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POLITICA

Dalla nomina alle dimissioni: i 9 mesi del ministro Nunzia De Girolamo

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Il 28 aprile 2013, Nunzia De Girolamo, nel Salone delle Feste del Quirinale, giura sulla Costituzione della Repubblica Italiana. E’ la prima donna del Sannio a ricoprire il ruolo di ministro. A lei, eletta deputata nelle fila del Pdl, Letta affida il dicastero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.

”Io vengo da una terra contadina in assoluto. La mia famiglia è una famiglia che ha origini contadine e ne vado fiera”, dichiara ai giornalisti la neo Ministra. Una nomina salutata con favore e speranza nella sua terra, il Sannio, dove l’agricoltura ha sempre avuto un ruolo fondamentale nel tessuto economico. Il coronamento di un percorso politico per Nunzia De Girolamo, partito nel 2007 a Benevento, con Forza Italia e l’elezione, l’anno successivo, alla Camera dei Deputati.

A congratularsi con lei anche il presidente del Popolo della Libertà, Silvio Berlusconi, immortalato mentre a Palazzo Madama bacia la mano al neo Ministro sannita.

A due mesi di distanza dalla sua nomina, Nunzia De Girolamo torna nella sua Benevento per la prima visita ufficiale. Il 29 giugno all’hotel President la neo Ministra incontra cittadini, simpatizzanti, dirigenti ed amministratori del suo partito.

“Io resto con il cuore beneventana e chi pensa che io sia andata via si sbaglia di grosso”. Dichiara alla numerosa platea il ministro sannita. Pochi mesi al Governo e la vulcanica e spavalda Nunzia appare già cambiata. Uno stile più istituzionale, sia nel vestire, bandite sciarpe logate e giubbini di pelle, spazio a completini bonton e collane di perle, sia nei toni dei suoi discorsi. “Mi manca la polemica -ammette – ma ora rivesto un ruolo super partes”. Un low profile, che però non la tenne al riparo dalle polemiche. In quel caso targate PD. Sia Il sindaco di Benevento che l’onorevole Del Basso De Caro lamentarono il mancato invito istituzionale all’incontro. Incidente quasi diplomatico liquidato con poche parole dalla De Girolamo:“Questa è una manifestazione aperta a tutti. Io sono pronta ad incontrare chiunque, l’ho fatto prima di venire qui, andando in Prefettura. Per il resto vi pregherei di parlare di cose serie”.

Le cose serie per il Ministro sono i risultati dei suoi 50 giorni al dicastero delle Politiche agricole e che passa in rassegna. Dai 50 miliardi della Pac, allo sblocco dei fondi del Psr con oltre 15 milioni di euro per il Sannio. 

Ma il più giovane ministro del Governo Letta chiusa nelle stanze di via XX Settembre a Roma non ci riesce a stare. Così eccola sulla prima pagina di un settimanale con stivaloni di gomma e forcone in mano, pronta a dichiarare agli italiani “Fare il contadino è figo”, un modo, secondo la ministra per contribuire a ridare dignità al lavoro nei campi e riavvicinare i giovani alla terra.

Concetti difficili da portare avanti, soprattutto in Campania, devastata dagli sversamenti illegali di rifiuti tossici. In quelle settimane si accende il dramma della Terra dei Fuochi. Dal fertile suolo di quella che una volta era la Campania Felix spuntano fusti di materiali tossici. La Forestale sequestra interi appezzamenti di campi coltivati e le mamme scendono in piazza con in mano le foto dei loro figli morti di tumore. Anche il Sannio vive la sua calda estate alla presa con il problema rifiuti. Numerosi incendi bruciano gran parte delle ecoballe ammassate da anni nel sito di Toppa Infuocata a Fragneto Monforte. Il ministro De Girolamo, dopo aver visto di persona cosa accadeva nella Terra dei Fuochi, arriva anche Fragneto. Era il 2 settembre, dopo aver visto quelle montagne di rifiuti, annuncia un piano speciale per il trasferimento graduale ad Acerra delle quasi 60mila ecoballe ammassate nel sito di stoccaggio di Toppa Infuocata.

Dai problemi agricoli-ambientali a quelli politici. La seconda parte del suo dicastero si caratterizza soprattutto per la scissione in casa Pdl e lo scandalo Asl a Benevento. Dopo l’intervento con cui Silvio Berlusconi ha aperto di fatto la crisi di Governo, togliendo l’appoggio a Letta, 30 settembre 2013 la De Girolamo, insieme agli altri ministri Pdl, presenta le dimissioni “irrevocabili”,che successivamente vengono respinte dal presidente del consiglio Letta.

Con la fine del Popolo della Libertà e il rilancio di Forza Italia, la De Girolamo, a metà novembre, aderisce al Nuovo Centrodestra guidato da Angelino Alfano, voltando clamorosamente le spalle all’uomo che l’ha creata politicamente: Silvio Berlusconi. Da lì a qualche settimana lo scoppio del caso della Asl di Benevento. Pochi giorni dopo la rottura, il Ministro chiama a raccolta i suoi a Benevento.

Spiega le ragioni della scissione e della sua decisione di restare fedele al governo Letta e anche il legame con Silvio Berlusconi. L’amazzone di Silvio si era sempre dichiarata fedelissima, disposta anche a rinunciare al ministero, se solo il cavaliere l’avesse chiesto. Oggi però è un altro giorno. “Resterò – spiega – sempre legata personalmente a Berlusconi, che ho sentito ieri. Il problema non è con Silvio Berlusconi, ma con una classe dirigente estremista”.

Il nuovo anno si apre con una bufera. E non ci riferiamo al tempo. Il 4 gennaio Il Fatto Quotidiano pubblica alcuni pezzi delle registrazioni fatte nel 2012 dall’ex direttore amministrativo dell’Asl di Benevento, Felice Pisapia, delle riunioni con la De Girolamo e i vertici della Asl sannita. Appalto del 118. Controlli negli ospedali. Ubicazioni delle sedi. Questi gli argomenti principali che sarebbero stati affrontati, in base a quanto riporta il Fatto Quotidiano, dall’epoca deputata Nunzia De Girolamo, nelle riunioni con i vertici dell’Asl di Benevento. “Chi vuole fare pulizia può essere ucciso con la pistola oppure con la parola. Alla fine viene sempre fuori la verità”. Aveva commentato Nunzia De Girolamo, comunque non indagata.

A sparare sul Ministro anche ex amici, ora quasi tutti in Forza Italia. Come Mara Carfagna, che dopo aver etichettato come “mancanza di stile”, il linguaggio usato da Nunzia De Girolamo nel corso delle riunioni registrate da Pisapia, afferma che “nel caso in cui il movimento Cinque Stelle dovesse avanzare una mozione di sfiducia nei suoi confronti, il gruppo di Forza Italia si riserva di elaborare una propria posizione”. Anche se la Carfagna ha poi in parte smentito questa dichiarazione, da iniziale mormorio, le voci di chi si dichiara pronto a votare la sfiducia alla De Girolamo crescono di giorno in giorno. A complicare la situazione spunta anche l’ormai famoso sms inviato dal Ministro al Clemente Mastella.

Mentre il Movimento 5 stelle si organizza per presentare la mozione di sfiducia, poi calendarizzata per il 4 febbraio, e il Pd chiede al Ministro di riferire in Aula. Nunzia De Girolamo, con un lungo post pubblicato sul suo profilo facebook, si difende: “Il mio mandato ministeriale è, sin dal primo giorno del mio insediamento, nelle mani del Presidente del Consiglio, ma sono pronta a difendere con tutte le forze che ho in corpo la mia dignità e la mia onestà.”

Intanto il 17 gennaio arriva il giorno della verità, con l’interrogazione a Montecitorio. La De Girolamo fornisce la sua versione dei fatti, dopo lo scandalo delle registrazioni, davanti ad una Camera dei Deputati, però, quasi vuota, Accanto a lei per un breve momento Alfano, poi Quagliariello, che è stato al suo fianco per tutta la durata dell’intervento. Assente il premier Enrico Letta. Ma lo scandalo Asl a Benevento non si placa. Anzi spuntano nuove registrazioni, che riguardano anche i presidi sanitari nel Fortore.

Il 26 gennaio 2014, intorno alle 20 , il ministro si dimette. I motivi: “Non posso restare in un governo che non ha difeso la mia onorabilità”. Trovano così conferma le indiscrezioni secondo cui il ministro sannita non si sarebbe sentita sufficientemente difesa da Letta e Alfano dalle accuse che le sono piovute addosso nel caso della Asl di Benevento. In mattinata alcuni rumors politici ipotizzavano anche un ritorno della De Girolamo in Forza Italia.

La storia del Ministro Nunzia De Girolamo finisce così, a quasi 9 mesi esatti dalla sua nomina.

 

Erika Farese

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