fbpx
Connettiti con noi
Annuncio
Annuncio
Annuncio
Annuncio
Annuncio
Annuncio
Annuncio

CULTURA

‘Medea, un appuntamento fuori dalla classicità’

Pubblicato

su

Ascolta la lettura dell'articolo

Il lavoro che tutte le testate giornalistiche stanno portando avanti su Benevento Città Spettacolo è, anche nella varietà di giudizi, interessante. Di seguito proponiamo un articolo tratto da Bmagazine a firma di Emi Martignetti che non è, però, rimasto molto colpita dlla “Medea” inscenata al Mulino Pacifico. Leggiamo perché.
***

(Emi Martignetti) – Chi ha deciso di prendere parte allo spettacolo “Medea”, in programma nella quarta giornata di Città Spettacolo al Mulino Pacifico, per il gusto della classicità ha sbagliato appuntamento. Già la disposizione delle sedute riservate al pubblico era eloquente.

Un quadrato di più file accerchiava lo spazio della scena, divisa a sua volta in due ambienti stabiliti dall’ombra di un parallelepipedo che scendeva dal soffitto e, con la luce, creava la “prigione”.

Poi la protagonista che si distingue tra il pubblico, nel quale era confusa, e prende posizione in scena. In quel momento dentro la prigione immaginaria c’era una colpevole, lei, fuori c’erano tanti più rei, la carceriera e tutti noi spettatori della tragedia umana.

Nulla richiamava alla mente le atmosfere studiate sui libri di liceo: i cori delle donne, le vesti avvelenate, il carro del Deus ex machina, ma soprattutto Medea stessa!

La struttura della performance, assolutamente singolare, ha offerto spunti interessanti sul tema dell’emancipazione femminile e sulla gabbia quotidiana del gentil sesso, ma lo stridente contrasto con le aspettative del pubblico era evidente dall’atteggiamento spaesato degli spettatori. Più che l’ambientazione storica, erano i tratti della protagonista stessa che stonavano: una donna pazza, ma di una pazzia diametralmente opposta a quella della moglie tradita da Giasone.

Altro che pathos e vendetta, atro che omicidio dei figli, la “finta” Medea non avrebbe avuto la forza di uccidere una mosca. Eppure il testo scritto dall’abilissimo Antonio Tarantino ha avuto la capacità di toccare temi delicatissimi in meno di un’ora, senza confondere, senza creare interruzioni, come disegnando un filo ininterrotto, un flusso di coscienza che veniva a crearsi attraverso l’interlocuzione “socratica” tra le due protagoniste della scena.

Ma perché quel titolo?
Sarebbe stato molto più interessante se si fosse chiamato “Me Dea”, un semplice spazio avrebbe fatto la differenza, come Bergonzoni avrà appena finito di dimostrare al Teatro Massimo!
Si è parlato di tutto: di Dio, degli stranieri, della pena di morte, dell’ergastolo, del suicidio, del sesso, tranne che di Medea!

Un altro tema dominante, che ha vinto senza dubbio sugli altri contaminandone uno ad uno, è stata l’attualità. Un’attualità nascosta in una parola, in un riferimento, mai esplicito, mai ostentato, ma sottile e mirato (ebbene si, si è parlato anche del Premier se vogliamo, ma non di Medea!).

“Me Dea” che invece mostra le sue nudità e si accovaccia su un vaso, che dice brutte parole ma senza furia, che si compre con un fazzoletto e nasconde spesso il viso nella parte bassa del parallelepipedo, posizionato ad un’altezza tale da poter riparare il suo volto dagli occhi attenti.

La prospettiva a 360 gradi presentava i suoi vantaggi, certo, ma non era priva di limiti: nonostante gli evidenti sforzi di diaframma, la voce della carceriera non arrivava agli spettatori con facilità nei momenti in cui l’attrice si trovava di spalle ad uno dei lati del pubblico e veniva in parte coperta dalle due facce del parallelepipedo che ostacolavano ulteriormente le onde sonore.

Eppure le reazioni della gente sono state positive: “La performance più strana che abbia mai visto. Fredda, crudele. Era forte tanto che non sarebbe stata adatta ad un ragazzo troppo giovane”; “la rivedrei di nuovo perché la scrittura è interessante e complessa”; “l’assenza del palco e la nostra vicinanza alla scena ci ha reso parte della scena stessa, quindi l’impatto è stato fortissimo!” ; “mi aspettavo un testo classico, ma questo mi è piaciuto molto, parlava di due solitudini piene di rabbia e l’una era prigioniera dell’altra”.

Commenti anche poetici, che sottolineano un coinvolgimento reale degli spettatori, ma c’è anche chi fa un’interessante osservazione sulle voci registrate che ogni tanto facevano da sottofondo: “Le voci si sono perse. Erano quelle delle detenute del carcere di Pozzuoli. Era stato fatto un bel lavoro ed è proprio un peccato averlo vanificato”.

Fonte | www.bmagazine.info 

Annuncio
Clicca per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Correlati

redazione 2 mesi fa

Teatro Mulino Pacifico, lo spettacolo I duellanti in scena per il nono appuntamento di “Obiettivo T”

redazione 4 mesi fa

Si insedia il CdA della Fondazione Città Spettacolo: Picucci presidente, Giordano direttore

redazione 5 mesi fa

Benevento, nominato il Comitato d’indirizzo della Fondazione Città Spettacolo

redazione 6 mesi fa

Fondazione Città Spettacolo, De Lorenzo e Megna: “Fare chiarezza su tutti gli aspetti dell’Avviso per la nomina del Cda”

Dall'autore

redazione 2 minuti fa

Una sfilata del “Made in Italy” nella città di Olimpia: il Palmieri-Rampone-Polo di Benevento celebra la moda nella culla della cultura classica

redazione 38 minuti fa

“Emozioni di Primavera” raddoppia: tre eventi musicali nel viaggio nei Musei di Benevento

redazione 54 minuti fa

Nuova proposta di perimetrazione dell’Asi: incontro con il Comitato delle Contrade Benevento Nord

redazione 6 ore fa

Benevento, quale futuro per il Parco ‘De Mita’? Esclusa dalla gara l’unica ditta partecipante: bando da rifare

Primo piano

redazione 54 minuti fa

Nuova proposta di perimetrazione dell’Asi: incontro con il Comitato delle Contrade Benevento Nord

redazione 6 ore fa

Benevento, quale futuro per il Parco ‘De Mita’? Esclusa dalla gara l’unica ditta partecipante: bando da rifare

redazione 18 ore fa

Conservatorio, martedì 30 a Benevento la laurea honoris causa a Gigi D’Alessio

redazione 19 ore fa

Santissimo Salvatore, San Domenico, San Bartolomeo e Santa Sofia aperte per il week end lungo

Copyright © 2023 Intelligentia S.r.l.

Skip to content