Centro Storico, il Comitato a Mastella: “Quando non si hanno più argomenti si incomincia ad offendere”

“Apprendiamo dalla stampa che, nel corso della presentazione della sua campagna elettorale, il sindaco Mastella, ha ritenuto opportuno esternare ciò che pensa del Comitato di Quartiere Centro Storico. Le espressioni utilizzate, in verità, ci hanno lasciato basiti. Il Sindaco, rendendo palese una qualche forma di idiosincrasia nei riguardi della persona che presiede detto Comitato, ha definito la questione portata alla sua attenzione, su sagace domanda di un giornalista, come oleosa”. Così in una nota il presidente del Comitato Centro Storico, Luigi Marino.

“Ha aggiunto – spiega – che “i comitati di quartiere non esistono” (anche se vi sono indizi di segno contrario, posto che risulta essere stata concessa ad un membro della Giunta, una “delega alla relazione con i comitati di quartiere e Politiche per le contrade”), infine ha dichiarato di non essere nella condizione di porre alcun rimedio alle criticità denunciate da questo Comitato. Ha concluso, infine, il suo peculiare intervento, affermando di essersi determinato a non incontrare il Comitato di Quartiere, senza addurre una valida motivazione. Insomma, in poco meno di tre minuti, abbiamo appreso: di non esistere; di denunciare problemi che, invece, esistono, ma che non possono essere risolti dal Sindaco; di essere esclusi dagli incontri forse perché “eccessivamente verbosi”.

A questo punto – sottolinea -, pur domandandoci per quale ragione il Sindaco abbia inteso impiegare quasi tre minuti del suo tempo a discutere circa un’entità che non ritiene esistente, non possiamo non dirci indignati dal contenuto del suo discorso. Indignati, poiché un Comitato di Quartiere, che sia istituzionalizzato o meno, è certamente un’associazione e, questa, esistente per il diritto e riconosciuta dalla Comunità. Ogni membro del Comitato, ad oggi siamo in oltre 60, si sente rappresentato dagli organi associativi, Direttivo e Presidente. Quando il Presidente è stato votato dalla maggioranza dei soci, ha preso su di sé, con l’ausilio dei membri del Direttivo, l’onere di difendere i diritti dei membri e di portare avanti delle battaglie di civiltà, di ordine pubblico, di legalità e di vivibilità. Tutte le problematiche del Centro Storico, infatti, sono state incessantemente e formalmente poste all’attenzione del Sindaco. Purtroppo, in luogo di affrontare le criticità sollevate dal Comitato, il Sindaco, preferisce delegittimare chi denuncia l’esistenza del degrado. La “verbosità” si è resa necessaria stante la colpevole inerzia delle istituzioni.

Il Sindaco – attacca Marino -, però, non contento di aver negato l’esistente, di aver dichiarato di non essere in grado di affrontare i problemi posti alla sua attenzione, ha deciso di chiudere il suo discorso dicendo che no, il Comitato di Quartiere Centro Storico, non lo avrebbe incontrato. Forse, il Sindaco, si riferisce al nostro invito, rimasto, effettivamente, disatteso diretto ad ascoltare il suo programma elettorale relativo al Centro Storico. Il volersi sottrarre, volutamente, ad un incontro con dei rappresentanti dei cittadini, a ben guardare, è la cosa più grave riferita dal Sindaco nel suo discorso. Infatti, il rappresentante di una Comunità che, pubblicamente, dichiari di non voler incontrare i vertici di un Comitato di Quartiere che, si badi bene, stanno portando avanti una battaglia per non lasciare nel degrado il Centro Storico, fiore all’occhiello di Benevento, rappresenta atto gravissimo. Per chiudere, chiunque può creare un’associazione, la Costituzione garantisce questo diritto, poi, ovviamente, sta ai membri di quel consesso riempire di contenuti le riunioni e darsi uno scopo, una ragione che giustifichi lo stare insieme e la vita stessa dell’associazione. Noi, questo, lo abbiamo fatto con il cuore, non risparmiando sudore, “lacrime e sangue”, senza alcun secondo fine.

Ora che il Sindaco ha affermato, in pubblica seduta, di non essere in grado di poter risolvere il problema, a chi dovremo appellarci? – scrive ancora il Comitato – Tenuto conto dell’impossibilità, dichiarata, della amministrazione, di far fronte alle richieste (tutte, in verità, ricadenti nelle funzioni sue proprie, si pensi al controllo dei permessi di sosta, ai varchi, agli orari di chiusura dei locali, all’igiene pubblica) avanzate da questo Comitato, dovremmo dire ai nostri membri che, ormai, dobbiamo risolvere i nostri problemi, non con verbose richieste, ma affidandoci alla Legge della Giungla? Infine, perché tanto astio nei riguardi del Comitato e di chi lo rappresenta? Forse, il volere un Centro Storico, vivibile, sano, pulito, sicuro non incontra i desiderata del Sindaco? E’ tutto perduto, allora!
Non esistiamo, il Sindaco non può risolvere i problemi denunciati che, si badi bene, non sono solo dei membri del comitato, ma di tantissimi cittadini. Veniamo snobbati, non si è compreso se perché non esistiamo, la qual cosa avrebbe, però, comportato l’inevitabile assenza di incontri anche con gli altri comitati che, come appreso dal Sindaco, non esistono o, e questa tesi ci appare più calzante, perché abbiamo sempre denunciato, mettendoci la firma e la faccia, tutto quanto non andava nel Centro Storico, richiamando le istituzioni al rispetto della legalità. Siamo, però, soddisfatti di una solo incontrovertibile risultato: abbiamo creato una “Questione Centro Storico”! La prova riposa negli strali, ingiustificati, rivoltici dal Sindaco della Città di Benevento.

Infine – conclude -, una chiosa, personale diretta al Sindaco: il Sindaco di una Città è il Sindaco di tutti i cittadini, di chi applaude e di chi fischia, di chi si pone sull’attenti e di chi contesta. Il limite al dialogo, a mio giudizio, è che il confronto sia serio, leale, ordinato, educato, elegante nei modi ed esaustivo nei contenuti. Ho sempre formalizzato le richieste con quel garbo istituzionale che si confà ad una corrispondenza tra un cittadino, nella qualità di Presidente di un Comitato di Quartiere ed il Sindaco di quella stessa comunità. Non comprendo, a questo punto, per quale motivo, con le sue parole ed i toni utilizzati abbia cercato di travalicare la linea di demarcazione tra il confronto ed il dileggio. Non ha offeso me, mi offendo di rado, ma tutte le persone che rappresento, quelle persone che ancora credono nel dialogo con le istituzioni e che, se hanno un problema di vivibilità, si rivolgono a chi ritengono sia deputato a risolvere quel problema. Schopenhauer diceva che quando non si hanno più argomenti, l’interlocutore che è consapevole di essere nel torto, incomincia ad offendere. Caro Sindaco, non si attardi ad affermare che vede “elevate a dignità sugli altari qualche presidente del Comitato”, questa esternazione non interessa i cittadini e, le posso assicurare, non crea sgomento nel bersaglio che intende colpire, si impegni, invece, a risolvere o ad arginare le criticità che le sono state segnalate prima che non accada l’irreparabile”.