborazione del luogotenente dei Carabinieri di S. Giorgio del Sannio, Pietro D’Alì, per far esplodere la realtà in tutta la sua crudezza.

Gabriele Corona, presidente di Altrabenevento, si è chiesto, ed a ragione, il motivo per cui la precedente indagine sullo stesso primo cittadino fu archiviata. Da parte mia, anch’io, come Corona, mi pongo una semplice domanda. E, con precisione, perchè, come sempre, non mi fu dato ascolto quando, già nel lontano 2002, nel mio libro “Il ruggito della tigre di carta”, dedicai un capitolo al sindaco di Calvi “…ipotizzando un mio trasferimento nel deserto qualora si fosse concretizzato il desiderio dell’allora Ministro Rocco Buttiglione, il quale si era espresso sulla eventualità che Molinaro avrebbe potuto fare molto di più per il Sannio qualora eletto Presidente della Provincia constatando che il discorrere di quest’ultimo era da uomo politico di alto spessore…”.

In quella occasione, scrissi una lettera aperta a Buttiglione in cui, tra l’altro, gli esposi un episodio verificatosi solo qualche giorno prima.Quando, infatti, Molinaro aderì, per poche ore si intende!, all’Italia dei Valori, stette a cena con me ed il senatore Antonio Di Pietro in un ristorante di Avellino. Rimanemmo insieme sino alle 23. All’indomani mattina, dopo poche ore, i giornalisti riportarono la notizia che, nel corso della notte, era ritornato tra le braccia di Mastella.

Tutti ricordiamo, senza tema di smentite, le dispendiose campagne elettorali del predetto, con uno sperpero di danaro oltre ogni limite, nonchè le acrobazie funambolesche dello stesso, il più delle volte accompagnate da comunicati intrisi di filosofia e pedagogia. Ed oggi apprendiamo che non si trattava solo di saggi filosofici, ma di attuazioni pratiche dello squallore politico che ci immerge tutti sino al collo.

Ecco, ancora una volta, ero nel giusto, ma, si sa, per i politici sono stato solo un disturbo da evitare. Sempre ed in ogni circostanza.

Nel concludere, con l’impegno di far pervenire ai magistrati inquirenti ed al luogotenente dei Carabinieri di S. Giorgio del Sannio una copia del mio libro, vorrei solo augurarmi che, come sempre, tutto non si concluda qui.

Infatti, se è vero che gli scandali siano all’ordine del giorno, ciò che più ci stupisce è il fatto che nessuno più si scandalizzi. Polveroni assordanti, bufere fragorose, giornali che, talvolta per settimane, riportano notizie strabilianti con titoli roboanti e, poi, passata la bufera, tutto ritorna come prima ed in molti casi anche peggio. Come se nulla sia successo. La speranza, comunque, è l’ultima a morire”.

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