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CULTURA

Presentato l’ultimo libro del giornalista Giacomo De Antonellis dedicato al “Papa beneventano”

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E’ stata presentata presso la Sala consiliare della Rocca dei Rettori, sede della Provincia di Benevento, l’ultima fatica editoriale del giornalista Giacomo De Antonellis, dal titolo: “Il papa beneventano. Vincenzo Maria Orsini – Benedetto XIII (Edizioni Scientifiche Italiane, collana “Archivio storico del Sannio”, Napoli 2014). Il volume e l’Autore sono stati presentati dal giornalista Pellegrino Giornale.

Egli ha ricordato che De Antonellis, laureato in Scienze politiche, ha lavorato a Milano presso Il Giorno, la Rai-Tv ed altre Testate, ed ha curato numerose pubblicazioni di carattere storico e saggistico. “Il papa beneventano” è una biografia dell’arcivescovo di Benevento Vincenzo Maria Orsini (Gravina in Puglia, 1650 – Vaticano, 1730), successivamente Papa Benedetto XIII. Come ha detto l’Autore, Orsini appare dominante sullo scenario di Benevento, non soltanto sotto il profilo religioso ma persino riguardo al profilo storico della città.

Durante la sua lunga guida della diocesi (44 anni, dall’assunzione della cattedra nel 1685 fino alla scomparsa nel 1730), infatti, egli impresse il proprio “marchio” pastorale su tutti gli avvenimenti del periodo lasciando ai posteri un carico di rinnovamento spirituale e di realizzazioni civili quale nessun altro episcopo ha saputo trasmettere. Ciò dipese soprattutto dal sincero affetto che legò l’Orsini ai fedeli e al territorio: e la dimostrazione sta nel fatto del tutto inconsueto che, una volta eletto pontefice, egli volle mantenere un rapporto diretto con la diocesi conservando in pieno il titolo di arcivescovo beneventano.

Con questa biografia, De Antonellis, membro della Società storica del Sannio, e appassionato bibliofilo, ha inteso mettere in luce gli aspetti peculiari di questo eccezionale personaggio puntando in particolare sui quattro momenti essenziali della sua vita: l’adolescenza (tormentata), la porpora (indesiderata), l’episcopio (attivissimo) e il papato (gravido di affanni).

In aggiunta va rilevato che due ampi capitoli del saggio di De Antonellis toccano le precedenti diocesi rette dall’Orsini, vale a dire Manfredonia-Siponto e Cesena: esperienza positiva nel primo caso, densa di contrasti nel secondo. Soffermandosi su Benevento conviene ricordare i motivi per cui l’Orsini è rimasto nella memoria popolare dei cittadini dell’ex capitale longobarda.

Egli seppe dare alla città una profonda revisione ecclesiastica per attuare in concreto il Concilio tridentino: e allo scopo indisse oltre venti Sinodi, visitò con cura parrocchie e conventi, incoraggiò istituzioni e opere religiose. Ma seppe dare impulso anche alla società civile, in particolare dopo i terremoti del 1688, del 1694 e del 1702: promosse la ricostruzione del rione Triggio, migliorò l’assetto urbanistico del centro, fece realizzare un acquedotto per dotare la città del bene fondamentale.

Non solo: il suo nome resta impresso tra i posteri per aver creato una rete di Monti frumentari per sconfiggere la piaga dell’usura e aiutare le condizioni delle classi più deboli. Padre spirituale dunque ma anche urbanista ed economista. Un Uomo di cultura e studi eccezionali (Pio XI lo definì “papa archivista”) e di grande attualità grazie alle sue doti di pastore religioso e di animatore sociale.

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