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Provincia di Benevento

‘Gli enti montani vanno tutelati nel loro patrimonio umano e prefessionale’

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Si sono riuniti stamani i Consigli Generali delle Comunità Montana del Sannio, cioè Fortore Taburno e Titerno/Tammaro, in Assemblea congiunta con la Provincia di Benevento, presso l’Aula Consiliare della Rocca dei Rettori.

 

Al Tavolo di presidenza erano: i presidenti delle tre Comunità Montane, rispettivamente Zaccaria Spina, Libero Sarchioto e Antonio Di Maria; della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile; l’assessore provinciale alle politiche forestali, Carmine Valentino, e il Presidente dell’UNCEM (Unione delle Comunità Montane) della Campania, Donato Cufari. Presenti al confronto anche le Organizzazioni sindacali provinciali e di categoria della Provincia di Benevento.

 

La riunione era stata convocata per discutere su due punti: 1) Legge regionale 11/96 e successive modificazioni; 2) Ruolo, funzioni e assetti gestionali delle Comunità Montane.

 

Nel corso del dibattito i due argomenti sono stati unificati ed è stato approvato un documento unitario a voti unanimi che di seguito si riporta:

 

“I Consigli Generali delle Comunità Montane Fortore, Taburno e Titerno/Tammaro, la Provincia di Benevento e il Presidente dell’UNCEM Campania, fanno voti alla Regione Campania affinché:

 

1) Definisca e assegni agli enti delegati, di cui alla legge regionale n. 11 del 1996 il saldo finanziario, così come definitivo nei rimodulati Piani di forestazione e bonifica montana del 2010;

 

2) Prenda atto circa la non percorribilità tecnica e amministrativa dell’ipotesi di risoluzione del problema della forestazione facendo ricorso all’utilizzo dei fondi di cui ai Bandi previsti dal PSR 2007/2013;

 

3) Riconosca la definizione strutturale e consolidata di un apposito Capitolo del Bilancio di previsione che possa assicurare le attività di forestazione per l’annualità corrente e per quelle future che possa, tale definizione, interessare, così come di fatto è, attività proprie di più Assessorati regionali ed in particolare quelli aventi come campo di azione: Protezione Civile, Turismo, Lavori Pubblici, Agricoltura, Difesa Suolo, Personale – Enti locali, oltre all’impegno diretto della Presidenza della Giunta regionale, anche nella ipotizzata prospettiva di riordino di ruoli e funzioni dell’intero Settore della Forestazione;

 

4) la Presidenza della Giunta regionale, nella sede deputata (il Consiglio Regionale), sensibilizzi sulla permanenza nell’ambito del contesto pubblico del ruolo degli Enti Locali delegati, anche attraverso la modifica della legge regionale n. 11 del 1996 e della legge regionale n. 14 al fine di consentire e consolidare una gestione del territorio attraverso le professionalità acquisite con un rinnovato protagonismo dei Comuni montani, implementando i servizi resi;

 

5) si modifichi la legge regionale n. 11 al fine di consentire alle Comunità Montane la eventuale predisposizione di un Piano industriale per la gestione dei servizi a favore dei cittadini dei Comuni montani, al fine di evitare ulteriori spinte di desertificazione sociale, ad integrazione della finanza derivata.

 

I Consigli Generali delle Comunità Montane Fortore, Taburno e Titerno/Tammaro, la Provincia di Benevento e il Presidente dell’UNCEM Campania, inoltre, fanno voti alla Regione Campania affinché sia garantita l’attività corrente dell’Ente Comunità Montana, in quanto dalla eventuale soppressione si produrrebbe un risparmio pari a zero: infatti l’unica spesa attuale dell’Ente Comunità Montana concerne il pagamento del personale dipendente, atteso che le indennità di carica degli amministratori sono state azzerate e non si registrano ulteriori costi. A tale proposito, è stato sottolineate come la eventuale soppressione delle CC MM produrrebbe addirittura un aumento dei costi derivante dall’obbligo comunque di erogare servizi da parte della Pubblica Amministrazione nelle periferie montane.

 

Benevento, lì 17 febbraio 2010”

 

La riunione, richiesta dalla presidenza delle tre Comunità Montane al presidente Cimitile, era stata introdotta dall’assessore Carmine Valentino. Questi aveva ricordato i termini di una vertenza che investe 5.000 lavoratori in Campania (800 nel Sannio) ed impedisce la realizzazione di progetti di manutenzione del territorio boschivo, sebbene lo stesso sia gravemente interessato da fenomeni franosi e dal dissesto idrogeologico.

 

Il presidente della Provincia, Aniello Cimitile, intervenendo ad aprire il dibattito, ha sostenuto che la vertenza degli 800 operai forestali e delle stesse Comunità Montane per la loro intangibilità quali enti pubblici territoriali, assume una valenza ben più ampia e strategica: il presidente ha infatti sostenuto che, in primo piano, vengono i problemi precipui e particolari delle aree interne a fronte di quelli costieri. In altre parole, ha detto Cimitile, il nocciolo della questione sta nella capacità e della volontà di programmazione da parte della Regione Campania per interventi mirati alla tutela del territorio e allo sviluppo delle aree rurali interne. In discussione, ha detto Cimitile, non ci sono soltanto i posti di lavoro dei forestali, ma anche le ragioni che ancorano la popolazione delle aree interne nella propria terra. Spariscono servizi essenziali e non v’è traccia di una politica dedicata alle zone a grave ritardo di sviluppo.

 

Il concetto è stato riaffermato con forza dal presidente Cufari il quale ha ricordato che, se è stato trovato nei giorni scorsi lo strumento giuridico per sanare il pregresso, la Regione non ha ancora individuato alcuna risorsa finanziaria per l’anno 2011. Il tutto mentre si assiste allo spopolamento della aree interne dalle quali la popolazione continua a fuggire per la grave carenza di servizi pubblici.

 

Secondo il presidente della Comunità Montana del Fortore, Zaccaria Spina, se la seduta dei tre Consigli Generali presso la Provincia costituisce una novità dal punto di vista istituzionale, la stessa però non può essere solo confinata nell’ambito di una curiosità utile per i media, quanto piuttosto la testimonianza della gravità di un problema avvertito da tutta la popolazione dei Comuni montani. Spina dunque ha chiesto che si faccia fronte comune con un documento politico e programmatico unitario di forte stampo per il riconoscimento della tutela dei territori montani.

 

Il presidente della Comunità Montana Titerno/Tammaro, Antonio Di Maria, ha ricordato come la riunione dei Consigli Generali delle Comunità Montane del Sannio intendeva essere anche occasione per dimostrare l’infondatezza delle accuse di inefficienza rivolte a questi enti, che già oggi erogano una pluralità di servizi anche attraverso gli stessi operai forestali. Di Maria ha posto quindi con forza la necessità di una seria programmazione a livello regionale che sia capace di affrontare e risolvere in maniera adeguata i problemi delle aree interne montane.

 

A giudizio del presidente della Comunità Montana del Taburno Libero Sarchioto occorre approvare con sollecitudine una revisione ed un aggiornamento della legge regionale che interviene in materia di forestazione, con il fine di accogliere il criterio della polifunzionalità degli operai forestali e della polivalenza degli interventi sul territorio delle Comunità Montane senza i vincoli gestionali odierni.

 

Numerosi sindaci sono intervenuti nel dibattito: scartata a priori ogni ipotesi che consentisse di intervenire sulla forestazione con i fondi messi a disposizione dalla Unione Europea, a ragione della difficoltà tecnica di procedere alla rendicontazione, la posizione unitaria scaturita dal dibattito è stata quella di richiedere alla Regione di riconoscere anche per l’anno in corso le stesse risorse finanziarie messe a disposizione per gli anni scorsi al fine di realizzare i progetti previsti nei Piani forestali già approvati.

 

Sono quindi intervenuti i rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali di settore e generali di CGIL, CISL e UIL, tra questi Alfonso Iannace del settore forestali della CISL, e il segretario generale della UIL Fioravante Bosco, per sottolineare la gravità delle questioni sociali e occupazionali che si determinano a ragione della cancellazione delle risorse finanziarie. I Sindacati hanno sottolineato il senso di responsabilità dei lavoratori e delle stesse Organizzazioni che hanno rinviato lo sciopero generale del comparto già indetto per il 18 in attesa delle determinazioni che l’assessore regionale al Bilancio ha dichiarato di voler assumere entro pochi giorni in merito al reperimento delle risorse finanziarie. Il problema della disoccupazione si prospetta peraltro non solo per gli 800 operai forestali, ma anche per altri profili professionali, come ad esempio i 17 dipendenti di una delle tre Comunità sannite che non vedrebbero rinnovato il proprio contratto.

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