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POLITICA

‘Mirare alla creazione di una provincia composita’

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La Federazione Confsal-Unsa di Benevento, attraverso una nota del segretario Gianpaolo Bruno esprime “la più viva preoccupazione per le conseguenze dettate dal Decreto Legge 138/2011 in tema di soppressione della Provincia sannita. La norma, così come dettata ed in mancanza di modifiche in sede di conversione legislativa, risulta estremamente penalizzante per il territorio sannita in quanto presagisce un declino irreversibile della presenza non solo dell’istituzione provinciale, quanto anche della presenza di tutti gli uffici pubblici nella città di Benevento.

 

Tale, infatti, sarebbe il risultato per una città che perderebbe il primato di capoluogo provinciale.
Non sarebbe solo l’Ufficio Territoriale del Governo a chiudere ma, in breve tempo, tutti gli altri uffici pubblici avente valenza provinciale e, quindi: l’Archivio di Stato, la Commissione Tributaria Provinciale, l’Ufficio Provinciale del Lavoro, l’Ufficio Scolastico Provinciale, la Motorizzazione Civile, la Ragioneria Territoriale dello Stato e il locale Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco.

 

Discorso a parte per la presenza delle forze di polizia sul territorio che sicuramente continueranno, in qualche modo, ad essere garantite, anche se il Decreto Legge 138/2011 lascia presagire comunque la chiusura dei rispettivi comandi provinciali (Questura, Carabinieri, Finanza, Forestale…), sia pure nel tempo.
La cancellazione del capoluogo provinciale sarebbe una sciagura anche per la conseguente soppressione “di fatto” degli ordini professionali provinciali e delle associazioni di categoria (anch’esse provinciali), oltre che della locale Camera di Commercio.
Dalla mannaia dettata dalla cancellazione di Benevento quale capoluogo provinciale si potrebbero salvare soltanto gli uffici del Ministero della Giustizia, non legati al territorio bensì ai distretti giudiziari che possono anche avere valenza diversa”.

 

Il sindacato, dunque, “quale rappresentante dei dipendenti pubblici statali della provincia di Benevento, chiede quindi alla deputazione parlamentare sannita di adoperare ogni sforzo per la difesa di una identità territoriale che addirittura nacque ancor prima dell’Unità d’Italia per volontà del dittatore Garibaldi ma ritiene che la discussione che certamente costituirà motivo di principale interesse delle prossime settimane dovrebbe riguardare non tanto i tentativi per raggiungere quota 300mila abitanti alla data del censimento del 9 ottobre 2011 – condizione che somiglia più ad una roulette russa che ad un percorso razionale considerato che quel limite numerico potrebbe essere alzato in qualsiasi momento dal legislatore o da un nuovo provvedimento governativo – bensì la strada migliore e più celere per scongiurare il peggio. A tale riguardo una iniziativa per la creazione di una nuova provincia accorpando quelle soppresse di Benevento, Campobasso ed Isernia potrebbe essere utile per due motivi: si creerebbe finalmente il Molisannio (costituendo una identità territoriale affine ed omogenea – oltre a rispondere ad esigenze di sopravvivenza di tutte e tre le province interessate) e contestualmente una unica provincia composita Campobasso-Benevento con oltre 500mila abitanti (quindi non più a rischio soppressione) e con una articolazione degli uffici provinciali e statali equamente distribuiti sul territorio, come già avviene nelle province composite di Pesaro-Urbino o Massa-Carrara.

 

Altre iniziative probabilmente sarebbero solo una sterile propaganda per non giungere a nessuna soluzione e, comunque, potrebbero essere insufficienti a centrare l’obiettivo prefissato. Del resto la regione Campania ha sempre relegato il Sannio a cenerentola e pattumiera. Se qualcuno avesse dei dubbi in proposito si vada a rivedere il Tg3 Campania del 14 agosto scorso dove la notizia della soppressione della nostra Provincia è stata data dopo ben quattro servizi giornalistici. Ecco, questa è la considerazione e la valenza di un territorio che deve finalmente comprendere che è rimasto solo a cercare la sua vera vocazione. Sin d’ora – conclude la nota – la Confasl Unsa chiama alla mobilitazione i propri rappresentanti ed iscritti sui posti di lavoro negli uffici statali di Benevento e invita quindi tutti i soggetti interessati alla difesa dell’identità della provincia e ancor più della città di Benevento ad una reale mobilitazione istituzionale che veda coese le forze politiche, sociali, produttive, sindacali e tutti i Sanniti per una vera campagna a difesa della dignità di un territorio e di una città che non può ne deve scomparire perché se ciò avvenisse segnerebbe inevitabilmente il declino economico e sociale della città di Benevento, con conseguenze inimmaginabili sotto il profilo occupazionale già di per sè abbastanza critico.
In questo percorso i lavoratori statali di Benevento faranno la loro parte e faranno sentire la propria voce nelle sedi appropriate perché nessuno si lascerà svendere senza provare a difendere la propria dignità di lavoratore e di cittadino.

 

Siamo quindi certi di non essere lasciati soli e abbandonati in questo difficile momento – che se è vero che durerà fino alla primavera del 2013 quando scadrà l’attuale legislatura provinciale – già da oggi incute timore e invita ad una seria riflessione su quello che, uniti, si potrà veramente fare per la salvezza di una città che ha tutte le carte in regola per essere non solo un capoluogo provinciale ma anche di una nuova, anzi antica, regione: il Sannio”.

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