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Ciclismo, Einer Rubio della sannita Vejus Aran secondo al Giro d’Italia under 23

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Eccellente prestazione di Einer Rubio al Giro d’Italia under 23, dove ha conquistato il secondo posto nella classifica generale, prestazione suggellata poi dalla splendida vittoria sul passo Fedaia/Marmolada e dalla conquista della maglia verde, migliore grimpeur, quale vincitore della classifica dei Gran Premi della Montagna. Le attese non solo non sono andate deluse, ma è stato ottenuto un enorme risultato dal “colombiano sannita”, corroborato da vive emozioni per chi ha seguito la corsa rosa.

Un Giro, terminato domenica dopo undici tappe, corso dall’alfiere della Vejus Aran Cucine sempre con brillantezza e concentrazione, prova ne sono i piazzamenti ottenuti in tutte le tappe di montagna: terzo sul monte Amiata, terzo sul passo Maniva, secondo nel tappone dell’Aprica che prevedeva la doppia ascesa al Mortirolo.

Rubio ha dovuto lottare principalmente contro i suoi connazionali della nazionale colombiana, veri e propri dominatori del Giro, in particolare, impressionante il passo mostrato nelle prime tappe di montagna da Andres Camilo Ardila, vincitore delle tappe dell’Amiata, del Maniva e primo della classifica generale finale. Alle spalle di Rubio un altro colombiano Juan Diego Alba vincitore della tappa dell’Aprica. Evidente come negli ultimi lustri sia cresciuto il movimento ciclistico colombiano, viceversa, anche questo Giro ha evidenziato la crisi del ciclismo italiano che conta, a fronte di due terzi dei partenti del nostro paese, solo due vittorie su dieci tappe e solo sette corridori fra i primi trenta. Crisi che ha radici profonde e purtroppo pare non vedersi una concreta inversione di tendenza di questo stato di cose.

Rubio ha corso il Giro d’Italia in crescendo, migliorando giorno dopo giorno. Vincere l’ultima tappa di un Giro, su una delle salite alpine più dure la Marmolada, è segno tangibile di classe innata accompagnata da un serio ed accurato allenamento e da una appropriata preparazione complessiva.

L’emozionate trionfo di Rubio, trasmesso in diretta da Raisport, ha tutti i crismi dell’impresa, ha mostrato una magistrale tattica nonché una bellezza stilistica, su pendenze che fanno soffrire ogni corridore che le stia affrontando.

Tutta la squadra Vejus Aran Cucine si è splendidamente comportata, supportando al meglio il proprio capitano. Da Emanuele Aru a Alessandro Susco, i quali rispettivamente, per una caduta e per problemi fisici non hanno potuto concludere il Giro; poi soprattutto, Marco Lolli e Lorenzo Ginestra alfieri di Rubio in tutte le tappe, più volte in prima posizione a condurre il gruppo, anche nell’ultima tappa fin sulle prime rampe del Fedaia. Non solo gregari, ma parimenti autori di un bel Giro, con Ginestra, corridore di primo anno, che ha concluso trentaduesimo nella generale e decimo nella classifica dei giovani. Conseguenza ne è stato il considerevole risultato della Vejus Aran Cucine, piazzatasi all’ottavo posto nella classifica a squadre, su trenta al via, davanti a formazioni ben più blasonate, e molto più ricche di risorse economiche.

Il risultato ha profuso gioia, condivisa da tutta la squadra, gioia che è naturalmente anche merito. In primis del direttore sportivo e mentore Donato Polvere e del patron Umbertone Di Giuseppe, poi dei meccanici, massaggiatori, accompagnatori e di tutto il personale che sta dietro ad una squadra ciclistica.

Da Boyaca’ (regione d’origine di Rubio) ai trionfi sulle Dolomiti passando per il Sannio, sua terra d’elezione ciclistica, Rubio si è consacrato come una delle migliori promesse del ciclismo mondiale, sicuramente coloro che hanno lottato per la vittoria di questo Giro Under 23, tra qualche anno lotteranno per la vittoria al Giro e al Tour de France.

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