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CRONACA

False assistenti sociali derubavano anziani: colpi anche a Benevento

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Impiegate del Comune, dipendenti delle Poste, assistenti sociali, vecchie amiche di famiglia, addirittura medici ospedalieri. Erano queste le mentite spoglie sotto le quali un’organizzazione criminale, formata da sole donne, usava presentarsi, con fare rassicurante e confidenziale, presso le abitazioni di persone sole ed in età avanzata, che venivano poi immancabilmente derubate dei risparmi di una vita. Con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti in abitazione ai danni di persone anziane, sono finite in manette cinque nomadi abruzzesi, già note alle forze dell’ordine.

All’alba di ieri mattina i poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Pescara hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari, Guido Campli, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Valentina D’Agostino, titolare dell’inchiesta.
Le indagini avviate nei confronti del sodalizio hanno poi consentito di far luce su un giro di usura e su altri fatti di reato, sì da far scattare le manette ai polsi di un pluripregiudicato 60enne pescarese e di suo figlio, facenti parte dello stesso nucleo familiare delle cinque arrestate.
 

GLI ARRESTATI
In manette sono finite Nella Spinelli di 38 anni, Giovina Spinelli, 39 anni, Elisa Spinelli di 48 anni, Lucia Guarnieri di 43 anni, e Loreta Spinelli di 45 anni. Le indagini della Squadra Mobile di Pescara, sono partite a seguito di un preoccupante incremento dei furti in abitazione commessi ai danni di persone anziane, tutte con età superiore all’ottantina. Grazie anche al prezioso ausilio offerto dalle intercettazioni telefoniche delle utenze degli indagati, sarebbero emersi inequivocabili elementi di responsabilità proprio nei confronti di alcune donne appartenenti al gruppo familiare riconducibile ad Umberto Spinelli. Le signore si erano organizzate per portare a compimento quanti più colpi possibili, non disdegnando di raggiungere regioni limitrofe, dove ritenevano di poter colpire più facilmente.

TECNICHE CONSOLIDATE
Le tecniche utilizzate per portare a compimento i furti erano sostanzialmente quelle ben note alla cronaca giudiziaria. Le donne, che colpivano in formazioni di volta in volta diverse secondo un copione ben congegnato e rodato da anni di consumata esperienza criminale, partivano dalla comune dimora familiare, in zona ospedale civile, per raggiungere le abitazioni delle loro prede. Per rendere ancora più credibile la “sceneggiata”, le donne si presentavano alle vittime in abiti per così dire “civili”, evitando accuratamente di indossare capi di abbigliamento e accessori che potessero in qualche modo tradire la loro origine (gonne lunghe in particolare). Quindi, con modi affabili e cordiali, una di loro “agganciava” gli “obiettivi”: persone sole, anziane, spesso in condizioni di salute precarie e, spacciandosi per assistente sociale, dipendente delle poste, dell’Inps, vecchia amica di figli e nuore, convinceva i malcapitati a farla entrare in appartamento. A quel punto, distraendo l’anziano di turno, dava il segnale di via libera alle complici che, penetrate nell’appartamento di soppiatto, facevano in pochissimi minuti man bassa, trafugando tutto quello che fosse a portata di mano. Ove non vi fossero stati intoppi, il “gancio” si accomiatava dall’anziano promettendogli che l’assistenza dei servizi sociali sarebbe stata più assidua, le bollette rimborsate, la pensione aumentata ed i figli e le nuore incontrati quanto prima e di persona.

13 EPISODI CONTESTATI
Sono ben tredici gli episodi di furto contestati alle donne nell’ordinanza di custodia cautelare. Un numero ragguardevole, considerato per un verso che le indagini hanno interessato un arco temporale relativamente circoscritto e che ulteriori furti, commessi da alcune delle donne arrestate oggi, risultano oggetto di altri procedimenti penali. Campobasso, Benevento, Isernia, Foggia, ma anche Roma ed Ancona. Queste, oltre a quella pescarese, le province colpite dalle scorrerie delle insaziabili ladre, che hanno fruttato ragguardevoli cifre all’associazione criminale, considerato il valore dell’oro e dei monili trafugati e del contante sottratto per decine di migliaia di euro.
 

SCOPERTO ANCHE UN GIRO DI USURA
Le indagini avviate nei confronti del sodalizio, hanno poi consentito di far luce su un giro di usura, gestito da un’altra vecchia conoscenza della polizia, il capofamiglia, il quale, evidentemente, per la concessione di prestiti “a strozzo”, poteva far affidamento anche sul continuo afflusso di denaro contante proveniente dai furti consumati da nuore e figlie. Il pm ha pertanto chiesto ed ottenuto l’arresto di Umberto Spinelli, 60 anni. L’uomo è accusato di aver preteso da un soggetto che, versando in forti difficoltà finanziarie, si era rivolto a lui per ottenere un prestito di duemila euro, la restituzione, in poco più di due mesi, della spropositata cifra di 9 mila euro.

L’usurato, che a garanzia del debito aveva anche dovuto lasciare a Spinelli la propria autovettura, era stato ripetutamente minacciato di morte per la mancata restituzione del dovuto, tanto da risolversi, pur di sfuggire al suo aguzzino, a trasferirsi in altra provincia. Per una diversa, seppur connessa, vicenda, il GIP ha disposto la misura cautelare della custodia in carcere anche nei confronti di Vincenzo Spinelli, 35 anni. L’uomo, figlio di Umberto e marito di Giovina deve rispondere del reato di falso in atti destinati all’Autorità Giudiziaria, per aver concorso a far si che venisse depositata presso il Tribunale di Pescara una dichiarazione fasulla circa l’esistenza di un rapporto di lavoro tra lui e l’imprenditore. Lo stratagemma, che nelle intenzioni degli ideatori avrebbe dovuto consentire al ragazzo, all’epoca agli arresti domiciliari per una rapina in abitazione, di assentarsi da casa per poter recarsi al lavoro, si è invece rivelato un boomerang per l’uomo, finito in carcere insieme ai suoi familiari.

5 SU 7 HANNO GIA’ NUMEROSE CONDANNE
Ad eccezione di Elisa Spinelli e Giovina Spinelli tutti gli arrestati hanno una consolidata storia criminale alle spalle, certificata anche da numerose condanne, definitive, per reati contro il patrimonio e, in particolare, proprio per furti in abitazione. «Nonostante l’indubbio spessore criminale di molti indagati, ben cinque delle persone arrestate erano in stato di completa libertà», hanno sottolineato gli uomini della Mobile diretti da Pierfrancesco Muriana.

SEQUESTRI
Nel corso dell’esecuzione delle misure cautelari, infine, sono state sottoposte a sequestro preventivo di iniziativa 2 autovetture (una Golf ed una Mercedes Classe E), in applicazione della normativa in materia di criminalità organizzata (la stessa che si applica alle associazioni di stampo mafioso), di valore sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati ufficialmente dagli indagati.

Fonte | www.primadanoi,it

 

 

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