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Sindacati

Asl, la Cisl Fp: “La sanità ha bisogno di risorse umane ed economiche”

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“La riforma sanitaria emanata con i Decreti legislativi 502 del 92 e 229 del 99 ha introdotto in modo radicale e definitivo i concetti e la filosofia dell’aziendalizzazione anche in ambito sanitario a prevalente gestione pubblica. Si è passati dalle Unità Sanitarie Locali alle Aziende Sanitarie Locali, si è superato definitivamente il concetto di pagamento a piè di lista delle prestazioni sanitarie erogate ed è stata introdotta la gestione per budget dei processi”. Si apre con queste parole la nota di Sonia Iasiello, segretario aziendale della Cisl Fp all’Asl di Benevento, e Antonio Santacroce, segretario generale della Cisl Fp Sannio-Irpinia.

“Tutto questo – spiegano i sindacalisti – ha determinato la preventiva programmazione, con relative risorse, delle prestazioni da erogare sia nelle strutture ospedaliere che in ambito territoriale. Nonostante ciò il sistema salute continua a non essere sostenibile. Negli ultimi anni si sono susseguiti pesanti tagli camuffati da razionalizzazioni. La Regione Campania, sottoposta ad un drastico piano di rientro dal debito sanitario, è stata ed è tutt’ora commissariata dal governo centrale. Dopo una lunga serie di decreti regionali di riorganizzazione e, ripetiamo, di forti tagli, è stato chiesto alle Aziende Sanitarie regionali della Campania la riscrittura dei propri atti aziendali. A tal proposito, oggi le organizzazioni sindacali sono state convocate per una informativa sull’Atto Aziendale. Il Direttore Generale dell’ASL di Benevento ci ha comunicato i rilievi che sono stati fatti sull’Atto ed i suoi riscontri. L’ulteriore discussione su questo argomento ci sconcerta! Pensavamo che la questione fosse stata chiusa dopo che anche la Corte dei Conti con la vertenza n. 2015/42/CPL, inviata anche alla Struttura Commissariale, si era espressa in merito affermando che “la redazione dell’atto aziendale è da configurarsi come atto dal contenuto discrezionale delle singole aziende e non attività vincolata”. Ci sembra, pertanto, alquanto strano che si continui a sollecitare il rispetto di una norma chiaramente non applicabile al nostro territorio.

Le linee guida regionali in materia sono vere e proprie imposizioni commissariali, null’altro che la riproposizione organica dei precedenti decreti, aggravati dalle ultime disposizioni del Decreto Balduzzi – aggiunge la nota -. La Cisl da tempo sta denunciando l’inutilità di questi continui commissariamenti che non producono nessun beneficio all’utenza. Il Governo centrale continua ad adottare una politica di risparmio che tocca solo le tasche dei lavoratori (tagli ai fondi contrattuali/riduzione delle U.O.) e mette a repentaglio il funzionamento dei servizi essenziali (LEA). Le risorse per l’ADI vengono attribuite senza rilevare un bisogno che, spesso, risulta nettamente superiore alle somme stanziate. Abbiamo una Rete Territoriale che non riesce a decollare (DCA 99/2016): i numeri che impongono ai nostri territori non lo consentono! Se, poi, si pensa che gestire una Rete Territoriale efficiente servirebbe a decongestionare le Aziende Ospedaliere del territorio, evitando di ribaltare i disagi dell’utenza sugli operatori, allora i conti non tornano. Siamo stanchi di assistere a questo scaricabarile. La sanità per funzionare ha bisogno di risorse umane ed economiche e di investimenti seri che come Cisl stiamo chiedendo da tempo. Come si può pensare di istituire UCCP AFT e quant’altro imposto dal DCA 99 senza che ci siano le risorse giuste. A questo proposito, una proposta di atto aziendale che deve tener conto degli standard del DCA 18, applicando un coefficiente,è francamente priva di ogni prospettiva di sviluppo e di reale presa in carico del cittadino utente e mina fortemente l’attuazione del DCA 99.

Facciamo qualche conto da brava massaia. ASL BN: 282.321 popolazione residente / 13.515 (parametro definito dal Comitato LEA per l’individuazione delle strutture complesse territoriali – 1 struttura complessa ogni 13.515 residenti) = 21 U.O.C, approssimando per eccesso – scrive la Cisl -. Dovendo rispettare il DCA 18/2013 mancherebbero i numeri per assicurare il funzionamento di una ASL: significa che l’ASL di BN, utilizzando questo coefficiente, non riuscirebbero a vedersi riconosciute neppure le U.O. minime per il funzionamento, ancor meno per il rispetto degli standard imposti dai LEA. Ecco dimostrato come le norme non calate nelle realtà non hanno ragione di esistere. Se poi tutto questo “lifting” avviene senza coinvolgere le parti sociali il quadro che ne scaturisce diventa raccapricciante. Se ci si sofferma a fare qualche conto su quanto si risparmierebbe attuando i tagli imposti, sempre che non arrivino ricorsi da parte dei lavoratori, si scoprirebbe che “Parigi non val bene la messa”. Il tutto, calato in una realtà quale quella dell’ASL di Benevento, che chiude i bilanci in attivo, ci fa sospettare che i motivi siano altri. Allora pensiamo che una volta per tutte bisognerebbe trovare il coraggio di definire con chiarezza la qualità e la quantità delle strutture necessarie al funzionamento di una ASL ed al mantenimento dei LEA e poi applicare i coefficienti, così da non penalizzare le ASL con piccoli bacini di utenza e tagliare dove effettivamente ci sono gli sprechi.

Siamo stanchi di veder tagliare servizi ai nostri cittadini attuando risparmi che servono a ripianare le aree metropolitane. Si trovi la volontà politica oppure il coraggio di reinvestire questi utili sui territori virtuosi – conclude la nota -.Perché è fuori di dubbio che l’organizzazione minima in ogni ASL è necessaria qualunque sia il numero di utenti che chiede bisogni sanitari. A lungo termine, escludendo sempre più la centralità del cittadino, si avrà come risultato solo l’aggravamento dei conti e delle spese sanitarie, perché ciò che oggi è curabile o prevedibile diventerà cronico. E’ inutile sottolineare che i veri risparmi si fanno con gli investimenti e non evitando di spendere. Come sindacato sentiamo la necessità di essere coinvolti e non semplicemente informati. I tempi sono maturi!”.

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