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CRONACA

Frodi con furto di identità, Campania al primo posto in Italia: nel Sannio 207 casi

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Continuano ad avere un notevole impatto sui consumatori le frodi creditizie realizzate tramite furto d’identità, con il successivo utilizzo illecito dei dati personali e finanziari altrui per ottenere credito o acquisire beni e con l’intenzione premeditata di non rimborsare il finanziamento e non pagare il bene.

Stando agli ultimi dati registrati dall’Osservatorio sulle Frodi Creditizie e i furti di identità realizzato da CRIF-MisterCredit, nel 2021 i casi rilevati in Italia sono stati oltre 28.600 (+31,1% rispetto al 2020); un aumento dovuto al continuo sviluppo degli acquisti online (+18% nel 2021) che ha contribuito alla crescita dei casi perpetrati sui canali virtuali, dove le verifiche possono essere meno efficaci.

A livello nazionale, il danno stimato raggiunge i 124,6 milioni di Euro, sostanzialmente stabile rispetto alla precedente rilevazione, dal momento che al numero maggiore di casi corrisponde una contemporanea diminuzione dell’importo medio frodato, che si attesta a 4.350 Euro (-23,3% rispetto all’anno precedente).

Nel corso del 2021 la Campania ha fatto registrare 4.787 i casi di frode, 13 casi al giorno, dato che posiziona la regione al 1° posto della graduatoria nazionale.

A fronte di una crescita fatta segnare in Regione sia delle richieste di prestiti personali (+16%) sia dei finalizzati (+23,8%) relativamente all’incidenza dei casi sui volumi di credito erogato, la Campania si colloca in 2^ posizione della graduatoria nazionale.

A livello provinciale, il maggior numero di frodi è stato registrato nella provincia di Napoli, con 2860 casi (che la collocano al 1° posto nel ranking nazionale), seguita da Caserta, con 785 (7^ posizione), da Salerno con 668, Avellino con 267 e Benevento, con 207.

Nel 2021 il numero di casi rilevati si è concentrato su importi inferiori ai 1.500 Euro (+52% rispetto al 2020), a dimostrazione di come le organizzazioni criminali ormai non disdegnino nemmeno le operazioni fraudolente su beni di importo più contenuto. Al contempo si registra un notevole aumento dei casi di frode con importi compresi tra i 5.000 e i 10.000 Euro, che passano dal 9,6% al 14,0% del totale (+45,7%), e quelli con valore superiore ai 10.000 Euro, che arrivano al 12,7% (+13,9% rispetto alla precedente rilevazione).

Dall’ultima rilevazione risultano in calo solamente i casi con valore compreso tra 1.500 e 3.000 Euro (-28,9%) e quelli tra 3.000 e 5.000 Euro (-10,1%).

Tra le forme tecniche di credito in cui si registra il maggior numero di casi fraudolenti, i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi (quali auto, moto, articoli di arredamento, elettronica ed elettrodomestici, ecc), nonostante rappresentino anche nel 2021 la principale tipologia di finanziamento più colpita con il 34,4% del totale, fanno segnare una flessione del -30% circa. Si registra invece, un aumento dell’importo medio del +17,5% rispetto al 2020.

Al contrario, continuano ad aumentare a ritmo elevato le frodi sui prestiti personali (+56,6%), che con il 22,5% del totale dei casi si posizionano al secondo posto per tipo di operazione, seppur registrando un calo dell’importo medio pari a -8,2%.

Le frodi sulle carte di credito fanno segnare una crescita del + 59,7% rispetto al 2020, dopo la forte contrazione dell’anno precedente, quando aveva inciso il lockdown varato a seguito dello scoppio della pandemia.

Interessante notare, infine, alcuni trend minori, ma da tenere sotto controllo. Tra questi, va segnalato come nel 2021 abbiano iniziato ad emergere casi di frode sulla rateizzazione di acquisti e-commerce (le così dette formule “compra subito, paga dopo”, in gergo tecnico ”Buy now, pay later”), anche se ancora ricoprono una fetta assolutamente residuale (0,2% del totale).

Entrando nel dettaglio dei beni e servizi acquistati con un prestito finalizzato ottenuto in modo fraudolento, il 40,7% dei casi ha per oggetto l’acquisto di elettrodomestici, in crescita del +25,3% rispetto alla rilevazione del 2020.

Una quota significativa dei casi ha riguardato anche il comparto dell’elettronica – informatica – telefonia (9,0% del totale) e quello auto e moto (8,8% del totale).

Seguono i finanziamenti per l’arredamento (6,1%) e quelli per interventi sugli immobili e ristrutturazioni (5,4%).

Dalle analisi dell’Osservatorio CRIF – Mister Credit emerge come la maggioranza delle vittime sia rappresentata da uomini (63,5% del totale). Rispetto al 2020, la distribuzione dei casi per genere vede un ulteriore aumento degli uomini (+2,7%).

Osservando la distribuzione delle frodi per classi di età si conferma, invece, la dinamica già evidenziata nel 2020: la fascia di età nella quale si rileva il maggior incremento dei casi è quella degli under 30 (+8,0%) mentre diminuiscono gli over 60 anni (-6,9%). La fascia compresa tra i 41 e 50 anni segue i più giovani come segmento maggiormente colpito dal fenomeno, con il 22,5% delle vittime.

In merito alla tipologia del contratto di lavoro delle vittime è emerso che l’1,8% delle pratiche di finanziamento di lavoratori dipendenti è risultata non conforme, contro una incidenza del 2% delle pratiche dei lavoratori autonomi, dell’1% per i pensionati e dello 0,9% rilevata per altre categorie, come i Cococo.

Analizzando gli alert sui documenti identificativi emersi dalle interrogazioni fatte ai servizi di prevenzione frodi gestiti da CRIF con anche la tramitazione delle banche dati SCIPAFI, viene confermato l’utilizzo preponderante della carta di identità come documento identificativo, con una incidenza superiore al 80,7% del totale, seguito dalla patente col 17,7%.

In particolare, l’1,9% dei documenti presentati in fase di identificazione anagrafica è una carta di identità contraffatta, oppure valida ma non riconducibile al soggetto. Per le patenti, invece, nel 4,1% dei casi si tratta di patenti inesistenti o non appartenenti al soggetto.

In controtendenza rispetto a quanto rilevato nel 2020, i tempi di scoperta delle frodi si stanno accorciando, con il 42,4% dei casi che viene scoperto entro i primi sei mesi (contro il 36,3% del 2020). Al contempo sono diminuiti i casi scoperti dopo oltre 3 anni (-11,3%).

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