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Museo del Sannio, lunedì concerto per i 150 anni. In primavera libro sulla storia e inaugurazione Museo Egizio

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L’inaugurazione del Museo Egizio nell’aprile 2024, alla presenza del ministro Sangiuliano e del governatore campano De Luca. Ma anche la presentazione di un volume che racconti la storia del Museo del Sannio, prevista sempre nella prossima primavera. E a maggio, poi, un convegno sui Sanniti. Questi gli appuntamenti importantissimi emersi dall’atto di indirizzo firmato questa mattina dal presidente della Provincia di Benevento, Nino Lombardi, in merito alla valorizzazione, promozione, sviluppo culturale ed economico delle attività celebrative del 150° anniversario della fondazione del Museo del Sannio.

Un programma di eventi che è ancora in fase di elaborazione: si partirà il prossimo 11 dicembre con un concerto del Conservatorio ‘Nicola Sala’ e una serata al Museo. “Per la serata dell’11 dicembre 2023, ha dichiarato Lombardi, è stato fissato l’evento che, a partire dalle 18.30, presso il Teatro Comunale “Vittorio Emanuele” avvia le celebrazioni della nascita del Museo con un Concerto del Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento e la susseguente Serata d’onore a partire dalle 20.30 presso lo stesso Museo del Sannio con l’intervento degli Allievi del Liceo Musicale “Guacci” e dell’Istituto Alberghiero di Benevento”.

Nello stesso cartellone, a dicembre 2023, rientrano anche la Mostra bibliografica su “L’Illuminismo e l’Encyclopédie” presso la Biblioteca provinciale di Benevento, in programma fino al 15 febbraio 2024, e la due giorni di convegni – domani e dopodomani – dell’Università del Sannio e del Centro interuniversitario AMA dal titolo “GLI DÈI, LA LEGGE, IL DIRITTO. Come è nato il mondo?”

Il Museo del Sannio e con esso l’intera Rete Museale della Provincia – nelle intenzioni dell’amministrazione provinciale – non può e non deve essere solo considerato un contenitore di beni culturali di alto interesse storico artistico e archeologico ma un’istituzione dinamica anche con funzioni didattiche per tutti i livelli di conoscenza che deve rispondere a nuove esigenze di pubblici sempre più ampi e rivedere le proprie funzioni.

Nel 2020 la Provincia prese in considerazione l’esigenza di avviare la riorganizzazione espositiva delle collezioni anche in vista delle celebrazioni del Centocinquantenario. Così il prof. Marcello Rotili, nominato Direttore Scientifico per il 2020-21, predispose il progetto che prevedeva l’attuazione di attività secondo criteri museografici/museologici moderni.

Il programma – che è stato aggiornato nel gennaio 2023 quando lo stesso esperto è stato nominato Coordinatore scientifico – si articolava essenzialmente in cinque punti. In primis, la riorganizzazione espositiva del Museo del Sannio ospitato nel Complesso monumentale di Santa Sofia dal 1929 con conseguenti interventi: nella Macrosezione archeologica, da suddividere nelle Sezioni Preistoria e Protostoria e Sanniti, Sezione di Archeologia romana, Sezione di Archeologia tardo antica e altomedievale; nella Pinacoteca; sulla Loggia dei Leoni e nella Sala del Trecento.

Era inoltre previsto il riallestimento del Gabinetto Disegni e Stampe, della Sezione Numismatica, del Medagliere. Alcuni di questi interventi sono già stati completati, altri sono in corso di svolgimento e sono subordinati all’esecuzione di alcuni interventi di manutenzione straordinaria a cura del Settore preposto. Non solo: organizzato anche l’allestimento temporaneo di una vetrina espositiva delle più importanti monete della raccolta Numismatica in occasione dell’apertura delle celebrazioni per il 150° nella sala Meomartini.

Previsti, inoltre: il riallestimento della Sezione Egizia in vista della sua trasformazione nell’autonomo Museo Egizio, sezione ubicata nei locali del Palazzo del Governo; lo svolgimento di attività culturali e scientifiche: conversazioni al Museo, mostre, attività di ricerca svolte dal Coordinatore scientifico e da alcuni docenti universitari; la pubblicazione nei primi mesi del 2024 di un volume che illustra la storia del Museo del Sannio, le sue sedi monumentali (Mastio della Rocca dei Rettori costruita nel XIV secolo, prima metà; Chiesa e complesso monumentale di Santa Sofia) e le sue cospicue collezioni.

Non solo. Sono state programmate anche diverse attività, in parte in corso di attuazione: la mostra fotografica di Claudio Barontini; la mostra di Leopap; la mostra del pittore Chiariotti; le conversazioni, di cui 5 già tenute e 6 da organizzare, una delle quali dedicata al Vanvitelli; la sistemazione nella Sala dell’800 della pinacoteca di oltre 30 acquerelli di Alberto e Achille Vianelli e di altri autori della Scuola di Posillipo; la riarticolazione nel Giardino del Mago “Palazzo Casiello” delle statue in ferro, di Riccardo Dalisi; l’integrazione di una delle due sale dedicate a Nicola Ciletti; il riallestimento della Sala del 300; il riallestimento della Sala Almerico Meomartini; il riallestimento della sezione di Archeologia antica; la esposizione nel bookshop presso “Palazzo Casiello” di ceramica del XVII – XVIII secolo da Cerreto Sannita; la redistribuzione dei dipinti del 900 nelle sale di Palazzo Casiello.

Presso la sala espositiva della Rocca dei Rettori, al piano terra, è invece previsto il nuovo allestimento dedicato all’800, al Risorgimento e alla formazione storica della Provincia di Benevento, con esposizione di manufatti attualmente in deposito, tra le quali alcune le bandiere, e reperti tessili tra i quali spiccano due camicie rosse Garibaldine e le divise di Federico Torre.

LA STORIA: MEOMARTINI E GLI INIZI – Il Museo del Sannio è da sempre considerato uno dei poli più importanti della Campania in quanto custodisce l’eredità culturale di Benevento e della sua provincia. Dopo l’istituzione nel 1873, fu poi ospitato nelle sale della Rocca dei Rettori dove tuttora si trova la Sezione storica costituita da Alfredo Zazo che diede vita anche alla Collezione di Arti e tradizioni popolari. Il materiale antico sparso in città che il Comune di Benevento aveva acquisito per il Museo di Antichità (istituito e soppresso poco dopo) e quello acquistato da privati, per effetto di una deliberazione del Consiglio Provinciale del 5 ottobre 1892 (seguita dal provvedimento di un altro organo)vennero ordinati nel mastio dell’edifico fatto edificare da papa Giovanni XXII tra gli anni Venti e gli anni Quaranta del 1300. Sorta sulle massicce strutture difensive del IV secolo, la Rocca venne restaurata con i criteri dell’epoca da Almerico Meomartini, primo direttore del museo che la adattò a sede espositiva. Ai manufatti che egli collocò nelle sue sale, aggiunse i reperti via via rinvenuti in città e nella provincia, come le sculture provenienti dal tempio d’Iside (o dai templi dedicati alla dea egizia, se erano più d’uno) fondato a Benevento dall’imperatore Domiziano che venne raffigurato in veste di faraone. Rinvenuti con alcune sculture di età romana, per la maggior parte nel 1903 lungo viale dei Rettori, durante i lavori di adattamento del convento di Sant’Agostino a caserma dei Regi Carabinieri, vennero subito acquisiti alle raccolte museali.

Tutti questi manufatti sono stati oggetto del fondamentale studio di Hans Wolfgang Müller, egittologo dell’Università di Monaco di Baviera e Direttore del Museo egizio della città tedesca: si tratta del volume pubblicato a Berlino nel 1969, poi edito in traduzione italiana dal Museo del Sannio nel 1971, volume che a tutt’oggi, nonostante alcuni volenterosi studi ulteriori, rimane il ‘pilastro’ per la conoscenza dei culti egizi praticati a Benevento sin dalla tarda età romano-repubblicana e fino al IV secolo d.C.

IL LAVORO DI ZAZO – Nel 1927 l’Amministrazione Provinciale affittò parte del complesso di Santa Sofia, poi acquistata nell’aprile del 1939. Il sito monumentale, patrimonio Unesco dal 2011, nella seconda metà degli anni Cinquanta divenne per intero proprietà della Provincia. Zazo, che era subentrato a Meomartini nella direzione del museo, dal 1929 vi sistemò le raccolte archeologiche ed epigrafiche costituite dal padre redentorista Caione nel Collegio Gesuitico (poi confluite nel Museo del Principato voluto dal Talleyrand nel 1806) nonché il materiale ordinato nella Rocca dei Rettori e quello proveniente dalle tombe di donne e di guerrieri trovate nel 1927 lungo il viale Principe di Napoli. Le collezioni si accrebbero notevolmente negli anni successivi alla fine della Seconda Guerra Mondiale in ragione delle numerose donazioni e del rinvenimento di manufatti recuperati nel corso delle operazioni di sgombero delle macerie degli edifici del centro storico colpito dai bombardamenti angloamericani del 1943. Zazo incrementò la raccolta preistorica acquisendo i materiali raccolti da Abele De Blasio, fondò nel 1929 la Biblioteca Provinciale e diede vita ad un’attività che, inaugurata dal re Vittorio Emanuele III, venne presto interrotta dagli eventi bellici.

L’ARRIVO DI ROTILI – Dal 1959 al 1970 fu direttore del Museo Mario Rotili che riorganizzò l’istituto secondo criteri moderni, riallestendo le collezioni in quattro grandi sezioni nei nuovi (o in parte rinnovati) corpi di fabbrica del complesso sofiano nei quali fu possibile ospitare in maniera adeguata anche l’Archivio Storico Provinciale e la Biblioteca Provinciale. Nuove strutture furono aggiunte a quelle esistenti, ormai insufficienti a contenere le collezioni notevolmente arricchite e ad ospitare la nascente Sezione d’arte medievale e moderna con la Pinacoteca e il Gabinetto dei disegni e stampe voluti sin dal 1953 dallo stesso Rotili per colmare un’evidente lacuna strutturale dell’istituto. Venne costituito anche il Medagliere e fu riorganizzata la Sezione storica e di Arti e tradizioni popolari nella Rocca dei Rettori. I lavori, promossi dall’Amministrazione Provinciale (Presidente era Pasquale Saponaro) con il contributo della Cassa per il Mezzogiorno, comportarono inoltre la realizzazione del moderno Auditorium recentemente rinnovato e dotato dal 2021 di moderni sistemi di proiezione.

Il 3 ottobre del 1964 l’allora Ministro della Pubblica Istruzione, Lugi Gui, inaugurò il Museo del Sannio che nel 1965, con Decreto ministeriale del 15 settembre, venne classificato fra i “Musei Grandi”. L’intensa attività culturale attuata negli anni Sessanta mediante cicli di conferenze e concerti di rilievo, culminò nelle manifestazioni per il centenario della morte di Michelangelo Buonarroti (1475-1564), per il centenario della nascita di Dante Alighieri (1265-1321) e per quello della battaglia di Benevento del 26 febbraio 1266. In quegli anni il museo ricevette la visita di personalità politiche di rilievo, come Giovanni Gronchi, Giuseppe Saragat, Sandro Pertini e, fra gli altri, Gustavo Adolfo VI di Svezia, il re noto per i suoi interessi archeologici.

GLI AVVICENDAMENTI E LA STORIA RECENTE – Dopo le dimissioni di Rotili, passato nel 1969 all’Università di Napoli come Professore Ordinario prima di Storia della Miniatura e delle Arti minori, quindi di Storia dell’Arte medievale e moderna, per un breve periodo la direzione fu affidata a Mario Napoli, Soprintendente archeologo per le province di SalernoAvellino-Benevento, quindi a Salvatore Basile, poi divenuto direttore della Biblioteca Provinciale “Antonio Mellusi”. Scorporata dal museo nel 1973, questa fu trasferita nel 1975 in Palazzo Terragnoli, ex sede della Banca d’Italia. Nello stesso 1973 fu designato nuovo direttore del museo Elio Galasso e, subito dopo il suo pensionamento nel 2004, la responsabilità scientifica dell’istituto fu affidata a Luisa Bocciero. Nel 2011 venne nominata direttore scientifico Maria Luisa Nava, già Soprintendente archeologo, che resse l’incarico fino al 2014. Quindi nel 2020 è stato nominato direttore scientifico Marcello Rotili, già Ordinario di Archeologia cristiana e medievale nell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, al quale nel 2023 la Provincia di Benevento ha attribuito le funzioni di Coordinatore scientifico.

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