CULTURA
Dal dolore alla riconciliazione, padre Occhetta racconta “la giustizia capovolta”
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Collocare al centro dell’ordinamento giudiziario italiano la vittima e la società ribaltando l’attuale sistema penale classico, basato sul modello di “giustizia retributiva”. E’ questo in estrema sintesi il concetto che padre Francesco Occhetta ha racchiuso nel suo ultimo libro, “La giustizia capovolta. Dal dolore alla riconciliazione” (Edizioni Paoline, 2016), presentato questa mattina in un incontro nella Casa Circondariale di Benevento. L’evento promosso da Cives, il laboratorio di formazione al bene comune, ha voluto affrontare un tema delicato e di fondamentale importanza per il futuro del Paese.
“Si tratta di un modello difficile da realizzare – ha detto Occhetta -, ma non impossibile visto che in altri ordinamenti è già stato accolto creando un ponte reale tra chi subisce e chi commette dei crimini”.
Una riflessione culturale a 360 gradi quella proposta da Padre Occhetta. “Non si tratta di non far scontare la pena a chi sbaglia, ma di creare un sistema capace di riabilitare realmente. Le statistiche indicano che l’attuale sistema carcerario non funziona da questo punto di vista. Per questo bisogna agire e cambiare ciò che non va”.
La giornata è stata impreziosita anche dagli interventi di Maria Luisa Palma, direttrice della Casa Circondariale di Benevento, di Ettore Rossi, Direttore Ufficio per i Problemi Sociali e il Lavoro della Diocesi di Benevento, di Bruno Vallefuoco familiare di una vittima innocente e coordinatore regionale del settore memoria di “Libera”, di alcune testimonianze dei detenuti, e dalle conclusioni dell’Arcivescovo di Benevento, Felice Accrocca.