fbpx
Connettiti con noi
Annuncio
Annuncio
Annuncio
Annuncio
Annuncio
Annuncio
Annuncio

CULTURA

11 gennaio 1999, ci lasciava Fabrizio De Andrè

Pubblicato

su

Ascolta la lettura dell'articolo

L’11 gennaio 1999 Fabrizio De Andrè ha lasciato la terra per rimanere nei nostri cuori e nelle nostra cuffie. “Preventivamente cantautore”, perché dopo i 18 anni a scrivere poesie rimangono “solo i poeti ed i cretini”, questo italiano – di tanti compagno di viaggio – ha, nella semplicità della sua storia di intellettuale (…diciamolo!), compreso e rappresentato il suo Paese con un contributo che la cultura ufficiale ha, a fatica, solo ora compreso nella sua compiutezza.

 

Lo ricordiamo, sfogliando il capitolo bellico. Di così stringente attualità:
“Dormi sepolto in un campo di grano, non e’ la rosa, non e’ il tulipano che ti fan veglia dall’ombra dei fossi ma sono mille papaveri rossi.

 

“Lungo le sponde del mio torrente voglio che scendano i lucci argentati, non più i cadaveri dei soldati portati in braccio dalla corrente”.

 

Così dicevi ed era d’Inverno e come gli altri, verso l’inferno te ne vai triste come chi deve ed il vento ti sputa in faccia la neve.

 

Fermati Piero, fermati adesso, lascia che il vento ti passi un po’ addosso, dei morti in battaglia ti porti la voce, chi diede la vita ebbe in cambio una croce.

 

Ma tu non lo udisti ed il tempo passava con le stagioni a passo di “java” ed arrivasti a varcar la frontiera in un bel giorno di Primavera.

 

E mentre marciavi con l’anima in spalle vedesti un uomo in fondo alla valle che aveva il tuo stesso identico umore ma la divisa di un altro colore.

 

Sparagli Piero, sparagli ora e dopo un colpo sparagli ancora, fino a che tu non lo vedrai esangue cadere in terra a coprire il suo sangue.

 

“E se gli sparo in fronte o nel cuore soltanto il tempo avrà per morire, ma il tempo a me resterà per vedere, vedere gli occhi d’un uomo che muore”.

 

E mentre gli usi questa premura quello si volta, ti vede, ha paura ed imbracciata l’artiglieria non ti ricambia la cortesia.

 

Cadesti a terra, senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento che il tempo non ti sarebbe bastato a chieder perdono per ogni peccato.

 

Cadesti a terra, senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento che la tua vita finiva quel giorno e non ci sarebbe stato ritorno.

 

“Ninetta mia, crepare di Maggio ci vuole tanto, troppo coraggio.
Ninetta bella diritto all’Inferno avrei preferito andarci in Inverno”.

 

E mentre il grano ti stava a sentire dentro le mani stringevi il fucile, dentro la bocca stringevi parole troppo gelate per sciogliersi al sole.

 

Dormi sepolto in un campo di grano, non e’ la rosa, non e’ il tulipano che ti fan veglia dall’ombra dei fossi ma sono mille papaveri rossi”.

Annuncio
Clicca per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Correlati

redazione 1 mese fa

Palazzo Mosti, bandiere a mezz’asta in memoria delle vittime del coronavirus

redazione 2 mesi fa

Benevento, la Chiesa Evangelica “Fiumi di Grazia” compie 50 anni

redazione 5 mesi fa

Serata d’onore a Benevento per i 150 anni della nascita del Museo del Sannio

Christian Frattasi 5 mesi fa

Museo del Sannio, lunedì concerto per i 150 anni. In primavera libro sulla storia e inaugurazione Museo Egizio

Dall'autore

redazione 2 minuti fa

L’Assemblea dei Sindaci del Sannio esprime il parere favorevole sul rendiconto finanziario 2023 della Provincia

redazione 15 minuti fa

Montesarchio, spaccio a “La Garde”: tornano liberi Arena e Gagliardi

redazione 30 minuti fa

Varato il piano traffico per la “Strabenevento” in programma domani

redazione 44 minuti fa

Benevento, al via il progetto DESK, Digital Education and Social Kit promosso dall’associazione Dot

Primo piano

redazione 1 ora fa

Truffe agli anziani: a Benevento i carabinieri spiegano come difendersi

redazione 2 ore fa

Ente Parco del Taburno Camposauro, la giunta De Luca conferma Caturano: sarà presidente per altri 5 anni

redazione 2 ore fa

Arco di Traiano, Perifano e Miceli: ‘Dove è finita la targa alle vittime dei bombardamenti del ’43?’

redazione 4 ore fa

Illecita gestione dei rifiuti, scarico abusivo e diverse irregolarità: sequestrato impianto di trattamento ad Airola

Copyright © 2023 Intelligentia S.r.l.

Skip to content