Sindacati
Vertenza Cmr, Cgil e Uil criticano il Piano di rientro economico
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In seguito alla presentazione del piano di rientro economico e finanziario del Centro Medico Erre di Sant’ Agata dei Goti, Cgil Fp e Uil Fpl esprimono, ancora una volta, il proprio rammarico e, contestualmente, solidarietà ai tanti lavoratori e lavoratrici che ad oggi vedono pressoché inalterata la loro posizione creditizia nei confronti del datore di lavoro.
“Oggetto del contendere – scrivono i segretari di categoria Pompeo Taddeo e Giovanni De Luca – è la cifra che mensilmente l’Asl eroga al Centro, e che ammonta approssimativamente ad un importo di circa mezzo milione di euro, soldi con i quali appianare i debiti contratti nel tempo dalla precedente gestione, a partire, però, dai lavoratori, che sono il motore grazie al quale la macchina produttiva non ha smesso di funzionare neppure per un solo minuto, in tanti anni di sacrifici, delusioni, speranze, impegno, ripartenze e attese di cambiamento. Ai lavoratori, oltre la solidarietà prestiamo, naturalmente, tutte le forze che come sindacati possiamo mettere in campo per vedere realizzati gli impegni presi nei loro confronti, poiché non è sopportabile assistere, dopo questi anni di lotte, al pagamento dei soli anticipi delle mensilità correnti ai dipendenti del Centro, pur avendo l’Azienda una disponibilità mensile di 500 mila euro (la data della prossima valuta è indicata al 31 marzo).
Difatti – concludono – rimane ancora scoperto il saldo del mese di febbraio e, stante tale approccio, temiamo per l’ erogazione del mese di marzo. Altro punto dolente è quello del limite nelle accettazioni per le prestazioni, un limite che dallo scorso mese di novembre ad oggi comporta, a nostro avviso senza alcuna logica ragione, una restrizione nel numero delle prestazioni riabilitative erogate dal Centro, riducendone quella capacità operativa, che da sempre ha erogato prestazioni a regimi molto alti di produttività, tanto da impiegare persino altri centri, mentre ad oggi l’ unico obiettivo di tale rimodulazione appare esclusivamente quello di scaricare sui lavoratori il peso di una (voluta) riduzione delle attività. A tali forme di ritorsione nei confronti dei lavoratori ci opporremo con tutte le nostre forze, e lo stesso faremo per vedere erogati loro gli stipendi, poiché il tempo delle attese, della pazienza e della presa in carico di ogni responsabilità da parte della sola forza lavoro operante nel Centro, oggi cerca di invertire la rotta e rivendicare tutto ciò che le compete”.