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POLITICA

Festa Madonna delle Grazie, La Città di Tutti: “Gestione sciatta e da incompetenti”

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“La gestione dell’organizzazione della festa della Madonna delle Grazie è l’emblema, l’ultimo in ordine di tempo ma certamente non l’unico di questi 12 mesi, della disorganizzazione amministrativa che Mastella regala quotidianamente alla città e gli stucchevoli consuntivi autocelebrativi e autoassolutori confermano solo quanto il sindaco sia più impegnato ad occupare spazi mediatici o a tentare di riconquistare uno spazio politico per se o per i suoi parenti piuttosto che a governare Benevento obbligandoci, dunque, a subire scelte improvvisate all’ultimo minuto o furbescamente dettate dalla volontà di prendersi meno responsabilità possibili.”

E’ quanto scrive in una nota Gianluca Vevoto di “#LaCittadiTutti – Benevento”, aggiungendo: “L’aspetto più emblematico della totale improvvisazione con cui si muove l’amministrazione Mastella è l’ordinanza sindacale del 30 giugno (si avete letto bene, 30 giugno…) in cui stabilisce la dislocazione delle bancarelle per la festa patronale, disponendole tutte lungo un unico lato della strada e creando pertanto una confusione generale tra tutte le parti in causa come abbiamo avuto modo di leggere sugli organi di informazione.

Mastella ha tentato di giustificare questo ritardo spiegando di aver dovuto recepire la circolare ministeriale n.11464 del 19 giugno, che seguiva quella del 7 giugno e relativa agli organi di polizia e che affida ai Comuni il compito di attivare le verifiche preliminari per evitare il sovraffollamento ed effettuare una valutazione complessiva dei rischi delle manifestazioni pubbliche, in collaborazione con gli organizzatori e le forze dell’ordine.

Non ci ha spiegato però che cosa ha avuto da fare nei dieci giorni che sono intercorsi tra la circolare e la sua ordinanza: probabilmente qualche conferenza stampa autocelebrativa?”

“Ma la sciatteria amministrativa – continua la nota –  va ben oltre il semplice ritardo: dimostra la totale ignoranza dei regolamenti dell’ente che, se applicati, avrebbero potuto rendere tutto più semplice.

Infatti già con la sindacatura di Sandro D’Alessandro fu approvato, su input dell’allora assessore alle attività produttive Gianfranco Ucci, un regolamento ad oggi ancora in vigore con cui furono delimitati gli stalli per i venditori e definite le tipologie merceologiche suddivise per zone ed escludenti quelle non pertinenti con la festa.

Con questa organizzazione si teneva conto anche delle esigenze di ordine pubblico e sicurezza lasciando completamente libere via di fuga e per i soccorsi. Sarebbe quindi bastato far applicare il regolamento realizzando semplicemente un maggiore controllo.

Come sembrerebbe inspiegabile, se non alla luce della incapacità di assumersi qualsiasi forma di responsabilità, la scelta di chiudere la struttura del mega-parcheggio per motivi di sicurezza. Si è dunque preferito rinunciare ad un introito economico per il Comune e favorire il parcheggio selvaggio dando così inconsapevolmente linfa al fenomeno dei posteggiatori abusivi che  paradossalmente, l’ordinanza del 30 giugno si proponeva anche di arginare, invece di gestire tale struttura con maggiore controllo.

Ma ciò che lascia maggiormente sconcertati sono poi le contraddittorie dichiarazioni del sindaco che, nel commentare i corto-circuiti organizzativi della propria amministrazione, invece di scusarsi e promettere di impegnarsi maggiormente per evitare in futuro i disagi creati minaccia di impedire nei prossimi anni l’organizzazione del programma civile per la festa patronale salvo poi rettificarsi in altra sede.”

“Gentile sindaco – conclude la nota –  forse non lo sapeva quando si è candidato ma il governo di una città presuppone programmazione, capacità di visione e il fatto di prendersi delle responsabilità e non solo quello di occupare “militarmente” gli organi di stampa, convocare conferenze stampa o scrivere post per smentire quanto in esse precedentemente affermato come accaduto, per esempio, nelle scorse ore per il caso dei migranti.

I problemi di Benevento non si risolvono cercando alibi o creando casi ad hoc, ma affrontando i problemi con serietà e umiltà e magari non sfuggendo il confronto dialettico in quel Consiglio comunale che da un po’ di tempo ha ridotto ad essere muta scenografia ratificante delle sue decisioni invece che un luogo di dibattito e confronto democratico.”

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