POLITICA
Viespoli: “Fli non è il terzo tempo di Alleanza Nazionale, ma deve allargarsi”
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“Futuro e Libertà non è il terzo tempo di Alleanza Nazionale, ma deve allargarsi ad altre forze e guardare oltre. Ad una nuova prospettiva che vada aldilà delle contrapposizioni ideologiche, legate al passato”, così Pasquale Viespoli, capogruppo Fli al Senato, che questa sera ha inaugurato la sede di “Futuro e Libertà” a Cerreto Sannita. Per il Senatore siamo in una crisi dei partiti di stampo novecentesco. Affermazioni che sembrano presagire nuove ed inedite aperture politiche.
Particolare l’inaugurazione di un partito che ancora non esiste formalmente, ma si pone al momento come movimento, che ribadisce la fedeltà di uomini e politici ad un progetto nato con Fini e che con la sua leadership vuole proseguire questo cammino, anche a Cerreto Sannita, in vista delle prossime elezioni amministrative, conseguenti alle dimissioni del sindaco del Pdl Pasquale Santagata. Numerose le adesioni che a Cerreto sta riscontrando Futuro e Libertà. Al momento ci sono 40 sottoscrittori, per lo più provenienti dalle file della destra di vecchia data, ed impegnati anche in esperienze amministrative, come gli assessori Luigi Di Santo e Franco Gismondi. Numerosi anche i giovani, che rispecchiandosi nel Manifesto di Bastia Umbra, hanno deciso di impegnarsi nella vita politica seguendo il movimento che fa capo al presidente della Camera dei Deputati.
L’inaugurazione è stata l’occasione per il Sen. Pasquale Viespoli per fare riflessioni sull’attuale scenario politico italiano. “Il governo al tempo della crisi”, il tema che il senatore avrebbe scelto per questo incontro e per futuri altri. “Una crisi di carattere epocale, che continua a raccontare un’Italia che non c’è”, ha dichiarato Viespoli, “ quello che doveva essere un partito liberare di massa, il PDL, si è concretizzato in una forza politica che invece di fare sintesi, è diventata portatrice di rottura, fino ad arrivare all’anatema contro il co-fondatore Fini”. Non è tanto la rottura tra due uomini, Fini e Berlusconi, secondo il senatore, ma è la rottura dello stesso progetto Pdl, che aveva ragione di esistere in quanto sintesi tra due leader. Necessario quindi, per Viespoli, costruire una mobilitazione civile all’interno di questo paese; rivedere un programma, in quanto quello del 2008 non ha ragione più di esistere in un mondo diverso, dove la crisi istituzionale ed economica hanno cambiato tutto.
E la mozione di sfiducia, per il senatore Viespoli, non era un modo per cercare lo scontro, ma un’opportunità per costruire un Berlusconi Bis, un nuovo centro-destra da cui ripartire, una nuova concezione della politica che “ non si affronta con le signorine buonasera che hanno imparato la storiella in qualche sezione di partito”.
Ripartire, il monito di Viespoli. Ripartire anche a Cerreto Sannita. Non importa con quale leader, quel che conta per il senatore è l’impianto di valori da portare avanti.
Erika Farese